I banditi vogliono 200 milioni per l'impresario: "Pagate, o morirà"
I banditi vogliono 200 milioni per l'impresario: "Pagate, o morirà"Il clamoroso sequestro nel Nuorese I banditi vogliono 200 milioni per l'impresario: "Pagate, o morir"à i fuorilegge avrebbero affidato il messaggio al contabile rilasciato con gli altri due ostaggi -1 parenti dell'imprenditore tenterebbero di mettersi in contatto con i rapitori (Dal nostro corrispondente) Nuoro, 15 ottobre. Il ragioniere Primo Sari ed i fratelli Raimondo e Angela Fancello, i tre ostaggi rilasciati dai banditi circa trenta ore dopo essere stati sequestrati insieme con l'imprenditore Giuseppe Ticca, hanno potuto finalmente trascorrere una notte nelle loro case. Stamane l'impiegato ha fatto ritorno nel suo ufficio, in via Lamarmora a Dorgali dove ita sede la ditta del Ticca, tuttora prigioniero dei fuorilegge. Primo Sari s'è rimesso subito al lavoro, ma appariva stanco e preoccupato: « Non ho indicato alla polizia — ha detto — il luogo dove i banditi tengono nascosto il mio principale. Non avrei potuto farlo perché, come ho riferito ieri anche al magistrato, i fuorilegge ci hanno divisi fin dalla notte di venerdì, alcune ore dopo averci sequestrati ». Il contabile non riusciva a trattenere qualche gesto di nervosismo. La sua ansia sembrerebbe confermare la voce che circola in paese, secondo la quale i malviventi gli avrebbero affidalo un messaggio per la famiglia Ticca con l'indicazione della somma per il riscatto dell'imprenditore: si parla addirittura di duecento milioni. « Pagate — avrebbero detto i fuorilegge — o lo uccidiamo ». Dal canto suo, la famiglia Ticca ha smentito di avere ricevuto comunicazioni da parte dei fuorilegge tramite il rag. Sari. Stamane, comunque, il fratello dell'impresario. Salvatore, sarebbe partito da Dorgali insieme con il nipote Italo I due avrebbero percorso le strade del Nuorese seguendo un itinerario preci¬ so: pare siano stati a Nuoro e di qui abbiano raggiunto Mamoiada, Orgosolo e Funtanabona, una località sui mont' orgolesi collegata alla zona di Pratobello. Si sarebbero recati anche a Sarule e Gavoi, nella speranza di stabilire un contatto con i fuorilegge e concordare le modalità per il rilascio del loro congiunto. A questi tentativi di avvicinamento avrebbe preso parte anche un parente del geometra Sari, Antonio Lande, cognato del possidente Pietrina Crosta, che fu sequestrato e ucciso dai banditi sul monte Lenardeddu nel luglio del 1960. f. c.
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