L'affare Dreyfus rievocato per tv
L'affare Dreyfus rievocato per tv L'affare Dreyfus rievocato per tv In due puntate, domani e martedì sera (u. bz.) Va in onda domani sera alle 21 sul « nazionale » la prima parte de «L'affare Dreyfus» (la seconda parte è prevista per martedì alla stessa ora): ieri la trasmissione è stata offerta in anteprima ai giornalisti nella sede della Rai-tv di Torino. Si tratta di uno sceneggiato che porta la firma di Flavio Nicolini e Leandro Castellani (che è anche il regista). I due autori, con la consulenza del prof. Franco Valsecchi, hanno ricostruito, seguendo attendibili documenti e atti dei vari processi, uno dei casi politico-giudiziari più clamorosi che la storia ricordi e che sconvolse e divise aspramente la Francia verso la fine del secolo scorso. Sospettato, senza prove autentiche, di essere una spia a favore/'cjei tedeschi, il capitano Alfred' Dreyfus, ebreo, originario della germanica Alsazia, ma cittadino francese da sempre e ottimo ufficiale, venne nel 1894 degradato e deportato nell'atroce Isola del Diavolo, in Guayana. Due anni dopo il capo del controspionaggio francese, il col. Picquart, scoprì che il colpevole non era Dreyfus, ma tale Esterhazy, maggiore di fanteria, un uomo dal passato burrascoso. Incredibilmente, per non rivelare all'opinione pubblica un errore così vergognoso, lo Stato Maggiore intimò al colonnello Picquart di tacere. Ma Picquart parlò egualmente e il fratello di Dreyfus denunciò Esterhazy che nel 1898 comparve davanti al Consiglio di guerra. Colpo di scena: con scandalosa sentenza il vero traditore fu prosciolto da ogni accusa. Allora il celebre romanziere Emile Zola pubblicò sul quotidiano progressista « L'Aurore » una violenta e coraggiosa lettera intitolata « J'accUse... », nella quale chiedeva giustizia per un innocente, vittima di un'ignobile macchinazione voluta dai militari. Zola fu processato e condannato per diffamazione, ma intanto le polemiche roventi avevano raggiunto il culmine e minacciavano addirittura l'equilibrio della Repubblica: da una parte c'erano i sostenitori di Dreyfus, che in genere erano intellettuali ed esponenti delle sinistre e dei radicali, dall'altra parte s'erano schierati assieme i nazio¬ nalisti, i conservatori, i reazionari, gli antisemiti. Alla fine un'inchiesta governativa accertò che le uniche prove contro Dreyfus erano state falsificate (e il responsabile del falso, colonnello Henry, si tagliò la gola); ma ancora nel 1899 il Consiglio di guerra si rifiutò di assolvere lo sventurato che, per tornare in Francia, dove venne riabilitato solo nel 1906, dovette attendere la grazia del Presidente della Repubblica. AI di là dell'allucinante vicenda, è chiaro che l'affare Dreyfus rappresentò una sfida tra un' certo militarismo francese, gretto, fanatico ed autoritario, e le forze democratiche. E' su questo punto che si poggia in modo particolare lo sceneggiato di Nicolini e Castellani che la Tv ha inserito nel ciclo «c I giorni della storia » (il cui debutto è avvenuto con l'encomiabile « Carlo Magno ». Fra gli attori spiccano Vincenzo De Toma (Dreyfus), Gianni Santuccio (Zola), Renzo Giovampietro (l'avvocato Clemenceau), Vittorio Sanipoli (il generale Pellieux).
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