Teatro americano

Teatro americano TE LEVISI VA Teatro americano Si è conclusa ieri con Arthur Miller un'importante rassegna di prosa Stasera rievocazione di Caporetto e « Luci d'inverno » di Bergman Si è concluso ieri con Jla seconda parte il dramma « Morte di un commesso viaggiatore » di Arthur Miller; e si è concluso anche il ciclo dedicato al teatro americano. Sullo spettacolo di ieri non possiamo che ripetere quanto è già stato detto riguardo la prima parte: degna rappresentazione, diretta con autorità dal regista Sandro Boichi e resa attraente per il vasto pubblico della televisione dalla presenza di due attori popolari come Paolo Stoppa e Rina Morelli. Piuttosto aggiungiamo un' osservazione: che quest'abitudine di spaccare in due testi famosi ha poco senso: si rompe l'unità, l'omogeneità, la continuità dell'opera e le si conferisce un ambiguo aspetto di romanzo sceneggiato. La scusa che lo spettacolo diventerebbe troppo lungo non regge: se una commedia è appassionante ed è realizzata con scioltezza, senza troppe pause e divagazioni, è senz'altro in grado di interessare il pubblico anche per tre ore. Comprendiamo invece una ragione pratica: con un solo lavoro la tv si copre decorosamente-due serate. Qualche parola sul ciclo. La partenza è stata sconcertante, con la scelta di un copione decisamente minore (e brutto, francamente) come Fermenti per ricordare un grande, complesso e tormentato autore dell'altezza di Eugene O'Neill: la gente che non conosce O'Neill dev'essere rimasta con l'idea che si tratti di uno scrittore di corto respiro, dall'umorismo un po' sforzato, e amante delle vicenduole all'acqua di rose. Centrata invece la proposta di Svegliati e canta, testo perfettamente indicativo delle tendenze romantico-rivoluzionarie del primo Odets. Andava bene la Piccola città di Wilder, ma disgraziatamente la particolare struttura della commedia non s'è adattata al video. Buona l'esecuzione de La brava gente, la garbatissima (anche se forse sopravvalutata) favola di Irvin Shaw. Mentre con Zoo di vetro siamo ritornati, più o meno, all'inconveniente lamentato per O'Neill: Williams è assai più introverso di quanto la crepuscolare nostalgia di Zoo di vetro riesca a dimostrare. Ineccepibile la scelta della Morte di un commesso viaggiatore, un classico che non poteva mancare. In definitiva, nonostante i limiti, la rassegna va giudicata positivamente: comunque si vogliano criticare, sono apparsi sul video testi importanti, moderni, e non i soliti polp.ettoni dell'Ottocento. * * « Cordialmente », tra i suoi servizi (uno era per l'abolizione della pena dell'ergastolo), aveva un reportage su Valle Mosso e i disastri prodotti dall'alluvione alle industrie tessili. Come di consueto in « Cordialmente », il tono inclinava verso il patetico, l'accorato, l'« umano ». Sarebbe stato più interessante un pezzo maggiormente concreto (cosa hanno deciso di fare le autorità e in quanto tempo ecc. ecc.) e dove, in aggiunta, si parlasse del perché ogni anno in Italia si è costretti ad andare in barca. * * "' Stasera il canale nazionale si aprirà con la prima puntata del documentario di Alberto Caldana « Da Caporetto a Vittorio Veneto »: saranno rievocati i tragici fatti della ritirata di Caporetto e ne verranno indicate — almeno queste sarebbero le intenzioni del programma — le cause più probabili. Alle 22,15 circa andrà in onda « Mercoledì sport » con una ripresa di pallacanestro da Bologna. Sul secondo canale potremo assistere al penultimo film della serie di Ingmar Bergman: si tratta di un'altra pellicola austera e difficile, « Luci d'inverno », realizzata nel 1962: storia di un pastore protestante che dopo la morte della moglie ha perduto la fede. Nel gruppo de gli interpreti troviamo i nomi consueti: Gunnar Bjòrn strand (il pastore), Max von Sydow (l'uomo che vinto dallo sconforto si uccide) e Ingrid Thulin (la donna innamorata del reverendo). * * Domenica prossima 17 lo spettacolo della serata sarà L'affare Dreyfus, in due pun¬ tate. Si tratta di una rievocazione, a firma di Leandro Castellani, del celebre caso che appassionò la Francia, e si può dire il mondo intero, tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento: il caso di un ufficiale ebreo che era stato — ingiustamente — imputato di alto tradimento, degradato e segregato a vita nell'Isola del Diavolo. In sua difesa, fra gli altri, intervenne Emile Zola con la famosa lettera « J'accuse... ». Fra gli attori, Vincenzo De Toma (Dreyfus), Gianni Santuccio (Emile Zola), Vittorio Sanipoli (il generale Pellieux) e Renzo Giovampietro (Clemenceau). La seconda puntata sarà trasmessa martedì 19. u. bz.

Luoghi citati: Bologna, Caporetto, Francia, Italia, Valle Mosso, Vittorio Veneto