Don Prandina rapito dalla forza pubblica di Ercole Moggi

Don Prandina rapito dalla forza pubblica LA TRAGICOMMEDIA DI CAVAGLIETTO Don Prandina rapito dalla forza pubblica Campane a stormo - Il ribelle si rifugia presso l'altare Bottiglie vuote e pianto di ragazze - La partenza in jeep (Dal nostro inviato speciale) Novara, 27 dicembre Il sipario è calato sulla commedia dl Cavaglietto, che ha avuto lati inquietanti e spunti farseschi. Bisogna sapere che questo paese è abitato da una fiera popolazione rurale, cui sorridono tutti i beni della terra, seppure esclusi per ora quelli del cielo. Tutti cosi, del resto, in questa plaga. Cavaglietto e paesi vicini erano un tempo borgate comprese nella signoria degli Apiellengo e qualche cosa degli uomini d'arme d'allora è rimasto agli abitanti d'oggi. Assalto dai ballatoio Altrimenti non al saprebbe spiegare tanto ardore guerrigliero per un prete di non grande levatura e in cui, certamente, non brillano le virtù peculiari, tra cui l'obbedienza e la disciplina al pastori della Chiesa. Figuratevi poi se l'una e l'altra virtù sono da ricercarsi in questo miiiiiiiiiiiinii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinin gliaio di pecorelle smarrite! « Cavaglietto — mi narra persona di questi luoghi — stava per raggiungere un'antica e tenace aspirazione, quella di diventare comune autonomo, e il decreto sarebbe già pronto, ma per ora ha perso la testa per la parrocchia. E pensare che questa brava gente, nelle ultime annate vinicole, ha fatto fior di quattrini e potrebbe seguitare a vendere e a bere il proprio vino in tutta tranquillità ». Che lo bevano, e di quello buono, si è constatato oggi quando agenti e funzionari fatta irruzione nella camera da pranzo del parroco trovarono sul tavolo una serie di cinque o sei bottiglie di quello buono sturate evlden- aveva diretto le operazioni belliche e rappresentava la misericordia civile, Io assicurò con gentili parole che era venuto a proteggerlo, e perciò poteva abbandonare subito la parrocchia dove da me-1 si si era dichiarato prigionie-' ro dell'affetto dei suoi parrocchiani. La ferza pubblica, penetrata nell'interno dello stabile, apri poi il portone d'ingresso, che era già protetto al di fuori da un triplice cordone di carabinieri e di agenti perchè la folla non facesse impeto. Tre autocarri di avieri del vicino aeroporto di Novara sostavano di rinforzo poco lungi dal paese, ma non ci fu bisogno del loro intervento. E' da notare che due mem- temente nelia giornata per rinforzare il corpo di guardia interno di don Pi-andina, composto di quattro baldi giovani, asserragliati due nella suddetta camera da pranzo e due sul campanile. Alle ore 15 un suonare agitato di campane segnalava forze in vista. Le forze facevano la loro entrata veramente in proporzioni vistose. Era un corteo di autocarri di agenti di pubblica sicurezza e di carabinieri, e inoltre altri militi e funzionari su diverse jeeps, nonché un distaccamento di vigili del fuoco di Novara con autopompa, agenti motociclisti e agenti del reparto lacrimogeno. Il portone della casa parrocchiale era chiuso. Si sarebbe potuto abbatterlo, ma alcuni agenti preferirono arrampicarsi acrobaticamente fino al ballatoio, dal quale, sfondando un esile uscio a vetri, penetrarono nell'interno dello stabile. Il corpo dl guardia si arrese subito. Nessuno l'aveva toccato, ma sembravano più morti che vivi. Don Prandma stesso venne cerca to persino sul campanile, e fu trovato in chiesa. Inginocchia to, a pregare. Quando scorse gli agenti diventò smorto e balbettò qualche parola in¬ comprensibile. Al nnmo al- larme, egli aveva abbandona to — a quanto si afferma — i suoi custodi terreni per rifugiarsi davanti aH'altare maggiore, affidandosi alla misericordia divina. Il questore di Novara, che bri del