Intervista all'ex monaco messicano che portò la psicanalisi in convento

Intervista all'ex monaco messicano che portò la psicanalisi in convento LE CONTRASTATE VICENDE DEL MONASTERO DI CUERNAVACA Intervista all'ex monaco messicano che portò la psicanalisi in convento Joseph Lemercier ha deposto la tonaca benedettina, si è sposato (con dispensa del Vaticano) e ha chiuso il monastero, ma non ha rinunciato alla sua battaglia - Con alcuni ex confratelli, che dopo l'esame psicanalitico lasciarono l'abito, ha fondato il Centro comunitario di Emaus in villette ai margini delle mura claustrali: Roma gliene contende la proprietà - E' convinto che occorra liberare gli uomini dalle nevrosi (Dal nostro inviato speciale) Cuernavaca, novembre. Per Joseph Lemercier, l'ex monaco della psicanalisi, è incominciata una seconda fase di contestazione, ma non più a livello ' teologico; questa volta è di scena il diritto civile. L'ex padre Gregorio cavilla infatti col Vaticano sulla proprietà del convento benedettino di Cuernavaca, ormai deserto, e sui quattro o cinque villini co¬ struiti sul terreno stesso del monastero, ma fuori dalle mura claustrali, che egli ha denominato Emaus, ricordando il luogo in cui Cristo apparve ai discepoli. Mi riceve sulla veranda della sua villetta, ma con diffidenza. « Innanzitutto, chi è lei? ». Si convince della mia identità dinanzi al passaporto; forse teme qualche raggiro della Curia romana. Dalla veranda si domina il paesaggio variato di Cuernavaca, cittadina ad un centinaio di chilometri da Messico, una specie di Nizza montana affondata nel caldo e nel rigoglio vegetale del Tropico per gli svaghi invernali di ricchi nordamericani e messicani. Comprendo come l'ex monaco belga si sia innamorato del luogo, fino a non volerlo abbandonare nemmeno dopoi tempestosi esperimenti di psicanalisi sui suoi confratelli, gli urti con la gerarchia episcopale ed il Vaticano; c'è nell'atmosfera una mollezza mediterranea che invoglia alla pigrizia, o alla meditazione. La vicenda di Joseph Lemercier è abbastanza nota; introdusse nel convento benedettino di Cuernavaca la psicanalisi per misurare la sincerità della vocazione sua e dei suoi confratelli. Risultato: ventun monaci su ventiquattro gettarono la tonaca, abbandonarono il convento e tornarono alle attività civili. I tre monaci che non si fecero psicanalizzare furono mandati in altri conventi messicani, il monastero benedettino di Cuernavaca fu chiuso. Ma l'ex padre Lemercier non abbandonò il campo, si trasferì con alcuni ex confratelli nelle villette della dipendenza, ed avviò il centro comunitario di Emaus dove, chi vuole, ed ha qualche mezzo, può andare a farsi psicanalizzare. Gli attuali ospiti di Emaus sono ventiquattro, giovani in gran parte, e tutti con l'aria di non avere ogni cosa a posto nel cervello. Direi che anche l'ex padre Lemercier, benché lucidissimo nella conversazione, abbia qualche strana imperniata psicologica. La sua polemica con il Vaticano, decisamente ostile ad aprire la porta dei conventi glia psicanalisi, mi ■fiare una monomania. « Quando mi trovai'a Róma per chiarire il mio pensiero, dissi che la psicanalisi poteva essere applicata almeno ai novizi, per renderci conto della sincerità della loro vocazione e, soprattutto, della integrità delle loro condizioni psichiche ». Parla con aggressiva decisione, non lo sfiora il dubbio che la Chiesa non può ammettere che si possa curare l'anima, considerata di natura divina, come un braccio rotto. « Se almeno Roma avesse accettato, come ho proposto io, di riconoscere il centro psicanalitico di Emaus, fuori dal convento, quasi certa- mente il monastero benedettino esisterebbe ancora; invece, hanno dovuto chiuderlo ». Conversando con lui, mi viene spontaneo chiamarlo ancóra padre. Mi interrompe dicendo: « Farebbe molto dispiacere a mia moglie ». Parliamo un poco delle sue nozze recenti. « Mi sono sposato con una ragazza messicana il 21 luglio scorso in una casa privata, di amici di Cuernavaca». Senza difficoltà da parte della Curia? « Nessuna; tornando allo stato laicale ho ottenuto ima speciale dispensa dal Vaticano che mi ha