Trenta vagoni di «Famiglia Cristiana» partono tutte le settimane da Alba

Trenta vagoni di «Famiglia Cristiana» partono tutte le settimane da Alba / semplici segreti di un grosso fenomeno editoriale Trenta vagoni di «Famiglia Cristiana» partono tutte le settimane da Alba E' la rivista cattolica, edita, dalla Pia Società San Paolo: un milione e settecentomila copie di tiratura, otto milioni di lettori - E' la più letta fra le pubblicazioni religiose; terza in assoluto sul continente europeo dopo le inglesi «Woman's Own» e «Woman's» - Le ragioni del successo: «Trattare tutti gli argomenti — dice il direttore (un sacerdote di 47 anni) — e rinnovarsi continuamente. La mia preghiera è questa: Signore, fammi stancare prima del lettore» Ma il rotocalco si rivolge ad un pubblico particolare e si giova di un sistema di distribuzione appoggiato alle parrocchie (Dal nostro inviata speciale) Alba, 16 ottobre. Ogni settimana partono da Alba trenta vagoni ferroviari carichi di carta stampata: un numero della rivista Famiglia Cristiana. E' il settimanale italiano che ha la più alta tiratura: un milione e settecentomila copie; cioè, secondo i risultati di una inchiesta Doxa, oltre otto milioni di lettori. In tutto il mondo non c'è rivista cattolica, o comunque religiosa, che abbia una uguale diffusione; nella graduatoria dei settimanali europei di ogni genere è al terzo posto dopo due riviste fenrminili inglesi, la Woman's Own che arriva a tre milioni di copie e la Woman's di due milioni. « Secondo una statistica tedesca — dice don Giuseppe Zilli, il direttore di Famiglia Cristiana — al terzo posto dovrebbe esserci "Stern", ma nel corso di una nostra visita a quello stabilimento potemmo accertare che la tiratura reale è soltanto di un milione e duecentomila copie». Come si spiega una diffusione cosi vasta, capillare, di Famiglia Cristiana!. Evidentemente i fattori che concorrono al successo sono diversi. In primo luogo deve esserci la qualità del prodotto, poi il sistema della distribuzione. Per la vendita di Famiglia Cristiana non si segue il metodo tradizionale delle edicole al quale ricorrono tutti gli editori di quotidiani e settimanali, bensì quello misto della «buona stampa», cioè la vendita alle porte delle chiese, la domenica, e le vendite fatte di uscio in uscio dalle suore Paoline, le Figlie di San Paolo. Don Zilli dirige la rivista dal 1954. La tiratura, allora, era di 200 mila copie, le pagine erano 16 e il prezzo 20 lire. Di due anni in due anni sono aumentati pagine e prezzo: molto le pagine, poco il prezzo. Attualmente Famiglia Cristiana ha 116 pagine in carta patinata e costa 70 lire. Il rotocalco le dà un aspetto piacevole: la copertina — mai legata all'attualità, ma quasi sempre a soggetti di carattere familiare — è a colori come talune pagine interne. Il testo incomincia con « la lettera della settimana» con la quale il direttore prende lo spunto per trattare un argomento di costume e di morale. Seguono i «colloqui col Padre» per le confidenze intime dei lettori (e qualcuno arriva persino a chiedere la assoluzione per posta). Ad altre lettere viene risposto nella rubrica « ci hanno scritto». Una nota politica, poi notizie spicciole, quindi altra rubrica «domande ai teologi»; tre o quattro servizi di varietà, un altro sullo sport, poi di nuovo rubriche per le donne e i ragazzi; una puntata di un romanzo scritto e una d'un fotoromanzo. La pubblicità occupa il 25 per cento dello spazio. Il prezzo di 70 lire di copertina è indubbiamente basso, anche se la rivista ha un formato ridotto (cm 30 per 20). La spiegazione del prezzo la si può trovare prendendo in esame il metodo di lavoro che vige nell'ambito della Pia Società San Paolo, la congregazione editrice della rivista. Questa società, ora diffusa in tutto il mondo, ha avuto la sua origine nel 1914, qui ad Alba, per iniziativa di don Giacomo Alberione, fossanese, il quale, sin dall'inizio, si prefisse di mettere al servizio della Chiesa i moderni mezzi di comunicazione. Il più importante mezzo di comunicazione era la stampa e don Alberione impiantò una tipografia e comperò la Gazzetta Albese della quale era direttore dal 1911. La storia della Famiglia Paolina è caratterizzata da un lento, faticoso, ma costante susseguirsi di successi e dall'impronta di un uomo che aveva delle grandi idee e una stupefacente forza di volontà. Nel 1921, quando — con 70 lire di debiti — don Alberione comperò cinque ettari di terreno alla periferia di Alba e incominciò a costruire la prima Casa Paolina, una di quelle che formano l'attuale complesso, disse a proposito della ferrovia che correva a lato dell'appezzamento: « Questa ci servirà quando dovremo entrare con i vagoni nel nostro stabilimento per) caricare i giornali da spedire ». Allora, sembrava un discorso da visionario. » I mezzi di comunicazione Remo Lugli tante. Sono perciò