Cominciato il processo alla «gang» dei biglietti falsi da 50.000 lire

Cominciato il processo alla «gang» dei biglietti falsi da 50.000 lire Martucci, di 44, via Limone 17; Giorgio Ferraris, di 30, abitante a Caselle; Giovanni Incoli, di 27, via Curtatone 1; Carlo Torasso, di 22, via Sostegno 45 e Giovanni Ferraris, di 37, via Exilles 69. Sono tutti imputati di « falsificazione di moneta » (reato che prevede una pena dai 3 ai 12 anni); il Falco e l'Incoli devono rispondere anche di truffa. Alla difesa sono gli avvocati Dal Piaz, Delgrosso, De Marchi, Forchino, Gemelli, Guglielmino, Negro, Magnani Noya, Obert e Tortonese. L'udienza si è aperta con la costituzione di parte civile della Banca d'Italia, rappresentata dall'avv. Vittimberga. Falco: « Fu il Martucci a propormi l'affare. Io dovevo portare su di me i biglietti falsi fino a Francoforte, dove sarebbero stati venduti a una persona. Convinsi Giorgio Ferraris a fotografare una banconota per farne le copie. Fui presente nella tipografia del Curati, una notte, dove stampò 5040 biglietti per oltre 250 milioni. Ne bruciammo 500 che non erano riusciti bene ». L'imputato ha un aspetto umile, ripete più volte phe vuol dire tutta la verità ed è'jjentitp di quello che- ha fatto. Il 21 giugno nascose negli « slip » 100 banconote e andò a Caselle per prendere l'aereo diretto a Francoforte. Venne fermato, perquisito e arrestato: attraverso lui la polizia dipanò tutta la matassa e vennero fuòri gli altri nomi. Martucci (ha un negozio di fotografia in via XX Settembre, sarebbe la « mente » dell'organizzazione): «Nego nel modo più assoluto di aver partecipato alla falsificazione. .Conosco soltanto il Falco, mìo vecchio amico. Non capisco perché costui si accanisca contro di me accusandomi e facendomi accusare dagli altri. Forse perché nel '66 tentai di mettere le mani addosso à sua moglie, o forse perché mi deve dei soldi e vuol vendicarsi ». Curati (proprietario della tipografia di via Capriolo, la «base» delle operazioni): «Mi promisero quattro milioni "veri" se avessi stampato il cliché delle banconote rice vuto dal Torasso. Quando seppi che a Milano avevano scoperto dei biglietti falsi ebbi paura, ma fui minac ciato». Incoli («grossista» dell'organizzazione): «Avevo dei biglietti da spendere: andai a Savona, Genova. Asti, Alessandria e comperai camicie per me e abiti per mia moglie, pagando con i " 50 mila " contraffatti ». Torasso e Giovanni Ferraris (ebbero l'incarico di stam pare la pellicola): «Credevamo fossero banconote per la propaganda elettorale, col rovescio in bianco. Quando capimmo che non era un lavoro pulito, decidemmo di andare dai carabinieri, ma fummo arrestati ». Giorgio Ferraris, l'incisore, ammette anche lui la sua responsabilità. Dopo l'escussione di parecchi testi (fra cui tre detenuti che avrebbero ricevuto in carcere certe confidenze) il Tribunale ha rinviato il processo al 22 novembre per ascoltare un teste-chiave, Bob Jancovich. Si offrì alla polizia come pedina per smascherare la banda: ora pare si trovi in Brasile. La sua testimonianza sarà determinante ai fini della causa, s. r. Cominciato il processo alla «gang» dei biglietti falsi da 50.000 lire Sette imputati, tutti in stato d'arresto - Furono scoperti nel giugno scorso: la polizia bloccò a Caselle un «corriere» con cento banconote contraffatte - Uno degli accusati vide stampare denaro per 250 milioni - Il dibattito rinviato al 22 novembre 11 gruppo degli imputati durante il processo, in tribunale ieri a Torino, contro la banda dei falsari (Moisio) E' incominciato alla seconda sezione del tribunale di Torino (pres. Pastore, p.m. Tribisonna, cane. Sacco) 11 processo a carico della banda di ' falsari, specializzata nella fabbricazione e spaccio di banconote da 50 mila lire. Fu sgominata dalla polizia torinese in collaborazione con la Criminalpol di Milano il 21 giugno scorso. In un giorno tutti i principali responsabili furono identificati ed arrestati. Sono Gaetano Falco, di 30 anni, via Patetta 16; Luigi Curati, di 32, via Capriolo 5; Antonio