La tregua nel Vietnam ha dato un grande aiuto a Humphrey: basterà? di Nicola Caracciolo
La tregua nel Vietnam ha dato un grande aiuto a Humphrey: basterà? ImSS iPHOSJRET Ti VE IBI FJLCXS XS ImJB M.ESBMON* La tregua nel Vietnam ha dato un grande aiuto a Humphrey: basterà? Secando gli ultimi sondaggi, il 550a degli americani approva la sospensione dei bombardamenti; il 28 "/o è contrario - Ciò non significa che Humphrey sia sicuro di vincere - Per il «N. Y. Times», Nixon resta il favorito - Il «Christian Science Monitor» ritiene che nessun candidato avrà la maggioranza: in questo caso il Presidente sarebbe designato dalla Camera (Dal nostro corrispondente) Washington, 4 novembre. Gli ultimi sondaggi d'opinione prima delle elezioni presidenziali sono stati pubblicati oggi. Il Gallup Poli vede Nixon in lievissimo vantaggio, il 42 per cento dei voti contro il 40 a Humphrey. George Wallace, candidato dell'estrema destra, ha perso molto rispetto all'inizio della campagna elettorale: otterrebbe solo il 14 per cento dei voti. L'Harris Poli dà cifre quasi identiche: 42 per cento a Nixon. 40 per cento a Humphrey e il 12 per cento a Wallace. Un distacco di due punti non è sufficiente per permettere previsioni di nessun genere, specie tenuto conto della situazione. Gli ultimi sviluppi dei negoziati in Vietnam hanno provocato mutamenti nell'atteggiamento dell'opinione pubblica che i pollster non hanno fatto ancora a tempo a registrare. Le previsioni dei giornali divergono: il New York Times e il Washington Post, dopo uno studio fatto Stato per Stato, sono giunti alla conclusione che Nixon è il favorito. Il Christian Science Monitor prevede invece che nessuno avrà la maggioranza: in questo caso le elezioni verranno decise dalla Camera dei Rappresentanti. Il che rischia di aprire una crisi costituzionale estremamente grave: per settimane e settimane non si potrà sapere chi sarà il successore di Johnson. Per capire le ragioni della totale incertezza sull'esito del voto occorre brevemente rifarsi all'andamento della cam¬ pagna elettorale. Humphrey, che dopo la Convenzione di Chicago sembrava liquidato (il Gallup Poli lo vedeva con un distacco di sedici punti rispetto a Nixon) è riuscito a migliorare le sue posizioni conducendo una campagna elettorale aggressiva e spregiudicata che si è rifatta costantemente alle tradizioni progressiste e umanitarie del partito democratico. Cioè: riforme sociali all'interno mentre per il Vietnam ha trovato modo di distinguere sempre di più le sue posizioni da quelle di Johnson, lasciando intendere di essere pronto a fare di tutto per giungere alla pace. Come? Non lo ha detto chiaramente. Comunque l'atmosfera della sua campagna elettorale non lasciava dubbi Humphrey voleva i voti delle « colombe ». Il risultato è stato per lui positivo. I pacifisti — i seguaci di Renne dy e di McCarthy cioè —. in maggioranza, sempre secondo i sondaggi d'opinione, sono oramai decisi a votare per lui. L'annuncio mercoledì del la tregua dei bombardampn ti e dell'inizio a Parigi di negoziati di pace hanno dato a Humphrey un aiuto forse decisivo. Il 55 per cento de gli americani interrogati dal /'Harris Poli hanno detto di approvare la tregua mentre solo il 28 per cento si è det to contrario. Un consenso così largo necessariamente ha aiutato Humphrey. esponente dell'am ministrazione uscente. Il fatto però è che i sondaggi d'opinione non hanno fatto a tempo a misurare la delusione della gente — se delusione c'è stata — per il rifiuto del Sud Vietnam ad inviare propri rappresentanti alla conferenza di pace che avrebbe dovuto aprirsi a Parigi dopodomani e che oggi appare in forse. A voler aTUilizzare con obbiettività la situazione bisogna tenere conto di due fattori contraddittori: da una parteJl rifiuto del Sud Vietnam danneggia Humphrey. dall'altra i progressi del vice presidente sono stati da settembre in poi costanti e ràpidi. Nixon oggi ha fatto appe.l lo al governo del Sud Viet nam perché accetti di mandare suoi rappresentanti ai negoziati di Parigi. Alcuni leaders repubblicani intanto — per esempio il senatore Towers nel Texas o Gerald Ford, leader della minoranza repubblicana alla Camera — hanno accusato Johnson di avere proclamato la tregua dei bombardamenti troppo presto, mentre ancora la pre parazione diplomatica dello perazione non era conclusa, perché voleva aiutare Humphrey. Quest'ultimo, invece si preoccupa di tenere viva nella sua campagna elettorale quell'atmosfera d'entusiasmo che è riuscito a generare e che manca invere completamente a Nixon Negli ultimi discorsi ripete instancabilmente di essere oramai convinto di vincere, appare alla televisione sicuro di sé e felice. In fondo, anche se dovesse perdere le elezioni, il merito di aver impedito che il partito democratico fosse elettoralmente massacrato così come accadde ai repubblicani con Goldwater nel '64, è stato suo. Con lui la « vecchia g-ardia » democratica, la generazione di politici che è stata formata dalle esperienze del new deal di Roosevelt e del fair deal di Truman, hn comunque dimostrato di essere ancora una forza formidabile. Nicola Caracciolo
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