Il concerto Dixon con il violinista Leonide Kogan

Il concerto Dixon con il violinista Leonide Kogan LA STAGIONE SINFONICA DEL TERZO PROGRAMMA Il concerto Dixon con il violinista Leonide Kogan Forte motivo d'interesse, ieri sera, ascoltare il grande violinista sovietico Leonide Kogan eseguire, dopo il Concerto in sol minore di Vivaldi, quel Concerto di Berg che al suo paese passava fino a pochi anni or sono, se non ancora adesso, per un esempio del più marcio e corrotto decadentismo borghese. E nell'interpretazione di Kogan c'è infatti la singolarità d'un approccio assai personale, che in questo capolavoro dell'espressionismo viennese fa affiorare aspetti di spiritualismo - alla Pasternak. I momenti lirici di disperata elegia della felicità perduta galleggiano con uno spicco quasi di citazione; mentre risultano meno chiare le motivazioni strutturali e drammatiche della forma nel suo insieme, particolarmente la giuntura col corale bachiano dell'ultimo tempo. Ma non sarebbe equo portare un giudizio definitivo di questa esecuzione, in cui la concertazione generale e l'affiatamento lasciavano a desiderare. Ecco un caso dove più che mai sarebbe opportuna quella elasticità, auspicata dall'orchestra torinese in un recente documento, per dare più prove e maggiore assiduità di studio alle opere che richiedono cure particolari. Con ben altra efficacia e sicurezza il maestro americano Dean Dixon ha poi diretto la Terza Sinfonia di Bruckner, in re minore. come la Nona di Beethoven, da cui manifestamente prende le mosse. Dedicata a Wagner, è generalmente considerata come la più debole delle nove Sinfonie bruckneriane, per la difettosa architettura formale dei tempi sonatistici, cioè il primo e l'ultimo. Gli scompensi derivano dall'immensa estensione che Bruckner conferisce alla esposizione dei gruppi tematici: allora egli si trova nell'obbligo di fornire uno sviluppo an¬ ch'esso assai esteso, perché non sembri un nanerottolo in confronto a tali premesse, e questi sviluppi si comportano, secondo l'espressione poco riguardosa d'un commentatore anglosassone, come un tranviere in anticipo che perde tempo per arrivare al capolinea all'ora giusta. —, La prova di questo stato di cose si trova anche nell'incertezza di lezione con cui la Sinfonia ci è pervenuta. Il maestro Dixon ha diretto la seconda versione, quella del 1878, ritenuta più soddisfacente della terza e definitiva, del 1890, che pure è entrata nell'edizione delle opere complete, coi tagli spietati suggeriti dal direttore Franz Schalk, ed accettati dal buon Bruckner, nonostante i patetici scongiuri del giovane Mahler. Nella qualità dell'invenzione tematica si trovano le ragioni di maggior compiacimento per l'ascoltatore: specialmente nella familiarità affettuosa dei motivi di laendler e nei momenti di misterioso idillio, in senso wagneriano, dell'Adapio. Questo, almeno, per chi nutra una certa diffidenza nei riguardi dei culmini torreggianti di enfasi strumentale. Nel finale si ricorda specialmente il mo mento famoso della contem poranea enunciazione d'un corale religioso.e d'un moti vo di polka: i contrasti della vita, secondo la semplice filosofia bruckneriana. ni. m.