Per una differenza di quattro minuti Anquetil rischia di aver corso invano

Per una differenza di quattro minuti Anquetil rischia di aver corso invano Per una differenza di quattro minuti Anquetil rischia di aver corso invano Il francese non può adempiere alle necessità del prelievo antidoping (che deve essere fatto con corridore nudo e in presenza di testimoni) - Gli concedono venti minuti di proroga - Arriva 24 minuti dopo - L'intransigenza del Commissario della Fci porta alla denuncia di Jacques - Già in occasione del record dell'ora il normanno ebbe una grana del genere (Dal nostro inviato speciale) Bergamo, 1 novembre. Anquetil, dopo aver aiutato Gimondi a vincere il suo primo Trofeo Baracchi, forse vedrà annullata a tavolino questa affermazione sua e del ciclista bergamasco, a causa di un clamoroso e grottesco pasticcio capitato al momento del controllo antidoping. H fuoriclasse francese si è presentato davanti al medico sportivo, dott. Tremaglia di Bergamo, e al commissario della Fci sig. Marinoni, di Milano, con quattro minuti di ritardo sul termine prescritto. Il commissario non ha voluto limitarsi a verbalizzare questo ritardo e autorizzare egualmente il prelievo del liquido organico: ha respinto senz'altro Anquetil. Il regolamento in materia, al Trofeo Baracchi, stabilisce che i corridori designati debbano affrontare l'esame entro 45 minuti dall'arrivo dell'ultima coppia. Oggi erano stati designati i due vincitori e Vicentini. Il francese, trattenuto ' insieme a Gimondi dai giornalisti e dal¬ la televisione, è giunto al controllo, come si è detto, con qualche minuto di ritardo. Al primo tentativo, probabilmente imbarazzato per l'obbligo sancito dal regolamento di fare il suo dovere senza indumenti e davanti a testimoni, non è riuscito a rendere operante il controllo. Anquetil ha chiesto allora di poter rivestire abiti caldi (si era appena tolto gli indumenti di gara fradici di pioggia) e di tornare più tardi. Il signor Marinoni interpretando alla lettera le norme, dato che erano già trascorsi venticinque minuti, gli ha concesso soltanto i rimanenti venti minuti. Anquetil è andato in albergo, si è cambiato assai rapidamente ed è tornato allo stadio quando erano trascorsi non venti, ma ventiquattro minuti, dopo una folle corsa in macchina nelle strade piene di traffico. Il sig. Marinoni, protagonista di questa antipatica vicenda che avrebbe potuto essere risolta usando solo una piccola dose di buon senso, non ha voluto sentire ragioni. Il dott. Tremagli, d'accordo con lo stesso Anquetil, avrebbe voluto effettuare il prelievo, lasciando agli organi superiori dell'Ucip di decidere sulla validità della prova stessa. Jacques Anquetil, insieme con il suo manager Dausset, è rientrato in albergo molto arrabbiato: « E' inaudito — ha detto — i regolamenti italiani sono una cosa pazzesca, in contrasto con le norme dell'VCI per l'antidoping. Anquetil, com'è nòto è già stato protagonista in passato di due discussi casi per il controllo antidoping in Italia. Il 27 settembre 1967 il record dell'ora ottenuto al Vigorelli con km 47,494 gli venne annullato per la sua mancata presentazione all'esame. Nell'estate scorsa Jacques fu ingiustamente tolto dall'ordine di arrivo del G.P. di Castrocaro a cronometro: non era stato avvertito, per un disguido, del suo sorteggio per il controllo e non gli fu riconosciuta alcuna attenuante. Per intervento del presidente Rodoni la squalifica venne poi annullata. Stavolta, il caso è ancor più complesso, perché l'assurda intransigenza di un commissario farà apparire Anquetil come una vittima degli iniqui regolamenti italiani. Il verbale del commissario è quello che conta e secondo questo verbale Anquetil non si è presentato in tempo. Jacques e Gimondi, anche se la decisione ufficiale verrà fra qualche tempo, attraverso il solito « iter » burocratico che ha il suo punto di arrivo alla commissione disciplinare dell'Ucip, dovranno essere tolti dalla classifica del Baracchi e la vittoria sarà passata, salvo sorprese, ai secondi classificati, Ritter e Van Springel. L'organizzatore Baracchi, nell'intento di sbloccare la situazione e di offrire ad Anquetil almeno un'arma « morale » per impostare la sua difesa, ha cercato disperatamente di rintracciare in Bergamo il presidente dei medici sportivi bergamaschi, professor Marziani, ed un notaio, per consentire al ciclista francese di sottoporsi a un prelievo antidoping. Questo controllo non sarebbe stato valido per 1 regolamenti ciclistici, ma avrebbe accertato la buona volontà di Anquetil e gli avrebbe dato la possibilità, attraverso un esame di laboratorio effettuato privatamente, di sconfessare even¬ tualmente il giudizio dellTJcip. Non è stato possibile trovare nessuno e, purtroppo, il signor Baracchi ha dovuto rassegnarsi a lasciare Anquetil al suo destino. g. Ve¬

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