Londra: nuove misure dovranno limitare l'esodo di sterline di Mario Ciriello

Londra: nuove misure dovranno limitare l'esodo di sterline Londra: nuove misure dovranno limitare l'esodo di sterline Vietato alle banche inglesi il finanziamento di scambi commerciali tra due Paesi non appartenenti all'area della sterlina - Si accentua il declino delia moneta britannica trasferisce alla banca la sua lettera di credito, per cui sarà l'istituto britannico ad incassare dal commerciante nipponico. Naturalmente, alcuni mesi possono passare prima che la banca riesca a raccogliere la somma (più gli interessi) e in questo periodo il versamento all'esportatore argentino appare nella bilancia inglese dei pagamenti sotto la voce « disavanzo ». Ecco dunque il motivo del nuovo provvedimento. Si vogliono evitare questi prolungati « scoperti », soprattutto adesso che la bilancia dei pagamenti sta faticosamente cercando di conseguire un equilibrio. I funzionari britannici spiegano che la restrizione « tapperà una falla» di circa 100 milioni di sterline, 150 miliardi di lire: ma i banchieri rispondono, irosamente, che tali somme rientrano prima o poi arricchite dagli interessi e che, così facendo, il governo diminuirà l'attività della City. La tesi dei banchieri non è errata, ma due fattori hanno influenzato la decisione governativa. Anzitutto, lo aumento nel volume di questi crediti, assai proficui per le banche causa l'elevato tasso di sconto sulla sterlina a lungo termine. Indi, la crescente partecipazione a tale attività dei sempre più numerosi istituti stranieri a Londra Un punto è chiaro, ed è ammesso dagli stessi funzionari della Banca d'Inghilterra e del governo. La misura ridurrà ulteriormente la funzione della sterlina come valuta di riserva, funzione già ridimensionata dal recente accordo di Basilea. Questa evoluzione della sterlina è comunque un fattore positivo, non essendo più l'Inghilterra in grado di sorreggere da sola l'onere di una valuta internazionale. Mario Ciriello Londra, lunedì mattina. Con un'inattesa decisione annunciata nella notte tra sabato e domenica, la Banca d'Inghilterra ha vietato alle banche britanniche e a quelle straniere in quest'isola di « finanziare con sterline scambi commerciali fra due Paesi non appartenenti all'area della sterlina». Un eguale provvedimento fu imposto per due anni tra il '57 e il '59, dopo la « crisi di Suez », e indi revocato. V'è chi afferma che la restrizione possa questa volta divenire permanente, ma è improbabile. La misura lascia però immutati e liberi sia il movimento degli eurodollari, sia l'uso di valuta britannica per il finanziamento di transazioni fra due Paesi, uno dei quali sia nell'area della sterlina. Il problema può essere spiegato più chiaramente con un esempio. Un esportatore argentino vende merce a un importatore giapponese. L'ar gentino, non potendo attendere il pagamento, si rivolge a una banca inglese che gli versa l'equivalente, in sterli ne: allo stesso tempo, egli tlrcncpriiad

Luoghi citati: Basilea, Inghilterra, Londra