Una bella raccolta aperta al pubblico

Una bella raccolta aperta al pubblico Un preziose esempie a Milano Una bella raccolta aperta al pubblico I capolavori ottocenteschi riuniti da Giacomo Jucker nella sua casa saranno visibili a tutti (Nostro servizio particolare) Milano, 15 novembre. A partire dal prossimo 17 novembre tutte le domeniche pomeriggio, fra le 15 e le 18, i magnifici dipinti dell'Ottocento italiano che Giacomo Jucker riunì nella sua casa di Milano in via Mauro Macchi 28 saranno liberalmente offerti alla visita del pubblico, per volontà della famiglia dell'insigne collezionista di recente scomparso. E' un gesto bellissimo, raro' in Italia dove pur esistono tante preziose collezioni private inaccessibili agli amatori d'arte, che va segnalato;.è uh esempio di come si può generosamente contribuire alla diffusione della cultura artistica, - trasformando un bene privato in un bene comune. Quest'offerta è accompagnata dalla pubblicazione, in 1100 esemplari numerati, di uno splendido libro intitolato Pittura italiana dell'Ottocento nella raccolta Giacomo Jucker, che reca questa dedica: « Alla cara e venerata memoria dei nostri genitori Giacomo e Ida Jucker che in armonia di intenti e i di sentire, con amorevole cu; ra raccolsero le opere qui illustrate ». Le opere, tutte riprodotte a colori, sono 86, commentate da Marisa Emiliani Dalai con ampie schede critiche che alla finezza dell'analisi uniscono precìsi dati bibliografici; ed il libro, curato dalla stessa Emiliani e da Gabriella | Mercahdino Jucker, si apre con un'autorevole introduzione di Anna Maria Brizio, che affettuosamente rievoca la figura e l'appassionata competenza del collezionista, passato a poco a poco da un generico interesse per la pittura- italiana ottocentesca ad una rara acutezza di giudizio e ad una estrema severità di scelte, che lo portarono anche a preoccuparsi — come di un dovere morale — del grosso e gravissimo problema dei « falsi » che j «empre più mquinànò il merj cato artistico: finoad offrii H^k'fj|f;ristampare.a ^uerspese ] .il catalogo della móstra per , il centenario della Promotrice a Torino, perché non vi -comparisse un falso Lega. Le scelte di Giacomo Jucker, quasi sempre convalidate dalla provenienza dei quadri acquistati in collezioni illustri dispersesi (Banti, Galli, Checcucci, ecc.), s'indirizzarono con assoluta preferenza, e « in sintomatico accordo colle posizioni della critica più avanzata », ai Macchiaioli toscani, «universalmente oggi riconosciuti — scrive la Brizio — come i maggiori pittori italiani dell'Ottocento ». E' l'opinione corrente nella critica attuale dalla quule ci permettiamo di dissentire parzialmente. Perché se è vero che i Macchiaioli come « scuola », come « gruppo» di assertori d'una specifica poetica prevalgono, il giudizio non regge più quan do, presi ad uno ad uno (e Fattori incluso), li si confronti .con alcune altre personalità pittoriche del nostro Ottocento, prima di tutte quella d'Antonio Fontanesi. Comunque, l'acume di Giacomo Jucker seppe scorgere il fiore del macchiaiolismo nei dipinti di piccole dimen. sioni, « motivi senza azione e senza storia... immediati, brevi e intensi come una strofe lirica» (qualità precipua, ma insieme debolezza, per il suo frammentarismo, della pittura dei Macchiaioli), di Fattori, Abbati, Banti, Boldini, Borrani, Cabianca, D'Ancona, De Tivoli, Lega, Sernesi, Signorini e, se si vuole. Costa; in totale, riprodotti nel libro, 58 dipinti. Ma non trascurò altri aspetti dell'Ottocento italiano, esemplificato superbamente dal Piccio, da Cavalli, Cremona, Delleani, De Nittìs, Esposito, Favretto, Fontanesi, Fornara, Gigante, Gignous, Mancini, Filippo Palizzi, Banzoni, Beycend, Segantini, Tallone. Zan domeneghi. Due osservazioni, riguardo 11 libro e la raccolta. Questo volume non è il primo concernente la collezione Jucker; un altro, non meno impor tante, fu pubblicato da Enrico Somare nel 1951, nelle « Edizioni dell'Esame », ma non è ricordato nell'introdu zione né citato nelle biblio grafìe dei dipinti. Alla tavola 12 è riprodotto un quadro, non Armato: L'Arno alle Ca scine, che già nel precedente volume appariva con la pa ternità di Serafino De Tivo li. Come tale (e allora appar teneva alla collezione Chec cucci) l'aveva pubblicato il Somare nel suo Primo omag gio ai grandi pittori italiani dell'Ottocento, del 1925 Orbene, nel 1948 un altro qua dro identico a questo tolta l'aggiunta di quattro cavalli, firmato Alberto Pasini, datato 1859, di dimensioni lievemente maggiori, fu esposto a Torino nella galleria Fogliato. Si trattava déù'Halage sur la Seine mandato dal Pasini, da Parigi, alla Promotrice torinese di quell'anno. Conoscevamo il quadro Checcucci, e perciò discutemmo il problema in un nostro libro sul Pasini e sul Quadrone, del 1949. Ora 11 problema si ripropone. Il quadro Jucker è del De Tivoli (copia) o del Pasini (replica)? Se mai si veda quel che allora scrivemmo; mar. ber.

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