In Messico (finita l'Olimpiade) riprende l'agitazione degli studenti di Giorgio Fattori

In Messico (finita l'Olimpiade) riprende l'agitazione degli studenti Soldati con il mitra stazionano sui tetti del Politecnico In Messico (finita l'Olimpiade) riprende l'agitazione degli studenti Il giorno decisivo sarà il prossimo 4 novembre, quando l'Università riaprirà i cancelli per le sessioni di esami - La maggioranza dei professori è solidale con gli iscritti alle facoltà che si rifiutano di riprendere le lezioni - L'esistenza di « provocatori » nei recenti tumulti sembra certa, ma molte confessioni degli arrestati non sono da prendere sul serio: un complotto anligovernativo non c'è mai stato (Dal nòstro inviato speciale) Città del Messico, ottobre. Dai tetti del Politecnico alcuni soldati con il mitragliatore in pugno sorvegliano i cancelli sbarrati della piccola città studentesca. Nei giardini della scuola posteggiano camion dell'esercito, un gruppo di militari accende un piccolo falò sotto i portici della sezione di ingegneria. E' la sera della chiusura delle Olimpiadi. Dall'altra parte della città, ottantamila persone tutte in piedi nello stadio danno il festoso addio alla fiaccola. I Giochi sono finiti, sono stati un grande successo te- enico e popolare. Per il Messico tornano ora in primo piano problemi più difficili. I militari, silenziosamente ammassati nella più inquieta e ribelle delle scuole della città, sembrano attendere come tutti la liquidazione dei conti fra studenti e governo, ora che la tregua olimpica è finita e gli ospiti stranieri se ne vanno. I giorni critici ricominceranno il 4 novembre, data di riapertura delle università per le sessioni di esami. Gli studenti, dispi. i dopo i gravi scontri, si ritroveranno in massa nelle scuole. In queste settimane di Olimpiadi si sono avuti soltanto sporadici contatti fra i membri dei comitati di lotta per discutere le trattative aperte, senza successo, con il governo. L'inizio degli esami non vuol dire la fine dello sciopero studentesco. La maggioranza dei professori è sempre solidale nel boicottaggio della ripresa delle lezioni. Potranno esservi altre manifestazioni di massa e comunque un'immediata occasione di protesta nascerà dalla presenza dei soldati nel Politecnico. « La situazione è matura per uno sgombero totale dell'esercito dalle scuole — afferma un funzionario —. II governo manterrà il suo impegno ». Ma ormai è questione di giorni e le settimane olimpiche sono passate senza una soluzione di questo primo problema II presidente Diaz Ordaz si è interessato vivacemente ai Giochi. Ma più ancora ha seguito con attenzione la delicatissima situazione studentesca che ha diviso in due il Paese. Alla vigilia della chiusura delle Olimpiadi, sessantatré studenti sono stati scarcerati per sua diretta sollecitazione. Il Presidente, dicono molti a Città del Messico, si adopera per una conciliazione, consapevole che i generali, per fini non chiari, hanno usato una mano troppo dura nella repressione di Piazza delle Tre Culture, che la gente ora chiama Piazza delle Sepolture. Ad attendere i sessantatré studenti davanti al carcere giudiziario, c'era una piccola folla di parenti e di giovani e li hanno accolti con un lungo applauso. Uno degli studenti liberati, Anselmo Munoz Suarez, ha detto: « Il fatto che ci rilascino senza aver provato le accuse dimostra che siamo stati vittime di una persecuzione poliziesca. Ci sono altri studenti dietro a quel muro e aspettiamo che liberino anche loro. E' stata un'esperienza dura ma niente è cambiato: continueremo la lotta secondo gli obbiettivi fissati da tempo ». I prossimi giorni diranno meglio se il Fronte studentesco, come afferma Munoz Suarez e altri con lui, è sempre compatto. I giudici di tribunale hanno compiuto un serrato lavoro psicologico sulle famiglie dei giovani arrestati affinché « collaborino a evitare nuove imprudenze ». Vi sono state polemiche fra gli stessi esponenti dei comitati di lotta sul modo di continuare la protesta. « Non dobbiamo più offrire alcun motivo per una azione violenta di polizia — afferma uno dei leaders, Marcelino Perello —. Tlatelolco ha dimostrato che siamo i più deboli e potremmo essere schiacciati dai militari. Ci sono ' fra noi alcuni provocatori che fanno il gioco degli estremisti di destra ». La catena di rivelazioni, ora lasciate cadere dalla stampa governativa, ha causato altre incertezze. Alcuni studenti dopo l'arresto chiamarono in causa gli oppositori del governo Diaz, accusandoli di averli sobillati e armati. Poi hanno ritrattato dicendo di essere stati costretti a recitare una parte per le torture della polizia. I comitati di lotta li hanno comunque espulsi, ribadendo che l'azione politica studentesca non è manovrata da alcuna forza di partito. « Quelle confessioni non sono da prendere sul serio. In quattro anni di carcere ho imparato a conoscere i metodi persuasivi della polizia messicana ». Siamo nella villa a Cuernavaca. cento chilometri da Città del Messico, del pittore David Siqueiros, in un via vai di operatori della televisione sovietica, delegazioni della Germania orientale, gruppetti di ammiratori brasiliani e argentini. Il superstite protagonista della Rivoluzione messicana sta infaticabile sotto il sole a piombo, sorvegliando gli operai che con martelli e fiamma ossidrica lavorano al gigantesco dipinto murale, zinco e pittura sbalzati in rilievo, ultima opera dell'artista. Il murale, che raffigura la marcia dell'umanità, verrà montato a Città del Messico in un nuovo complesso culturale finanziato dal governo. Il vecchio ribelle non si sente tuttavia un integrato nel sistema e le sue accuse sono dure. « I morti di Tlatelolco (dice), sono stati un gravissimo errore delle autorità e aprono una nuova fase nella storia della Rivoluzione messicana. Ci sono stati certamente intrighi a sfondo elettorale che hanno cercato di strumentalizzare gli studenti, a loro insaputa. Resta la verità che mai come oggi il popolo è dalla parte dei giovani, sdegnato per la repressione di un esercito che si dice l'erede delle truppe rivoluzionarie. Il governo dovrà cedere e abolire, come chiedono gli studenti, quell'articolo 145 sui delit¬ ti politici che ho pagato anch'io di persona con il carcere. L'azione degli studenti è una lotta politica che ha appoggi dovunque e credo' che il presidente Diaz Ordaz, forse trascinato suo malgrado in un'avventura pericolosa, se ne renda benissimo conto ». Quarantanni di assoluta fedeltà stalinista non lasciano dubbi a Siqueiros nella scelta del bene e del male. Condanna con violenza la terroristica azione dì forza dell'esercito messicano, « mentre è diverso (dice, alludendo a Praga) il caso di un esercito che intervenga con decisione per difendere il socialismo ». Al dì là delle sue idee politiche, egli esprime tuttavia una certezza che è di moltissimi messicani: la lotta studentesca, anche se forse per vie meno drammatiche, riprenderà e cambierà molte cose nella politica del paese. Giorgio Fattori ♦

Persone citate: Anselmo Munoz Suarez, David Siqueiros, Diaz, Diaz Ordaz, Marcelino Perello, Munoz Suarez

Luoghi citati: Città Del Messico, Cuernavaca, Germania, Messico, Praga