Volontè in grave crisi politica decide di abbandonare il cinema

Volontè in grave crisi politica decide di abbandonare il cinema Volontè in grave crisi politica decide di abbandonare il cinema L'attore, comunista, sarebbe rimasto deluso d'un viaggio in Bulgaria - Ha disertato all'improvviso le riprese del film Metti, una sera a cena - I produttori, preoccupati, lo citeranno per danni (Nostro servizio particolare) Roma, 8 ottobre. Senza nessuna ragione plausibile e nessun preavviso, né discussioni con la produzione od obiezioni sul copione, Gian Maria Volontè non si è presentato ieri sul set di Metti, una sera a cena, il film tratto dalla commedia di Giuseppe Patroni Griffi che ne è anche il regista. - « Sono un uomo infelice, in profonda crisi personale e di fede politica —- egli avrebbe detto —. Mi sento privo di qualsiasi rapporto con la realtà e farei qual- siasi cosa, ora, piuttosto che lavorare. La parte che ho nel film è bella, il re gista- è simpatico, ma io d'ora in avanti non voglio più fare del cinema. Magari reciterò in teatro, magari con Strehler. Capisco che creo delle difficoltà a molte persone, ma fino a qualche mese fa ero sensibile ai problemi degli altri, oggi lo sono soltanto ai miei. Non cercatemi. La mia decisione è irrevocabile. Fate quello che volete. Oggi, io credo di non aver nulla da perdere ». Questo è quanto l'attore ha comunicato alla produttrice del film, donna Marina Cicogna. Tutto è accaduto ad un tratto e te conseguenze pratiche per un film iniziato da dieci giorni — 'sei mesi di lavoro preparatorio, contratti con attori e tecnici stipulati, impegni di distribuzione già assunti — sono gravi. Ma chi conosce l'attore non è rimasto stupito. Estroso, imprevedibile, spesso bizzarro, egli appariva un personaggio abbastanza singolare anche quando non era nessuno. La popolarità — grazie soprattutto ad alcuni film western — era venuta di recente. Insieme col successo aveva, raggiunto belle macchine e, da quest'estate, anche uno yacht. Viveva con Carla Gravina da cui, dopo un matrimonio fallito, aveva avuto una' figlia sette , anni fa. Ma si era fatto sem.pre più arrogante coi compagni di lavoro e i vecchi amici, esigente e capriccioso. Non si presentava agli appuntamenti, spariva per giorni interi, nel film Summit si era rifiutato senza alcuna spiegazione di prestare la propria voce al personaggio che aveva interpretato. L'intesa con la Gravina si età rotta e il suo nome è stato avvicinato a quello di Mireille Dare. Ora è a Ro•ma, chiuso in casa, e rifiuta di parlare con chiunque. « Non è malato — ha detto la produttrice del film — è soltanto un irresponsabile, un attore che disonora la sua professione. Noi adire ino le vìe legali (egli ha firmato' un regolare contratto fin dal 10 agosto per un copione che aveva letto e discusso) ma intanto ci preme chiedere la solidarietà di tutto il cinema italiano su questo episodio. Oggi l'Anica (l'associazione dei produttori) ne ha discusso. Ih America,' in casi del-genere, un attore viene radiato dalla categoria e non può lavorare per anni, o per sempre. E' ora di dire che gli attori sono coccolati, vezzeggiati e pagati profumatamente. Fanno, un lavoro privilegiato, ma non •devono credere che tutto gli sia permesso». Questa sera l'Anica, in un suo comunicato, definisce l'atteggiamento di Volontè un «incredibile episodio di malcostume professionale, tanto più grave da parte di un attore noto anche per le sue trascorse battaglie com- ' battute in nome di una maggiore coscienza e maturità, contro pretese violazioni della libertà professionale ». Secondo un amico di Volontè, l'attore è entrato in crisi dopo avere girato in Bulgaria l'ultimo film di Lizzani, L'amante di Gramigna. L'esperienza del «sistema comunista» lo avrebbe profondamente deluso. « Sono in uno stato di grave abbattimento — avrebbe confessato —. Non ho più fiducia nemmeno nel pei. In queste condizioni non me la sento di lavorare. So che per vent'anni pagherò questa mia decisione, ma non posso farci niente ». 1. ma.

Luoghi citati: America, Bulgaria, Roma