comitato d'agitazione si erano squagliati, strategicamente, già da qualche giorno, e che soltanto una minoranza di abitanti del paese si agitò, urlò, pianse, imprecò, svenne e al prese anche qualche colpo d sfollagente. Ricordo una bella e formosa ragazza che si era addossata ad un muro, nei cortile della canonica, smaniando e piangendo da far pietà. « Gli faranno del male », singhiozzava. Credevo alludesse a qualcuno dl sua famiglia e perciò chiesi a chi avrebbero potuto far del male gli agenti. « Ma a don Prandina », continuò la ragazza tra i singhiozzi. II grido di guerra Parecchio tempo fu perso dai'* funzionari ,e dagli agenti per consigliare i più accaldati ad abbandonare la piazza del paese e a lasciar partire 11 prete. Finalmente venne fatta avanzare di fronte alla canonica l'autopompa dei vigili del fuoco, mentre un denso cordone di agenti si schierava al passaggio di don prandina che aveva preso pò sto su una jeep della polizia, accanto al questore di Novara, tra due grappoli di agenti. Quando ii funzionario gli cliie se, prima che egli lasciasse quello che era stalo il suo for tilizio per nove mesi, dove desiderava di essere portato, esternò il desiderio di sostare per stasera a cinque chilometri da Cavaglietto, presso alcuni suoi cugini. Aggiunse, però, che all'indomani sarebbe partito in bicicletta per il suo paese. Poco dopo la partenza di den Prandina entrava nelia parrocchiale un inviato del vescovo di Novara, padre Pranzi, degli Oblati, direttore del seminario di Arona. Ma il suo ingresso venne salutato dalla folla con urli, fischi e una serie di titoli poco cristiani che non è il caso di riferire. In mezzo agli agitati si erano frammisti molti paesani più tranquilli, ai quali ho potuto chiedere qualche schiarimento senza pericolo. Essi affermano che la tregua sottoscritta per Natale è stata un tradimento degli incaricati del paese a trattare nel noto colloquio col questore e col vicario arcivescovile. Anche questi emissari sono il bersaglio ora delie più pittoresche contumelie. Il paese, in sostanza, afferma: «O don Prandina parroco o nessun altro prete in paese s.. Questo è il grido di guerra. Insomma, di Cavaglietto. Per contro si afferma che la popolazione è composta in prevalenza di aderenti ai partiti di sinistra, circostanza però che mi è stata vivamente smentita. < Siamo unicamente del partito di don Prandina ». Alle elezioni politiche del 2 giugno ha trionfato la lista democratica cristiana. Sembra però che il vescovo di Novara, in questi giorni, abbia esclamato, alludendo a quelli di Cavaglietto: « Alla larga da questi cristiani ». In questi mesi dl interdetto cinque morti sono stati avviati al cimitero con funerali ci. vili, due sposi si sono uniti col vincolo puramente civile, e qualche altra coppia forse farà a meno anche di quello civile. Otto bimbi sono stati infine battezzati in questi mesi dalla levatrice del paese. Sul calar della sera, mentre la canonica, cen padre Pranzi, resta presidiata, il testante delle forze abbandonava il paese, sul quale è c'alata una fitta nebbia. Ma il sipario — ci domandiamo — è calato per seinpre? Con un personaggio nostalgico come don Prandina, che, nominato reggente di questa parrocchia, la quale gode di un beneficio di 300 pertiche Ji terreno coltivabile, aveva esclamato, da nomo che conosce il latino: Hic manebimus optime, e con una popolazione attaccata... alla religione come questa Cavaglietto, sono sempre possibili delle sorprese. Può capitare che questo complicato sacerdote, partito in jeep con un largo corteggio di polizia, ritorni processionalmente in parrocchia e mandi il padre oblato a farsi benedire ad Arona. Ercole Moggi 11 sacerdote scortato dalla polizia lascia la canonica. Ressa del parrocchiani davanti alla chiesa.

Persone citate: Prandina