L'autocritica di Dubcek di Igor Man

L'autocritica di Dubcek L'autocritica di Dubcek (Segue dalla 1* pagina) accettato gli obblighi derivanti dall'accordo di Mosca; 2) nominato una commissione diretta da Spacek che prepari il futuro congresso, tenendo conto della situazione attuale; 3) deciso mutamenti nei massimi organi del partito comunista ». Il Comitato centrale ha cooptato un'ottantina di membri, cioè quelli eletti al 14° congresso (clandestino) del 24 agosto, sconfessato da Mosca. Anche il Praesidium è stato allargato con l'ammissione del presidente Svoboda e del Capo del governo Cernik. Il nuovo Praesidium, pur annoverando nelle sue file conservatori quali Bilac, Piller, Simenek, Sadovsky, è orientato su posizioni dubeekiane. Di esso non fanno più parte Svestka, che lascia la direzione del Rude Pravo (foglio ufficiale del pc) e va a dirigere La Tribuna. Kolder esce dal Praesidium, avrà un incarico governativo. Altri esclusi: Rigo e Kriegel (che abbandona anche la presidenza del fronte nazionale). Kapek e Cisar escono dalla segrete ria del Comitato centrale. Dopo la cooptazione in quest'ultimo organismo di buo na parte dei componenti di quello « illegale » (cioè eletto contro la volontà dei russi), che sono tutti elementi dubeekiani, al vertice il rapporto di forza tra novatori e ortodossi è mutato. ■ Dubcek dispone di una maggioranza effettiva, può continuare nella sua azione di rinnovamento. Questo, però, in teoria, perché saranno sempre i russi a dire .'.'ultima parola; almeno fin quando il Politburo di Mosca rimarrà com'è ora. Ieri, domenica, sono scomparsi ì segni della « settimana eroica », sembra d'essere tonati ai tempi di Novotny: la gente si trascina a passeggio per le strade, fa stancamente la fila davanti alle bancarelle della frutta o ai chioschi dei giornali tuttora stampati in tipografie di fortuna Pochi fogli hanno conservato il tono battagliero dei giorni scorsi; gli altri, come qualcuno ha commentato con amarezza, « non sono più scritti in cecoslovacco ». Ieri è corsa notizia del suicidio di due uomini-chiave dell'apparato di sicurezza cecoslovacco: il colonnello Jan Zaruba, sottosegretario agli Interni dall'aprile del 1965, un progressista amico e collaboratore del dimissionario ministro Pavel, e del colonnello Kmnet, segretario del partito comunista allo stesso ministero. Negli ultimi mesi il ministero degli Interni è stato al centro della lotta di potere: gli uomini di Dubcek ne avevano scacciato progressivamente gli agenti segreti legati a Novotny. Altri agenti della K.D.A., occupandone gli uffici, chiesero subito i documenti riservati incontrando l'opposizione dei funzionari. Dopo le « dimissioni » di Pavel sono tornati alla carica, non si sa con quali risultati. Quello che si sa, sebbene al ministero degli Interni non smentiscano né confermino, è che il col. Zaruba e il ten. col. Kmnet si sono uccisi. Una tremenda esplosione si è verificata sulla notte di domenica, alle quattro del mattino, dinanzi alla sede della C.T.K., a cinquanta metri in linea d'aria dal mio albergo, buttandoci tutti giù dal letto; l'ordigno ha infranto tutti i vetri dei palazzi in un raggio di cento metri. Sembra che la bomba sia stata fatta esplodere dai sovietici, ma essi l'hanno attribuita a terroristi Igor Man

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