«Corona Regale»: splendido ed ignoto capolavoro dell'alta mistica ebraica

«Corona Regale»: splendido ed ignoto capolavoro dell'alta mistica ebraica «Corona Regale»: splendido ed ignoto capolavoro dell'alta mistica ebraica L'antica Casa Tipografica Torinese V. Bona, quest'anno ha offerto come annuale strenna ai suoi amici un'opera attinta alla letteratura ebraica. Il contenuto del volume e la splendida veste tipografica, arricchita da 15 tavole fuori testo che riproducono alcune pagine di rari ed antichi codici ebraici, conferiscono alla pubblicazione una straordinaria preziosità. Accanto al testo ebraico, riprodotto felicemente in stichi .disposti come versi rimati, si accompagna la traduzione italiana eseguita con competenza filologica e finezza interpretativa dall'ebraista Antonio Belli. La ' « Corona Regale » è una delle opere ebraiche più popolari di Shelomò ibn Gabirol, poeta e filosofo conosciuto soprattutto nel Medio Evo con il nome di Avicebron, ed autore della « Fons Vitae », opera filosofica che nella sua traduzione latina ha influito sul pensiero della Scolastica. La composizione comprende l'enunciazione poetica dei principi! filosofici del Gabirol. Il suo tema fondamentale è l'Assoluto, l'Unico cui il filosofo-poeta si rivolge con accorata semplicità e con indefettibile fi ducia in un'appassionata e tormentata nostalgia di Dio. Con accenti lirici degni di un cantore biblico, il Gabirol tesse poeticamente il senso della dipendenza assoluta dell'uomo da Dio, sentimenti che egU espresse pure efficacemente in altre poesie. « Una poesia intima, di ricerca, di confessione in accenti talvolta drammatici ». Alla « Corona Regale » del Gabirol, il prof. Belli ha fatto seguire la prima traduzione italiana del trattatello omonimo del cabalista R. David ben Zimrà, un giurista ebreo spagnolo vissuto fra il XV e il XVI secolo. L'autore, seguendo il solco della tradizione mistica ebraica che ha il suo principale monumento nello Zohar, esprime la sua esperienza diretta e quasi tangibile della presenza divina. « Egli, Unità Suprema, eccelso e nascosto nell'insondabile mistero della Sua essenza e tuttavia ognora vicino alla miseria e povertà di ogni cuore, regge e sorveglia il mondo a mezzo del Suo Nome ineffabile che era, solo, con Lui quando Egli volle che il mondo fosse » Una maniera simbolica di comprendere il mondo, quella cabalistica, che testimonia la potenza del vivo sentimento religioso quando tenta di penetrare la vita nascosta dietro ogni verità, quando ricerca l'essenza del Trascendente nascosto nelle Sue massime creazioni: la natura e l'umanità. Indubbiamente questa composizione mistica riflette un modo di vita condizionato da angusti confini, dalla necessità di trarre ispirazione a mondi nascosti di fronte ad una realtà umana sempre più triste e dolorosa. In effetti il pio cabalista David ben Zimrà fu diretto testimone di un'età durante la quale terrìbili erano stati i dolori e « folli le speranze » per la gente ebraica. Questa « Corona Regale » che diede nome e contenuto letterario alle esperienze spirituali dei suoi autori, ha un- particolare significato. Infatti — giustamente nota il Belli — « non per delineare il disegno della corona di un regno terreno si piegò sulle carte il volto dolente e teso di ibn Gabirol, o quello, affilato dalla sottile indagine, di David ben Zimrà. Il valore del simbolo, al di là di ogni umano interesse, va ricercato fra i tesori di una fe de, e nelle vecchie pergamene in cui sta sigillata l'ansia di una ricerca sofferta e vissuta da età immemorabili, antica quanto l'uomo. E' il Regno di Dio in terra che cerca la sua corona, è l'accettazione pie¬ na e gioiosa di Esso che La ingemma in un continuo, intimo travaglio. Ciò ibn Gabirol e ben Zimrà hanno voluto dire a tutti gli uomini di buona volontà; ciò la Sinagoga ha fatto proprio; ciò l'umanità intera implora, nella sua secolare e fervida preghiera: « Spalanca a noi le porte del Cielo! ». (Liturgia di Kippur) S. s. Corona Regale: Poema di S. Ibn Gabirol: trattatello di R. David ben Zimrà; traduzione dagli originali ebraici di Antonio Belli. Vincenzo Bona editore, 1968.

Persone citate: Antonio Belli, Vincenzo Bona, Zohar

Luoghi citati: R. David