Gli azzurri cominciano male anche nel ciclismo su pista

Gli azzurri cominciano male anche nel ciclismo su pista .Dopo la. sconfitta, nella "ÌOO tessa,, ssta. se ti* a ti a Gli azzurri cominciano male anche nel ciclismo su pista Chemello eliminato dal con partenza da fermo danese Frey nei quarti di finale dell'inseguimento - Il francese Trentin vince il titolo nel chilometro stabilendo il nuovo record mondiale - Poi viene colto da collasso - L'italiano Sartori al quarto posto (Dal nostro inviato speciale) Città del Messico, 17 ott. Dopo la sconfìtta nella « cento chilometri » su strada, gli azzurri hanno cominciato male anche nel ciclismo su pista: Chemello è stato eliminato dal danese Frey nei quarti di finale delinseguimento, mentre Sartori ha dovuto accontentarsi del quarto posto nella prova del chilometro con partenza da fermo, vinta a tempo di primato dal francese Trentin. Due sconfitte senza attenuanti: il nostro ciclismo sta segnando il passo, e proprio neUe specialità in cui gli azzurri sembravano in grado di lottare per le medaglie. Le porte del Velodromo olimpico si aprono per la prima riunione dei Giochi alle nove precise. La giornata è splendida, forse la più bella da parecchi giorni, in cielo c'è manco l'ombra di una nuvola. La folla aspetta paziente, sono in programma prima le eliminatorie del torneo dell'inseguimento individuale, quindi si assegnerà il titolo del chilometro da fermo e si «chiuderà» con i quarti di finale dell'inseguimento. L'attesa è piuttosto lunga, gli iscritti all'inseguimento sono una quarantina, ma parecchi degli atleti, al momento dovuto, non si presentano. Gli organizzatori, con lodevole buona voglia, vanno in cerca dei ciclisti beatamente in ritardo e riescono, per miracolo, a cominciare in orario, alle dieci precise. Gli atleti scendono in pista a due a due. Conta il tempo, bisogna sceglierne otto, naturalmente gli otto migliori. Chi li realizza si qualifica per il turno seguente. Gli altri fanno fagotto e tornano a casa. Nelle serie iniziali qualche protagonista è protagonista da burletta. Non corre soltanto piano, corre addirittura pianissimo. Ma subito, in questo velodromo che, grazie alla quota, è una specie di « fabbrica di records », il primato olimpico viene battuto. Apparteneva all'azzurro Tirsi, che a Tokio aveva impiegato sui 4 chilometri il tempo di 4'56"54. Ed il danese Knutsen realizza invece il tempo di 4'46"70, seguono alcune batterie che, per usare un eufemismo, non vedono all'opera dei campioni. Poi viene il turno del nostro Chemello, che gareggia in coppia con il colombiano Rodriguez. Chemello è un po' nervoso, ha una falsa partenza e Costa interviene per tranquillizzarlo. I due scattano. Per quasi l'intera corsa restano alla pari, nell'ultimo giro Chemello accelera: 4'43"58 per lui, 4'45"78 per il suo rivale. Vuol dire che il record olimpico, almeno per ora, è dell'italiano e la folla lo appaude con discreto calore specie quando lo « speaker » annuncia la media che è di 50,779. Ma la sua soddisfazione dura poco. Compare uno svizzero, Xavier Kurmann: giovane, piuttosto sconosciuto. Però, fa in fretta a presentarsi poiché ottiene un eccellente 4'40"41. Le belle prestazioni si susseguono a tambùr battente: 4'43"84 per il tedesco Kratzer, 4'42"15 per il francese Rebillard, 4'42"30 'per il danese Frey, 4'41"10 per l'australiano Bylsma. Delude Daler, il cecoslovacco campione a Tokio, realizza un modesto 4'50"50 e viene eliminato. Si fanno i conti. I migliori otto sono nell'ordine: Kurmann (Svizzera), Bylsma (Australia), Rebillard (Francia), Frey (Danimarca), Chemello (Italia), Kratzer (Germania Ovest), Trevino (Messico), Crapez (Belgio). Breve sospensione, si riprende dopo circa un'ora e sono di scena gli atleti che lottano per la conquista delle medaglie nella prova del chilometro da fermo. Gli iscritti sono trentasei, i nostri colori sono difesi da Sartori, il quale sembra del tutto ristabilito dalle conseguenze del ruzzolone effettuato alcuni giorni fa. Nel chilometro con partenza da fermo, i record da battere appartengono agli italiani: il limite olimpico, infatti, è di Gaiardoni, che nel '60 ha corso la distanza in l'07"27, il limite mondiale è di Sartqp ri, accreditato di un eccezionale l'M"61. Prim0 a partire dovrebbe essere un atleta del Ken^ Ombazi. Ma OmUazi non si presenta e tocca allora a Sartori, secondo della lista. Scatta come ima furia, si lancia con meraviglioso slancio, d continua lo sforzo, taglia il traguardo di slancio. Tempo: l'04"65. Ed ecco in pista il danese Fredborg, uno dei clienti « difficili ». Chissà perché non porta sulle braccia il numero regolamentare. Bisogna attendere che provveda e che cambi il cinghietto d'un pedale che si è rotto. Fila molto forte: l'04"61, i nostri sogni di medaglia d'oro sono durati pochi attimi, per quattro centesimi di se¬ condo Sartori è già battuto. Ma Trentin, che scende in pista poco dopo, fa ancora meglio: scatta con decisione, insiste, aumenta ancora l'andatura e taglia il traguardo dei mille metri in l'03"91f alla media di 56,638 chilometri orari. E' il nuovo record mondiale. Appena terminata la prova, il francese viene colto da un leggero collasso: viene subito soccorso e si riprende, riuscendo a ^aggiungere gli spogliatoi con le proprie forze. Per il nostro Sartori, ormai resta soltanto la speranza di conquistare la medaglia di bronzo. Invece il tempo di Sartori viene ancora superato ed è il polacco Kieczowski (l'04"64) ad ottenere il terzo posto finale. La vittoria tocca a Trentin, la medaglia d'argento è del danese Fredborg e Sartori deve accontentarsi del quarto posto. Dopo un breve intervallo, tornano in pista gli inseguitori. Un'altra delusione per gli azzurri: Chemello si trova di fronte ad un Frey in grande fórma ed è costretto a cedere. Il danese stabilisce la migliore prestazione mondiale coprendo i quattro chilometri in 4'37"54 alla media oraria di km. 51,884. Niente da fare per l'azzurro. Gigi Boccacini