Humphrey o Nixon?

Humphrey o Nixon? sapremo chi e Presidente Agnew, la cui campagna elet-torale è stata incredibilmente goffa e inadeguata alle esigenze della politica nazionale, ha finito con incidere. Co- munque Nixon sa benissimo oramai che una sua vittoria rischia di rappresentare, agli occhi dell'opinione pubblica, il prodotto di una serie fortu- nata di circostanze politiche. Una sua sconfitta, invece, apparirebbe come un inscusabile fallimento personale. Do- mani Nixon saprà se è desti¬ nato ad essere il prossimo presidente degli Stati Uniti o se la sua vita politica è finita per sempre. Nicol» Caracciolo j Il senatore Edward Kennedy, al cui fianco è la moglie, in coda al suo seggio elettoral^J^BostOjg (Tel. /Ansa) Humphrey o Nixon? Tutti i sondaggi di opinione alla vigilia del voto dicono che un pronostico è impossibile - Humphrey sarebbe tuttavia in lievissimo vantaggio su Nixon - Il razzista Wallace (che ha basato la sua campagna sulla lotta ai negri) non ha alcuna probabilità di vincere, ma può impedire il successo ad entrambi i rivali (Dal nostro corrispondente) Washington, 5 novembre. I tre candidati alle elezioni presidenziali americane, Hubert Humphrey, Richard Nixon e George Wallace, hanno lanciato ieri sera alla televisione i loro ultimi fuochi d'artifìcio. Oggi si vota. La lotta tra Humphrey e Nixon fino all'ultimo appare aperta. Tutt'e tre i principali sondaggi d'opinione (Gallup, Harris e Stadlinger) hanno modificato oggi le loro previsióni: è impossibile, dicono, stabilire, il risultato finale. Tutti pero oggi riconoscono, a differenza di ieri, che Humphrey è in leggerissimo vantaggio su Nixón., Il-candidato del terzo partito George Wallace, che ha basato la sua campagna elettorale essenzialmente sull'ostilità contro i negri — il « backlash » — non ha nessuna possibilità di vincere. Non solo; secondo i sondaggi ha perso nelle ultime settimane molti voti. La cosa è dovuta forse in parte al fatto che il suo compagno di lista per la vicepresidenza — il generale Lemay — ha parlato a vanvera della possibilità di usare armi atomiche in Vietnam il che (come per Goldwater nel '64) ha spaventato molta gente. Molti elettori, inoltre, che sembravano decisi per protesta ad appoggiare Wallace, al dunque ci hanno ripensato. Per il resto, come si è detto, ancora a notte tarda ogni previsione risulta impossibile. Moltissimi sono andati a votare. Nixon, dopo avere preso parte ad un programma televisivo di domande e risposte durato quattro ore a Los Angeles, è partito oggi in aereo con la moglie Fat e le due figlie Tricia e Julia alla volta di New York. Mentre scriviano, sta aspettando ì risultati che vengono lenti e contraddittori' dalla1 televisione: le prime cifre sembrano favorirlo ma non vuole dire mente. Sono computati, all'inizio della notte, i risultati dei piccoli paesi degli Stati della costa atlantica: i villaggi nei boschi del Maine, del Vermont, del New Hampshire. E' l'America yankee, anglosassone e protestante, che vota tradizionalmente repubblicano. La seconda ondata è democratica, viene dalle grandi città, sempre della costa atlantica: New York, Boston, Pittsburgh, Wàshington. Potrebbe essere «l'ultimo hurrah » della vecchia macchina democratica con il suo elettorato composito: gli operai incitati a votare democratico dai sindacati e poi le minoranze etniche, irlandesi, italiani, polacchi, ebrei, portoricani, negri. La campagna elettorale di Humphrey mirava nel Nord a ricreare l'alleanza tradizionale tra queste categorie e gli intellettuali e in parte c'è riuscita. Ha sempre conservato il voto dei negri e delle minoranze di colore. Il voto delle altre minoranze bianche e degli operai bianchi, in parte attirato da Wallace, è sembrato rifluire negli ultimi giorni verso i democratici. Gli intellettuali e gli studenti alienati dalla guerra nel Vietnam tornano a votare democratico un po' perché Humphrey ha fatto loro certe concessioni, un po' per la pausa dei bombardamenti, un po' per antipatia verso Nixon. II Sud, è ormai certo mentre scriviamo, va a Wallace. Gli Stati del centro, le grandi praterie tornano ad essere repubblicani. Lo stesso vale per le Montagne Rocciose. E per finire la Costa del Pacifico e la California con i suoi quaranta voti elettorali che potrebbero essere decisivi. Come voterà la California? Nel '60 è andata a Nixon contro Kennedy; nel '62 ha votato per governatore, contro Nixon, Pat Brown che aveva fama di un uomo di sinistra, quasi un socialista. Nel 1966 ha eletto governatore Rea gan, un uomo di estrema destra. Nel 1960 Kennedy vinse le elezioni negli Stati Uniti con il 50,1 per cento dei voti e Nixon ottenne il 49,9 per cento. Non si riuscì a conoscere l'esito definitivo della lotta fino alla mattina successiva. E' probabile che anche stavolta accada qualcosa di simile. Per Nixon queste ore sono particolarmente angosciose. U candidato repubblicano sembrava, dopo le elezioni a governatore della California nel '62 (perse come s'è detto contro Brown), definitivamente finito. Il New York Times difatti definì la sua designazione a candidato del partito repubblicano a Miami come « la più spettacolosa resurrezione dopo quella di Lazzaro». Era il risultato di un'operazione politica minuziosamente calcolata e realizzata con perfetta efficienza. Il partito era diviso tra una destra e una sinistra ambedue molto forti. Aveva possibilità di vincere solo presentandosi unito alle elezioni ed è stata questa l'operazione che Nioxn ha tentato di realizzare: conciliare in qualche maniera l'ala progressista di Rockefeller e di Lìndsay alla destra di Reagan e di Goldwater. Cosa che in definitiva gli è riuscita. Ha voluto basare quindi la sua campagna elettorale sulle stesse premesse: "voleva apparire, cioè, come il leader di una soluzione sostanzialmente centrista a un'opinione pubblica che egli riteneva fosse stanca degli scontri e delle tensioni degli ultimi anni. L'operazione non è ancora fallita: Nixon sarà forse pre- j sidente degli Stati Uniti. Ma è certo che la sua campagna elettorale non sarebbe potuta andare pèggio. Il perché è difficile spiegarlo. L'apparato nixoniano per ciò che riguarda l'efficienza organizzativa è senza pari. Al candidato tuttavia Nè mancato qualcosa: forse la capacità di comunicare con il pubblico. Forse, dovendo mantenere l'appoggio di settori diversi dell'elettorato con esigenze contrastanti, è stato costretto ad un'estrema cautela di linguaggio con il risultato di annoiare a morte il pubblico americano. Forse anche lo sbaglio d'aver scelto come candidato alla, ^yjpepresidenza il gover natore -.del and. Spirò Vi inillllii: I BJ13