state assunte, tra operai e impiegati, 160 persone. L'organizzazione, cosi ampliata, è in grado di far fronte ad altro lavoro e pertanto si è creato un nuovo periodico, il mensile Famiglia Me¬ se, 164 pagine, 150 lire, per ora tirato in 200 mila copie. Dal primo gennaio prossimo si stamperà ad Alba, dandogli una nuova veste e riducendo il prezzo di vendita, anche II Giornalino, mettimale dei ragazzi che ora è edito presso la Casa di Roma. Gli impianti tecnici di Alba sono modernissimi: cinque macchine rotocalco in uno stabilimento che ha soltanto tre anni di vita ed è costato non meno di cinque miliardi. Don Zilli, che tu uno dei propugnatori di questi impianti, accenna alla possibilità di sfruttarli meglio. La sua idea è questa: un periodico di carattere internazionale nelle diverse lingue, che possa rivolgersi al pubblico che già legge le altre dieci edizioni nazionali di Famìglia Cristiana pubblicate nei Paesi dove agiscono le filiazioni della Pia Società San Paolo. Dòn Zilli, abruzzese, 47 anni, è un sacerdote moderno, dalle idee chiare. Quando venne ad Alba, nel 1951, proveniente dall'Università Gregoriana, aveva l'incarico di insegnare filosofia al liceo. Gli affidarono provvisoriamente il compito di spiegare, sulla rivista, il Vangelo, poi fece anche i « colloqui col Padre » e infine ne divenne direttore. « Il segreto per farla progredire? Ecco — spiega: — fare tutto il contrario di quanto fanno i giornali cattolici, che hanno sempre il tono predicatorio. Bisogna non imporre il dovere di leggere la nostra stampa, ma offrire il piacere di leggerla. Bisogna essere chiari, semplici, aperti a tutti i problemi, anche ì più scabrosi; guai dire al lettore "questo te lo vai a leggere da un'altra parte ". Bisogna rivolgersi a tutti, adulti e giovani, essere pronti ad affrontare un argomento non appena il pubblico lo chiede o lo aspetta. E poi sapersi rinnovare: ogni due anni, almeno, bisogna cambiar volto alla rivista, redazionalmente e tecnicamente. Mai fermarsi, mai fossilizzarsi in una formula, in un aspetto. La mia preghiera da direttore è questa: "Signore, fammi stufare prima del lettore " ». Famiglia Cristiana tiene naturalmente fede al titolo di testata. Non c'è pagina che non faccia ricordare che si tratta di una rivista cattolica. Gli articoli di varietà abbastanza frequentemente hanno titoli come questi: « Perché reciteremo il Credo per tutto un anno », « I preti non sì sposano con buona pace di tutti », « Ordinato sacerdote un vedovo di 78 anni». I teologi, grossi nomi come Laurentin, Chenu, Haring, disquisiscono ampiamente sui problemi della loro specializzazione. Una certa apertura consente la trattazione di argomenti spigliati: ad esempio, si ammette nel fotoromanzo il bacio o addirittura la comparsa di un personaggio femminile di malaffare. Ma poi si cerca subito il riequilibrio con il personaggio di un prete, sempre dileggiato dagli operai, che coraggiosamente ne salva uno in fondo a una miniera guadagnandosi stima e amore. Una copertina di « Famiglia Cristiana » il settimanale stampato ad Alba dalle « Edizioni Paoline » si sono via via evoluti e la Pia Società di San Paolo è sempre rimasta fedele al proprio ideale: ora propaganda la fede religiosa, oltre che con la stampa, con la radio, la televisione, il cinema, i dischi; e questo nei cinque continenti. La congregazione in tutte le sue sedi italiane (Alba, Torino^ Milano, Modena,' Vicenza, Roma, Pescara, Bari, Catania) ha scuole medie e ginnasiali (ad Alba anche il liceo e a Roma la scuola di teologia) ed ha una tipografia Ohe è lo strumento con il quale la Casa deve vivere e anche un mezzo didattico. La Pia Società è formata, in Italia, da 500 preti e da 400 fratelli laici che lavorano senza paga. La formula si ripete nelle Case nate all'estero: Spagna, Portogallo, Stati Uniti, Messico, Colombia, Brasile, Argentina, Congo, Giappone, Isole Filippine. Don Alberione vive a Roma, nella Casa Madre ed ha la carica di Superiore generale o Primo maestro, cioè il capo di tutte le congregazioni. Malgrado i suoi 84 anni è un uomo ancora eccezionale per tempra e intuizioni. A fianco dei preti e dei fratelli laici ci sono i membri di altre otto associazioni create da don Alberione come, ad esempio, la Pia Società Figlie di San Paolo, le suore che sono state definite le «postine di Dio» perché vanno di casa in casa a vendere i giornali, i libri, gli opuscoli usciti dall'enorme meccanismo editoriale della San Paolo. Il sistema del lavoro non retribuito che vige nella congregazione spiega la possibilità di mantenere per la rivista Famiglia Cristiana un prezzo cosi basso. Da qualche tempo, però, le forze paoline da sole non bastavano a mandar avanti un complesso cosi imponente che continua a crescere in diffusione con una regolarità quasi sconcer- IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIMIIIIIII