I comunisti francesi ripudiano lo stalinismo

I comunisti francesi ripudiano lo stalinismo Una ssvolta radicale nel pai I comunisti francesi ripudiano lo stalinismo Jeannette Vermeersch (vedova di Thorez) costretta a dimettersi dal Comitato Centrale e «biasimata» per aver difeso l'intervento sovietico in Cecoslovacchia -1 nuovi dirigenti estrométtono i vecchi capi allineati sulle posizioni più conservatrici (Dal nostro corrispondente) Parigi, 22 ottobre. Le dimissioni di ' Jeannette Vermeersch Thorez dairufficio politico e dal comitato centrale segna il definitivo ripudio dello stalinismo da parte del partito comunista francese e il suo allineamento sulle posizioni del partito comunista italiano per una via nazionale al socialismo. La svolta è avvenuta in seguito ad un processo molto laborioso e molto lento, perché il pcf, che è un partito quasi esclusivamente operaio, a differenza del pei aveva stentato a far proprie le conseguenze del XX Congresso: la sua azione era rimasta a lungo ancorata all'eredità di Maurice Thorez, il cui principio fondamentale era « la fedeltà incondizionata all'Urss ». Ormai, però, la sua vedova, Jeannette, non rappresentava più che una scarsa minoranza della base, una minoranza di vecchi militanti legati alle tradizioni e sospettosi d'ogni rinnovamento. Tutti i giovani erano decisamente dall'altra parte, e il pcf avrebbe avuto serie difficoltà nel reclutamento delle nuove leve se avesse mantenuto ancora l'equivoco, attraverso la presenza della Vermeersch in uno del posti dirigenti. Ancne la confederazione generale del lavoro risentiva questo malessere, con una lenta ma costante emorragia di iscritti. Jeannette Vermeersch ha preso lei stessa l'iniziativa delle proprie dimissioni, ma dopo che il comitato centrale l'aveva messa nella necessità di farlo. Accettandole, esse sono state giudicate « ingiustificate », e accompagnate dal biasimo per « avere espresso in seno all'ufficio politico una posizione divergente e contraddittoria». Il comunicato del comitato centrale afferma poi che la Vermeersch, « pur dichiarando che è contro l'intervento militare in Cecoslovacchia, ha accumulato pretesti tendenti a giustificarlo e critiche verso l'ufficio politico e il camitai to centrale che disapprovano tale intervento ». Anche Roger Garaudy, esponente dell'opposta tendenza, che chiede la liberalizzazione del partito e che ha condannato nei termini più netti l'intervento in Cecoslovacchia, è stato biasimato «per aver pubblicato dichiarazioni personali che si discostano dalla politica del partito». Il suo, però, è un biasimo che riguarda più che altro la disciplina interna, un biasimo molto blando. Quello che conta è che la Vermeersch se ne va, mentre invece Garaudy rimane. E rimangono a far parte del comitato centrale anche tutti gli altri esponenti che si sono manifestati d'accordo con le sue tesi, compreso Louis Aragon, che la settimana scorsa diceva di essere « un uomo per il quale il dramma presente dei cèchi e degli slovacchi rimette in causa da cima a fondo il proprio destino». Se Garaudy non fosse stato biasimato, almeno in termini soltanto formali, le decisioni del comitato centrale avrebbero voluto dire là rottura oompleta del pcf dall'Unione Sovietica e bisognerebbe essere molto ingenui per credere che un partito comunista possa volere, nelle circostanze attuali, tale rottura. Ne è una prova l'annunzio che una delegazione composta dal segretario Waldeck Rochet e da quattro membri dell'ufficio politico, andrà a Mosca il 4 novembre, non per sottomettersi a un diktat del Cremlino, ma per « rinforzare l'unità del movimento comunista internazionale e le relazioni d'amicizia e solidarietà con tutti i partiti fratelli, specie col partito comunista dell'Unione Sovietica, sulla base dell'uguaglianza nei diritti e della libertà dì determinazione d'ogni partito ». La svolta non potrebbe essere più radicale da parte di un partito che, fino a pochissimo tempo fa, era rimasto una roccaforte dello stalinismo. Lo riconosce anche un giornale rigorosamente conservatore, . Le Figaro, che commentava stamani: « E' un avvenimento importante, torse anche capitale e che può esercitare un'influenza determinante sui tentativi di unione della sinistra di cut Mitterrand aveva preso l'iniziativa ». Sandro Volta 01 11 111 ! I i F i i ! M11111 11 IM It I llf! Ili 111 Iti Ili irillf 11 11 11111 ! 1111111 i ! ri r 11111 ! 11111 1 MIMMI II III ilIIMIIl rll 111 i i I < ! 111T111111 UHI I [1 MIMIMI Dì I] 111 illi II II I (Il : ! f 11 It

Luoghi citati: Cecoslovacchia, Mosca, Parigi, Unione Sovietica, Urss