Ci telefona dal suo rifugio l'uomo minacciato di morte

Ci telefona dal suo rifugio l'uomo minacciato di morte Ci telefona dal suo rifugio l'uomo minacciato di morte E' a Torino: « Denuncio resistenza di un "racket" organizzato da tunisini» - Altro fatto: cameriera senza memoria piangeva su una panchina Pascal Ferrante, il francese ricattato da rivali tunisini — 5 milioni o la morte — è a Torino e Ieri ha telefonato a « La Stampa ». Parlava con voce angosciata, esprimendosi soprattutto in francese. Sostiene che i tunisini hanno cercato di taglieggiarlo perché convinti che fosse uno sfruttatore: « Ma io frequentavo quella donna per amore, non per denaro. Non vivo alle spalle degli altri ». Il Ferrante ha aggiunto che a Torino esiste un racket della prostituzione. Il capo sarebbe'Francois « Chewingum » che si serve di quattro sicari. Due sono ricercati in Francia per tentato omicidio. Il gruppo controlla alcuni sfruttatori francesi e tunisini, a Milano e Torino, imponendo tangenti che vanno dal 2 milioni al sei milioni l'anno. Chi non paga muore. Ma nessuno osa ribellarsi. Lo ha fatto il Ferrante perché — insiste — non fa parte di quell'ambiente: « E' quasi impossibile che mi trovino perché sono in pochi a conoscermi e non hanno mie fotografie ». A luglio, quando fu sequestrato dal tunisini, portato a Milano, picchiato « tanto perché capisse la situazione », decise di fuggire: « Avevo amici nelle Puglie, mi sono rifugiato laggiù ». L'affermazione è vera: alla polizia risulta che 11 20 luglio, a Corato di Bari, il Ferrante è stato ferito in una sparatoria. E' scomparso qualche giorno fa, si pensava che avesse raggiunto la Francia: « Non posso rimpatriare, mi arresterebbero. Tornerò nel meridione. A Torino non mi conviene restare. Un giorno o l'altro trovereste il mio cadavere ». Una ragazza seduta su una panchina in corso Giovanni Agnelli, di fronte al Bar Stadio, ieri sera alle 20, piangeva. Alcuni passanti hanno cercato di rincuorarla, ma Inutilmente: sembrava smarrita, confusa. E' arrivata una radiomobile e gli agenti l'hanno portata al commissariato Miranori. La ragazza, che indossava minigonna e calze bianche, non aveva documenti. Sembrava smemorata, a fatica ha detto di chiamarsi Rosalba Affinito, di avere 19 anni e di abitare a Chiomonte. Da sette giorni si trova a Torino dove ha preso servizio come domestica presso una famiglia tedesca. Ieri pomeriggio è uscita in permesso e poi, quando si è accinta a rincasare, s'è accorta che aveva dimenticato l'indirizzo, non ricordava nemmeno il nome del padroni. Ora è alle Molinette in osservazione. —'■ ♦ Rosalba Affinito

Persone citate: Pascal Ferrante, Rosalba Affinito