liberato dai voti pronunciati ». E' stato un matrimonio anche col rito religioso? « Certamente, se no Graziella, mia moglie, non mi avrebbe sposato ». Anche questo può essere un aspetto della particolare condizione in cui agisce la Chiesa in America Latina, e particolarmente in Messico. Proiettata in una dimensione che a noi può apparire singolare, si è adeguata ad un mondo che ha esigenze, anche spirituali, differenti dalle nostre. Padre Gregorio, tornato ad essere semplicemente il signor Lemercier, esprime con sufficiente validità quelle contraddizioni. Combattuto dal Vaticano, era appoggiato dal card. Menéndez Arceo, arcivescovo di Cuernavaca, che non trova nulla da obiettare nemmeno sull'attività di mons. Ivan Illich, un vescovo che, sempre a Cuernavaca, indottrina ì preti che hanno scelto di svolgere la loro missione in America Latina; ha abolito la cappella per la celebrazione della Messa e gli imbottisce il cervello sulla necessità della rivoluzione cruenta, di cui i preti dovrebbero diventare i capi imitando Camilo Torres, il prete, guerrigliero di Colombia, L'ex padre Gregorio ha scelto una strada piìt pacifica, curare le anime con le teorie di Freud anziché con la preghiera e la devozione religiosa. « La nevrosi è la malattia generata dalla coesistenza, mi dice, e la psicanalisi è la sola terapia per guarirla. Perché lasciarla fuori dai monasteri? Ci sono ospedali per curare tutte le malattie del corpo, ma non ce ne sono per i nevrotici. Fra qualche anno la psicanalisi, più che una terapia, sarà un metodo per formare l'individuo, quindi la società. Emaus, appunto, è l'ospedale sociale che noi abbiamo idealizzato ». Ed i mezzi per alimentarlo? « Provvediamo da noi, lavorando in cooperativa, mettendo tutto in comune e vendendo ai turisti gli oggetti del nostro artigianato. Non è stato facile; creare centri artigianali con dei nevrotici è arduo ». E' rimasta un'impronta religiosa all'iniziativa? « Assolutamente no, è un'iniziativa integralmente laica. Può essere un successo, o una sconfitta, ma valeva la pena di tentare». Come avvengono le cure? « Fino all'agosto scorso c'era con noi il dott. Quevedo, che s'incaricava della psicanalisi. Morto luì, facciamo venire due medici da Messico, due volte la settimana, che sottopongono i pazienti alla psicanalisi collettiva ». E' un metodo piuttosto nuovo, mi pare. « Lo è infatti, ma offre maggiori garanzie. Il paziente isolato può sempre giocare d'astuzia col medico, mentire, o celargli parte della verità; tutti insieme, non possono sottrarsi alla sincera confessione liberatrice». Perché ha conservato il nome di Emaus a questo nucleo di villette? « Non ha nessun riferimento col Vangelo, ne ha invece coll'Antico Testamento. In ebraico, Emaus può significare: il popolo respinto; oppure, luogo di acque calde; o ancora, la divinità che unisce le famiglie. Tre significati che vanno bene per noi ». Mi fa vedere un volume dal titolo: ali popolo respinto », opera teatrale di un giovane ex ospite di Emaus, rappresentata con molto successo, mi dice, in un teatro di Messico. I personaggi sono preti, vescovi, cardinali, monaci, psicanalisti che dipanano dinanzi al pubblico il conflitto tra il Va¬ ticano e la psicanalisi; almeno nel testo teatrale, finiscono per vincere i fautori della psicanalisi. Ma Emaus ed il convento benedettino rimangono di proprietà del Vaticano, dico all'ex padre Gregorio. « Purtroppo, Roma non ha ancora trovato, o voluto trovare una via d'intesa. Io vorrei comperare tutto, ad un prezzo ragionevole. Venderei il monastero ad una istituzione cattolica nordamericana che intende farne un orfanotrofio, e mi terrei le costruzioni di Emaus ». In che rapporti è col cardinale Menéndez Arceo? «Direi amichevoli, anche se il cardinale è totalmente estraneo ad Emaus, né ha mai messo piede qui». Contento del suo nuovo stato? « Nella psicanalisi prima, nel matrimonio poi, ho ritrovato il mio equilibrio. Se ciò significa la felicità, sono felice ». Poiché non disdegna la pubblicità, al termine della conversazione mi dice: « Se scriverà qualcosa su Emaus, mi mandi una copia del giornale ». Francesco. Rosso 1