«Forse mi fucilerete, ma altri rovesceranno i colonnelli di Atene»

«Forse mi fucilerete, ma altri rovesceranno i colonnelli di Atene» Coraggiose dichiarazioni dell'nHentalore di Papadopnlos «Forse mi fucilerete, ma altri rovesceranno i colonnelli di Atene» Drammatica udienza al processo di Atene - L'imputato, Alekos Panagulis, 29 anni, dichiara: «Per tre mesi in cella sono stato torturato orribilmente ma preferisco la morte alla schiavitù della tirannia » - In agosto tento di far saltare in aria l'auto del primo ministro Atene, 8 novembre. Alekos Panagulis, 29 anni, accusato di aver tentato di assassinare, il 13 agosto scoro, il primo ministro greco Giorgio Papadopulos, ha dichiarato oggi nel corso dela sua deposizione davanti alla Corte marziale ateniee, dì essere stato sottoposto a torture «da inquisizione spagnola », e di essere stato « picchiato, bruciacchiato, bastonato, torturato sessualmente », durante la sua.detenzione di tre mesi. In uniforme da soldato semplice, Panagulis ha raccontato la storia del suo arresto, dopo il fallito tentaivo dì far esplodere la vetura di Papadopulos. La bomba, posta sotto la pavimentazione stradale sulla lioranea tra Sunion ed Atene, esplose invece con ritar- do colpendo solo l'ultima vettura della scorta del presidente del Consiglio. Egli si è riconosciuto colpevole, ma ha precisato che egli non complottava insieme con gli altri quindici imputati per rovesciare il regime sociale esistente in Grecia. «Sono monarchico come tutti voi», ha detto l'imputato ai giudici tra cui sono tre militari. La precisazione del Panagulis è importante ai fini del verdetto. Secondo la legge del 1947, infatti, quanti cospirano per rovesciare il regime esistente ed Instaurare un governo cripto-comunista possono èssere condannati all'ergastolo se non alla pena capitale. Il codice prevede pene minori per tentativi di rovesciare invece qualsiasi governo. « Conosco le pene previste dalla legge, forse mi fucilerete — ha detto Panagulis — ma ritengo che il miglior canto del cigno per un combattente della libertà sia la morte piuttosto che la schiavitù della tirannia». E rivolto ai giudici, con la mano alzata, il principale imputato ha continuato: «Lo so, la violenza non è accettabile nella politica, ma è preferibile alla codardia ». Pallido e tremante ha poi continuato: « Il sacrificio, la lotta e la forza appaiono necessari quando vige un regime imposto con la forza, perché violenza chiama violenza. La Giunta militare ora al potere sarà rovesciata anche se io ho fallito. Altri seguiranno: le nostre bombe erano solo un preavviso». Panagulis ha quindi aggiunto: «Nego di aver confessato quanto è stato pubblicato nel voluminoso rapporto di istruttoria e di aver firmato tali false deposizioni. Confesso invece di avere io stesso organizzato , ed eseguito il complotto contro il primo ministro». Panagulis, che secondo l'accusa aveva anche disertato dall'esercito nel luglio 1967, ha poi smentito le affermazioni del Procuratore reale sulla presunta partecipazione dell'ex ministro della Difesa e dell'Interno cipriota Policarpo Georgadzìs, di Andrea Papandreu, dì Paolo Verdojannìs e di altre personalità politiche, al complotto. Panagulis ha negato che tali personalità fossero in qualche modo implicate nella sua organizzazione clandestina denominata «Difesa democratica» (Ansa) fy Alekos Panagulis, in aula ad Atene: è accusato di essere l'attentatore di Papadopulos (Telefoto A. P.)

Luoghi citati: Atene, Grecia