Scuola: 2 mesi perduti

Scuola: 2 mesi perduti Le lezioni, forse saranno regolari a fine novembre Scuola: 2 mesi perduti Alla deficienza di aule e di professori, al ritardo delle nomine e ai doppi turni (mali cronici della scuola) si è aggiunto quest'anno lo sciopero nei provveditorati, che ha bloccato la designazione dei supplenti - In alcune cattedre si sono susseguiti due e persino tre professori; in altre nessuno - Inammissibile rotazione di insegnanti e rinvio dei programmi Protesta e corteo di 1500 studenti degli istituti tecnici In obbedienza alle disposizioni ministeriali 135 mila studenti delle scuole di Stato sono tornati sui banchi il 1° ottobre. E' passato un mese e mezzo, ma le lezioni, in parecchi istituti, non sono ancora regolari. Forse la scuola funzionerà ovunque a pieno ritmo verso la fine di novembre. I motivi del ritardo? Ogni anno il rodaggio è difficile, ed è questa l'unica occasione in cui genitori e studenti, insegnanti e presidi si trovano d'accordo nella protesta. Dicono: a In pratica il primo trimestre si riduce a 40-45 giorni di studio effettivo, per colpa di un rugginoso meccanismo, del tutto inadeguato alle esigenze a. Anzitutto c'è la mancanza cronica di aule. Poiché le iscrizioni si chiudono a fine settembre, la formazione delle classi e il difficile compito di predisporre i doppi turni ritardano il lavoro della « commissione nomine ». Questo organismo ha il compito di colmare un'altra deficienza cronica: quella del personale insegnante. Ma la commissione non è in grado di cominciare il suo duro lavoro prima della fine di settembre per un'altra ragione: le tardive disposizioni del ministero circa le nuove immissioni in ruolo, le assegnazioni provvisorie di sede e i trasferimenti dei professori. Inconvenienti di sempre, ai quali quest'anno si è aggiunto lo sciopero elei provveditorati che è durato un mese ed ha bloccato le nomine degli incaricati annuali. Cioè degli insegnanti destinati alle cattedre scoperte. All'inizio di ottobre, come si ricorderà, la situazione non sembrava critica. Nell'intento di ovviare alle conseguenze dello sciopero in corso, il ministero aveva disposto che tutti gli incaricati annuali in carica per il '67-'68 e licenziati (come avviene di norma) in giugno, alla chiusura dell'anno scolastico, si ripresentassero al loro vecchio posto. Con questo espediente, si diceva, « le cose andranno meglio che nel passato ». Illusione. I guai sono cominciati subito, e molto seri, quando i 1280 professori passati di ruolo in base alla legge 603 o trasferiti si sono presentati alle loro sedi. Capitava che sulla stessa cattedra si trovassero due e perfino tre insegnanti: il nuovo titolare, l'ex supplente e quello nuovo. Mentre parecchie altre cattedre rimanevano scoperte. I presidi hanno rapidamente smistato i professori in soprannumero, ma ecco un altro guaio, non meno grave. Gli studenti sono stati costretti a subire, nel giro di brevi settimane, una rotazione incredibile di professori. In una classe ginnasiale addirittura cinque. Oltre tutto, sapendo di essere provvisori, nessun insegnante ha cominciato a svolgere il programma, per non intralciare i pia-aiiiiimiiiiiuiiiiuiiiiiii miiiiiiiiiiiiiiiiiii ni del titolare: altro tempo prezioso perduto. La « commissione nomine » ha lavorato dieci ore al giorno e di domenica, pur di far fronte alle pressanti richieste delle scuole. Ma le lettere di convocazione ai supplenti non partivano, perché i dattilografi erano in sciopero. E quando finalmente sono arrivate, parecchi fra i convocati hanno risposto « no ». Per coprire meno di 3 mila posti la commissione ha dovuto fare 4 mila chiamate e ha lavorato fino al 28 ottobre. Soltanto dopo quel giorno 1 presidi hanno avuto facoltà di nominare i supplenti per i posti ancora vacanti e per rimediare a rinunce tardive. Una procedura che richiede settimane. Studenti e famiglie aspettano. ★ ★ Gli studenti di alcuni Istituti tecnici ieri hanno disertato le lezioni per partecipare ad une manifestazione di protesta nelle strade. Mie 8 di fronte al Secondo Istituto geometri, al Ca- sale, al Bàldracco ed al profes slonale Blrago picchetti di dimostranti hanno impedito l'ingresso alla maggior parte degli studenti. Ci sono stati pugni, spintoni, insulti, ma nessun incidente grave. Parecchi ragazzi sono tornati a casa, altri si sono recati di fronte a.W Avogadro per Invitare 1 colleglli, che assistevano alle lezioni, ad unirsi a loro. Nessuno si è mosso. Dna delegazione ha chiesto al preside di convocare 1 capi-classe senza però specificare 11 motivo. Non sono stati accontentati. Al Sommeiller un cordone di dimostranti ha tentato di impedire l'ingresso agli studenti. Si sono ritirati quando sul portone sono apparsi 11 preside e due agenti addetti alla sorveglianza per il concorso di abilitazione all'Insegnamento che si svolgeva In alcune aule dell'istituto.- Verso le 10 gli scioperanti (circa 1S00) hanno percorso in corteo via Garibaldi, piazza Castello, via Po, via Verdi fino al nuovo palazzo delle facoltà umanistiche. Qui hanno tenuto un'assemblea. Gli oratori hanno spiegato che la protesta ha questi obbiettivi principali: libertà di riunirsi in assemblea nelle scuole, presenti giovani di qualsiasi istituto; interrogazioni con preavviso e diritto di discussione e rifiuto del voto; suddivisione del trimestre in un periodo per le sole spiegazioni e un secondo per le sole interrogazioni (quest'ultimo con presenza non obbligatoria); incontri con i professori per discutere i problemi della scuola. Alle 14 al Casale, Bàldracco e Birago che hanno lezioni anche al pomeriggio c'è stato un altro sciopero. I giovani, oltre 600, si sono riuniti con gli universitari a Palazzo Campana. Sono state decise altre astensioni dalla frequenza a partire da stamane In tutte le scuole della città.

Persone citate: Avogadro, Birago