Non è bastato «mezzo Haller» a formare uno squadrone di Mario Salvatorelli
Non è bastato «mezzo Haller» a formare uno squadrone Non è bastato «mezzo Haller» a formare uno squadrone Gli spettatori erano pronti ad applaudire la rinnovata Juventus - L'urlo di entusiasmo non è esploso - La «festa dei juventini» è per ora rinviata Il risultato senza reti tra Juventus e Palermo è stato, per il pubblico torinese, una delusione grossa; cocente. Per la prima partita di campionato dei bianconeri in casa, l'anno scorso si erano mossi in ventimila. Ieri cinquantamila persone gremivano le scalee del Comunale: per le macchine non si trovava da posteggiare già mezz'ora prima dell'incontro se non a un chilometro dallo stadio; le biglietterie erano prese d'assalto. Un contorno degno di un « derby » cittadino o di una Juventus - Inter. Lo stadio era pronto ad esplodere di gioia, ma le polveri in campo erano bagnate e l'urlo di entusiasmo è rimasto nella strozza. Non è bastato un « mezzo » Haller (così è apparso al suo debutto in campionato ti biondo tedesco, a corto di preparazione e non inserito nel gioco d'insieme) a fare lo squadrone. Tutti erano pronti a salutare il ritomo della grande Juventus, quella di Charles e di Sivori o, per risalire più indietro, di Boniperti e degli Hansen, di Borei e di Ferrari (ma allora c'era un Orsi all'ala). Il brindisi è stato rinviato. Speriamo di poco. « La solita Juventus, a lungo Incerta all'attacco... ». Cosi iniziava il resoconto della prima partita dello scorso campionato, poi vinta alla fine dalla squadra di Herrera, per 3 a 1 sul Mantova. Come dovrebbe incominciare la cronaca della partita di ieri, finita 0 a 0 con il Palermo, appena promosso dalla B? Non si li ri ). eo ia o, a nadi o, si può dire la « solita » Juventus, perché questa volta c'erano gli assi e perché la gara è terminata con un risultato in bianco, il più amaro dei risultati. Dovremmo dire: come prima, peggio di prima? Nemmeno, perché il gioco è cambiato, la qualità dei giocatori anche. Ma .i goals non sono venuti. Così la festa è mancata. Nella nostra esperienza, ormai purtroppo lunga, di « tifosi », non ricordiamo un pubblico così ben disposto ad applaudire, così pronto a gridare il suo entusiasmo agli atleti del cuore. La prova corale c'è stata, ad ogni occasione buona: le azioni, in verità poche, di Haller e di Anastasi, scatenavano le gradinate. Un accenno di esplosione al settimo minuto, per una discesa sulla destra di Anastasi, conclusa con un tiro da posizione difficile e fuori bersaglio; poi alla mezz'ora un altro tiro in corsa del centravanti siciliano (ecco un « immigrato » che non potrà certo lamentarsi dell'atmosfera torinese) ha provocato un uragano d'applausi; sul finire del primo tempo un'azione veramente ubriacante, con aggancio difficilissimo del pallone, scatto e tiro. Nella ripresa si sono avuti dieci minuti di ebollizione,' prima per un bel tiro al volo di Haller, parato con difficoltà, poi per un altro tiro di Anastasi, ma l'urlo della folla non ha avuto seguito. Cinquantamila spettatori per una Juventus ■ Palermo sono molti anche per una città come Mi¬ lano, sono moltissimi per Torino. Tocca alla Juventus fare in modo che questi cinquantamila spettatori delusi (e gli altri milioni di sostenitori sparsi in tutt'ItaHa) ritrovino presto una ragione per il loro fresco entusiasmo. Mario Salvatorelli
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