Due mesi inflìtti a Giulia Cechini per ingiurie a un benzinaio di Arquata

Due mesi inflìtti a Giulia Cechini per ingiurie a un benzinaio di Arquata Due mesi inflìtti a Giulia Cechini per ingiurie a un benzinuio di Arquutu Il processo in Pretura a Serravalle - Non concessi i benefici di legge - La vicenda legata alla scomparsa, presso un distributore, di un anello regalatole da Coppi (Nostro servizio particolare) Serravalle Scrivi», 7 giugno Nuova condanna per la signora Giulia Cechini di 44 anni comparsa stamane davanti al pretore di Serravalle Serivia per rispondere di ingiurie e diffamazione ai danni di un benzinaio di Arquata Scrivia, Domenico Ponta di 32 anni. Riconosciuta colpevole dì entrambi i reati, è stata condannata a due mesi di reclusione, 50 mila lire di multa e al risarcimento dei danni alla parte civile, fissati neila misura di 40 mila lire. La Cechini non ha ottenuto la condizionale e pertanto ha Immediatamente ricorso in appello per evitare di finire in carcere; ha già in sospeso un'altra condanna a 9 mesi senza benefici, per oltraggio a pubblico ufficiale, inflittale dal tribunale di Alessandria il 10 dicembre del 1965. La sera del 30 luglio dello scorso anno In auto, insieme con 1 figli Lolli, Maurizio e Fausto Angelo (quest'ultimo nato dalla relazione con il Campionissimo) e con l'impresario Stefano Azzaretti, di Varzi, la signora fece sosta a un distributore Agip in località Vocemola di Arquata, sull'autostrada Genova-Milano. Recatasi nella toeletta, la signora si sfilò una e fede » di brillanti del valore di 300 mila lire, dono di Fausto Coppi, e la dimenticò su una mensolina. Ripartita, la Cechini dopo poche centinaia di metri si accorse della dimenticanza e tornò subito indietro; della t fede », più nessuna traccia Chiese allora spiegazioni all'addetto del distributore. Domenico Ponta, che aveva con sé la moglie Maria Angela Pinceti, in attesa di divenire mamma, e lo accusò di aver sottratto l'anello. 11 benzinaio respinse l'accusa asserendo che poco pri ma si era fermata al distributore una «Giulia) targata Sondrio e che potevano essere stati gli occupanti di quell'auto ad aver trovato il prezioso anello. Il giorno seguente, la signora con l'amico e 1 figli fece sosta sul piazzale dell'autostrada di Serravalle Scrivia, al distributore Agip gestito, co¬ me quello di Arquata, dal sig. Luciano Pavese; ancora indispettita per l'anello scomparso, la Cechini avrebbe asserito, facendo riferimento al Ponta: « E' un ladro da strapazzo, mi ha rubato la fede. Gli auguro che il figlio che deve nascere sia disgraziato e storpio ». Il fatto venne riferito al benzinaio, che presentò querela e la Cechini fu rinviata a giudizio per ingiurie (primo episodio) e diffamazione (episodio di Serravalle). Stamane, con un semplice abito blu e azzurro, ingrassata, nervosa, Giulia Cechini è comparsa in aula, difesa dall'avvocatessa Martelli che in apertura di udienza ha chiesto un rinvio, essendo assenti i testimoni a difesa Azzaretti e Maurizio Locateli!, figlio della signora. Il pretore dott. Briata, riservandosi di decidere, ha iniziato l'interrogatorio. La Cechini ha respinto le accuse. «Le mie frasi di risentimento — ha detto — erano riferite al ladro dell'anello, che non conoscevo, non al Ponta. Ero indispettita perché quel gioiello era un ricordo di Fausto, e non accusai mai il benzinaio di averlo rubato. Tra l'altro non sapevo neppure che lamonlie del Ponta fosse in attesa di un figlio; non potevo quindi augurargli che nascesse disgraziato y. Il Ponta, costituitosi parte civile con il patrocinio dell'avv. Armella, la moglie e gli altri testi hanno invece ribadito le accuse. Il pubblico ministero Allegri ha chiesto la condanna a due mesi di reclusione. L'avv.ssa Martelli, sostenuto che troppe volte si è ormai soliti attribuire alla Cechini gesti e frasi non rispondenti alla realtà, ha chiesto l'assoluzione con formula du bitativa dall'accusa di ingiurie e con formula ampia da quella di diffamazione. Quindi la sentenza. f. m.