La travolgente avanzata nel deserto di Francesco Rosso

La travolgente avanzata nel deserto La travolgente avanzata nel deserto (Dal nostro inviato speciale) Dal fronte del Sinai, 7 giugno. I soldati israeliani, dalle alture del Sittai, vedono le acque del Canale di Suez. Le colonne corazzate di Tel Aviv stanno per concludere la travolgente avanzata nella penisola: 100 ore nella « campagna » del '56, ed ora nemmeno 60. Gli egi sioni sowo in rotta, ovunque. I veloci e moderni carri armati israeliani sfonda no le linee, li sopravanzano, li circondano. Dall'alto « caccia » scendono in picchiata: ed il deserto non offre riparo. I gruppi di « commandos » israeliani si gettano col paracadute nelle retrovie: conquistano i caposaldi ed impediscono agli egiziani di formare un « secondo fronte ». I soldati di Nasser, dicono i bollettini di Tel Aviv, « si tolgono le scarpe e le gettano nel deserto per fuggire più in fretta ». Stasera alla radio, il maggior generale Itzhak Rabin, capo di stato maggiore israeliano, ha annunciato la completa sconfitta delle forze di Nasser ed il controllo di un ampio settore arabo, dalla riva occidentale del Giordano al Canale: « Gli egiziani sono sconfitti - ha dichiarato - e tutti i loro sforzi sono diretti a ritirarsi al di là del Canale di Suez. L'intera zona è in nostre mani. Il principale sforzo degli egiziani consi ste nel salvare se stessi x Il generale Robin ha così riassunto la situazione militare: 1) gran parte della riva occidentale del fiume Giordano è in mani israeliane, compresa Gerico; 2) il Sinai « è preso » (l'intera penisola ha una superficie di 59 mila kmq.; quasi tre volte Israele); 3) in rapporto con quanto è stato fatto, le perdite sono state « non grandi » per gli israeliani. « Il nostro esercito - ha detto - ha affrontato da solo l'Egitto, la Siria, la Giordania e l'Irak, ha stroncato le loro forze aeree ed ha messo in fuga le loro truppe e i loro mezzi corazzati ». Il generale Rabin ha presentato le condoglianzalle famiglie dei caduti dicendo: « Ognuno si è battuto come un leone perchsiamo ben coscienti chtutto questo ci è imposto Consolatevi con ciò che ab biamo raggiunto ». Al tramonto, questa lsituazione sul fronte deSinai: a nord è caduta Romana, a 40 chilometri dPorto Said, ad appena 32 da Ismailia, il cuore della difesa egiziana. Al centro, là dove le truppe nasseriane hanno opposto la resistenza più valida, la « cotonna » israeliana è attestata 50 chilometri oltre Abbou Egueila, uno dei centrstrategici nemici più importanti, conquistati ieri. A sud, i paracadutisti, con l'appoggio della Marina, hanno espugnato la roccaforte di Sharm El Sheikh che domina lo Stretto di Tiran. Al primo sorgere del sole, l'inseguimento delle sette divisioni di Moshe Dayan (quattro di fanteria, due corazzate ed una meccanizzata) si è fatto più serrato, martellando da vicino il nemico in fuga, per impedirgli di attestarsi su una « se conda linea ». Questo il te ma strategico del terzo e decisivo giorno di guerra Sul Mediterraneo, da segnalare un bombardamento di navi egiziane contro la città di Gaza, conquistata ieri poco dopo mezzogiorno. S'ignora se i cannoni di Nasser hanno fatto delle vittime. Nelle prime ore del mattino, sono stati soffocati nella fascia di Gaza gli ultimi focolai di resistenza delle « truppe di liberazione » palestinesi. La manovra a ventaglio di Moshe Dayan, sulle stesse direttive del '56, stava ormai per chiudersi. Lungo il mare, la prima colonna avanzava rapida, quasi senza combattere, sulla comoda strada verso Porto Said (qui la chiamano « autostrada»). Nella fretta della fuga, i genieri e guastatori arabi si sono « di mendicati » di minare e far saltare le vie di comunicazione. Romana è caduta alle 14,30. Verso Porto Said si vedono scintillare le paludi che costellano la depressione presso il Canale: sono l'ultimo valido ostacolo. La colonna centrale, quella che ha conquistato Abbou Egueila, ha avanzato sulla rotabile che attraversa il deserto di Gufa, ad una novantina di chilometri dal mare. Gli israeliani hanno occupato i villaggi di Gebel Libni e El Marna, ma grazie al terreno montagnoso, gli egiziani hanno potuto bbozzare una resistenza sul massiccio centrale del Sinai, sulla direttiva di Hasana ed Um Kuteb. I carri armati egiziani superstiti hanno scatenato na violenta ma breve controffensiv'. Mentre l'aviaione israeliana, del tutto disturbata, mitragliava e ombardava dall'alto, i commandos» di Tel Aviv ono stati paracadutati alle spalle di Um Kuteb. In uesta battaglia, la più feoce d'oggi, si è dimostraa la perfetta organizzazione tattica degli israeliani. Gli arabi vistisi circondati sono stati colti dal panico ed hanno abbandonato il campo. Secondo alcune fonti, gli egiziani continuano ad opporre resistenza entre si ritirano verso Ismailia. La punta avanzata delle truppe israeliane è giunta a Bir Gafgafa. La terza colonna, quella più meridionale, che ha douto vincere la resistena egiziana a Kuntilla, si divisa in due. Il primo troncone si muove verso il anale di Suez, verso Porto Toufiq, in appoggio alla coonna centrale di Abbou gueila. Il secondo avanza apidamente (ma il terreo è irregolare e scosceso) verso l'estremità del Sinai, su Sharm El Sheikh conuistata dai paracadutisti. Sharm El Sheikh è caduta alle14,50. In precedenza i « commandos » israeiiani rano stati paracadutati ulla vicina posizione straegica di Ras Nasrani, menre la base egiziana venia martellata dal mare dale navi di Tel Aviv. L'azioe combinata si è concluso apida e sicura: gli egiziai, per evitare di cadere rigionieri, si sono sganiati e sono oro in rotta erso Suez. Israele domina ra lo stretto di Tiran, caua « ufficiale » della guerra I generali di Nasser hanno ripetuto lo stesso gravissimo errore strategico del '56. Nel Sinai, disponevano di ben quattro divisioni di fanteria del deserto, specialmente allenata a combattere nella penisola, e numericamente più forte delle divisioni di Tel Aviv, due divisioni corazzate con circa mille carri armati (in gran parte di costruzione sovietica, « Stalin » e « T34 »), ed una divisione leggera blitidata. Ma le hanno scaglionate su un vasto fronte, con linee logistiche allungate. Le forze di Nasser non hanno così retto all'urto delle masse corazzate israeliane, manovrate con rapidità dallo Stato Maggiore di Tel Aviv, che è riuscito sempre ad aggirare il nemico. Gli israeliani non si sono limitati ad avanzare, ma hanno organizzato con tempestività ammirabile le retrovie. Il problema del momento senio i civili arabi delle zone occupate: come sfamarli? Un alto funzionario del servizio approvvigionamento ha dichiarato: « Il nostro problema è di vedere come possiamo includere tutta ques ta nuova popolazione nei nostri programmi di vettovagliamento, ma non ci preoccupiamo. Eravamo preparati anche a questo ». Francesco Rosso