La scelta degli americani interessa il mondo infero di Alberto Ronchey

La scelta degli americani interessa il mondo infero FRA UN MESE, CHI SARA IL PRESIDENTE ? La scelta degli americani interessa il mondo infero I più gravi problemi dell'America, insolubili nei termini d'un mandato presidenziale, chiedono l'immaginazione d'un grande statista; e oggi un grande statista non sembra che ci sia. La competizione è fra l'evasivo conservatore Richard Nixon, il poco amato Hubert Humphrey, il razzista George Wallace. A meno d'un mese dal voto, mentre il vantaggio di Nixon aumenta e l'indice della popolarità di Humphrey è al livello più basso, l'indipendente New York Times pubblica un lungo e severo articolo Intitolato: «Humphrey for President». Ecco ciò che si può chiamare un episodio di coraggio politico: poiché la politica è scelta, il coraggio è contrastare una marea montante — se questo appare giusto — schierandosi con i più probabili perdenti, e soprattutto contraddire uno stato d'animo nazionale, ponendosi da un punto di vista internazionale. II New York Times avverte che la questione più importante nel prossimo futuro sarà la corsa alle armi nucleari. Humphrey fu l'autore del progetto di legge che istituì nel '61 la Arms Control and Disarmament Agency; egli si prodigò per il trattato sulla sospensione parziale degli esperimenti nucleari, fino al punto che il presidente Kennedy gli disse: « Questo è il tuo trattato»; egli si prodiga ora per la ratifica del trattato di non-proliferazione nucleare. Inoltre Humphrey fu all'origine l'ideatore del Peaee Corps e del programma Food for Peate. E infine Humphrey ha indicato di voler condurre innanzi con animo aperto i negoziati sul Vietnam. I suoi consiglieri in politica estera, George Ball e Arthur Goldberg, sono conosciuti come uomini di larga visione storica. Il candidato democratico alla vicepresidenza, Edmund Muskie, è anch'egli un « liberale ». Il fatto che l'immagine pubblica di Humphrey sia stata consumata negli ultimi anni al fianco di Johnson è dovuto ai limiti che la Costituzione impone in ogni caso all'ufficio stesso della vicepresidenza. Si, tratta d'una serie di giudizi, che possono essere discussi. Ma il fatto nuovo è chetper la prima volta, in questa campagna presidenziale, un grande giornale americano prende posizione senza trattare il tema della scelta come un semplice problema interno americano. Ora i partigiani di Nixon risponderanno. Walter Lipp marni, per esempio, ha già scritto che secondo lui esiste davvero un «nuovo Nixon», più maturo che quello degli anni Cinquanta, anche ammettendo che il candidato repubblicano alla vice presidenza, Spiro Agnew, « non è qualificato per esperienza e cultura» e che scegliendo lui «Richard Nixon ha aggiunto gualche cosa ai timori della nazione». Sebbene sia possibile che Nixon, una volta eletto, scelga uomini di alta qualità per gli incarichi più importanti del governo (secondo le voci, William Scranton al Dipartimento di Stato e Nelson Rockefeller alla Difesa), si teme che il vice presidente Agnew, un oriundo greco, avrebbe qualche oscura influenza su una questione cosi grave qual è la crisi ellenica. Agnew, come il milionario greco-americano Tom Pappas, finanziatore di Nixon, è un sostenitore dei colonnelli di Atene: la circostanza lascia temere che si commetta in Grecia un errore simile a quello già commesso nella Cuba di Batista. In genere, Nixon continua a eludere nei suoi discorsi i problemi più scottanti. La sua propaganda cerca di collocarlo semplicemente sull'onda d'uno stato d'animo conservatore; Il suo linguaggio è in sintonia con le masse d'un ceto medio, al quale si rivolge con una pubblicità ricchissima di mezzi l (Solo per la televisione, si calcola che egli spenda'più di quanto spendono ogni settimana le due marche più reclamizzate di detersivi e sigarette: Tide e Winston). In quanto al «terzo candidato», il razzista Wallace, la gravità dei discorsi che egli pronuncia ogni giorno viaggiando per i cinquanta Stati è superata ora dalle affermazioni del suo compagno di corsa per la vicepresidenza, il generale dell'aviazione a riposo Curtis Le May. Questo generale va dicendo che non capisce perché la gente abbia una « fobia » per l'uso delle armi nucleari, dal momento che egli preferirebbe morire nel Vietnam per un'esplosione atomica piuttosto che per la ferita d'un coltello arrugginito. E aggiunge che se gli americani non sono pronti a usare le armi nucleari quando servono, meglio sarebbe seppellirle negli scantinati di Fort Knox accanto all'Oro della Riserva Federale. . Nemméno Barry Goldwa- ter era apparso mai cosi incendiario come questo personaggio di fantapolitica, che ricorda il generale di « Sette giorni a maggio ». La cosa è apparsa grave persino a Wallace, che s'è dissociato da quelle opinioni; ma Le May continua a essere il suo compagno di corsa. La previsione che Wallace, in ogni- caso, non può essere eletto è consolante solo in parte: alcuni effetti negativi dovuti all'insorgere del «terzo partito» rimangono e possono avere un peso. Quando i partiti sono due, la legge d'equilibrio impone in qualche, modo una convergenza verso il centro di mediazione e punisco chi la viola, come Goldwater nel '64; ma con un terzo partito, la dinamica dell'intero sistema è alterata. L'ansia che si diffonde in molti Paesi per l'esito delle elezioni americane, in conclusione, è giustificata. Bisogna ricordare che negli ultimi trent'anni il potere del Presidente americano s'è esteso più rapidamente dello potestà di qualsiasi altro leader. politico nel campo delle relazioni internazionali. Come ha osservato James Reston, «questo è un fenomeno dell'età nucleare». Quando il potere che fu di Truman, Eisenhower, Kennedy, Johnson, e che è andato crescendo ogni anno, dev'essere consegnato a un nuovo Predente;,.1 questo non è .più solo un problema americano. Gli stranieri non hanno diritte di voto/ ma hanno almeno diritto d'opinione: al di là della scelta specifica — Humphrey o Nixon — il merito del New York Times è d'aver posto in primo piano anche le apprensioni del mondo. Alberto Ronchey II repubblicano Nixon Olt democratico Humphrey: la scelta non è più solo tiri problema americano'

Luoghi citati: America, Atene, Cuba, Grecia, Vietnam