Falegname strangola la moglie perche non vuole la separazione
Falegname strangola la moglie perche non vuole la separazione Dramma italia follia in una catta di Rapallo Falegname strangola la moglie perche non vuole la separazione La donna, madre di tre figli, aveva ia stessa età del marito, 44 anni - Subito dopo il delitto l'uomo è andato dai carabinieri Ha tentato di dire che la moglie era morta per cause naturali, poi ha confessato - Tre anni fa era stato internato in manicomio (Dal nostro inviato speciale) Rapallo, 4 ottobre. Alle otto di stamane un falegname, Renato Rampinelli, 44 anni ha suonato al portone della caserma dei carabinieri di Rapallo. Teneva lo sguardo basso, aveva l'aria afflitta. « Mia moglie Rosa Fontana è morta. Dormiva e non si è più svegliata » Ita detto al piantone faticando a pronunciare le parole soffocate dal pianto. Dieci minuti dopo un brigadiere era nella sua casa, all'ultimo piano del caseggiato numero 98 di via Santa Maria del Campo, davanti al corpo della donna senza vita, steso nella vasca da bagno, con il collo spezzato. « Vede — ha detto l'uomo al sottufficiale — è proprio morta ». Il brigadiere gli ha parlato a bassa voce, pacatamente: « Coraggio, mi dica: cosa è successo? ». L'uomo ha chinato il capo ed è scoppiato in singhiozzi: « Non è il caso di continuare a raccontar bugie. Sì, l'ho uccisa con le mie mani. Non potevo più vivere con lei ». Il delitto, causato da una esplosione di follia, è avvenuto ieri notte. Dopo avere strozzato la moglie, il falegname è andato a letto, cadendo in un sonno profondo. Nella camera accanto dormivano i suoi tre figli. Gloria di 13 anni. Walter di 8 e Linda di 6. Alle 7 di stamane li ha svegliati: « La mamma — ha detto loro — è scesa a comperare uva e focaccia per la colazione. Vestitevi in fretta ed andate a cercarla nei negozi ». / tre fratellini hanno girovagato per più di un'ora, chiedendo della loro mamma a tutti l negozianti della zona. Quando sono tornati sul loro passi, hanno trovato ad attenderli sul portone di casa lo zio Mario, fratello del padre, e la moglie. « Papà e mamma — è stata la pietosa giustificazione — sono dovuti partire per un lungo viaggio. Per qualche tempo abiterete con noi ». Soltanto Gloria, la più grande, ha intuito qualcosa e più tardi, cedendo alle sue insistenze, gli zìi non hanno potuto nasconderle la tragica verità. Renato Rampinelli è senza dubbio pazzo. Ma la sua follìa, anche se maturata in lunghi anni, è scoppiata improvvisa. Nativo di Padernello (Brescia), s'era sposato nel 1954 con la coetanea Rosa Fontana. Dal Bresciano, i due coniugi, cui nel frattempo era nata Gloria, s'erano trasferiti nel 1956 a Rapallo e qui erano venuti alla luce altri due figli, Walter (nel 1960) e Linda (nel 1962). Allora, Renato Rampinelli era un individuo normale: aveva aperto un negozio di falegnameria in via Roma 1/rosso e guadagnava discretamente, tanto da andare ad abitare con la famiglia in un nuovo quartiere residenziale sorto alla periferia della cittadina rivierasca, in prossi¬ mità del casello dell'autostrada. Tre anni fa, era stato colpito da un forte esaurimento nervoso ma invece di curarsi aveva cercato di superare il malanno dedicandosi intensamente al suo lavoro: il non essersi risparmiato fatiche e sacrifici ha contribuito certamente a minare la sua fibra. Ormai non era più quello di prima: giorno dopo giorno diventava sempre più cupo, era irascibile, dava segni di squilibrio. Nell'agosto del 1965, prima esplosione di follìa. Il falegname aggredisce la moglie, cerca di strangolarla. La donna si divincola, riesce a sfuggirgli; l'uomo, stralunato, afferrò Lipda, che ha appena tre anni, e corre verso la finestra per gettarla nel vuoto, ma la moglie lo ferma appena in tempo. Accorre gente, il folle viene immobilizzato e portato al manicomio. Le cure sembrano giovare e il malato si riprende. La moglie stessa, dopo tre mesi, firma un documento liberatorio facendo dimettere il marito e riportandoselo a casa. « Renato ha bisogno di me — dice — ora sta meglio e la mia vicinanza e quella dei figli servirà a farlo guarire del tutto ». Purtroppo non è così. Ben presto Renato Rampinelli torna ad essere un uomo cupo, litigioso. I vicini lo sentono spesso gridare con la moglie. Ormai è ossessionato da un'idea fissa: non può più vivere con lei. Vuole separarsi e glielo dice apertamente ma ottiene un netto rifiuto. Di qui nuove esplosioni di collera, alterchi, chiassate. E' accaduto anche ieri notte, per l'ultima volta. Al momento d'andare a letto (i bambini dormono già da qualche ora) Renato Rampinelli affronta la moglie: « Vo- glio la separazione, non puoi negarmela ». «Piantala con questi discorsi — risponde Rosa Fontana. — Se continui ad insistere ti faccio nuovamente rinchiudere in manicomio ». Sconvolto da un'ira pazza, l'uomo colpisce la moglie con uno schiaffo, la getta sul letto, si scaglia su di lei, l'afferra per la gola e stringe finché le braccia della sventurata, che annaspavano disperatamente, cadono e il rantolo si spegne. Adesso l'uxoricida è calmo, freddo. Solleva il corpo della donna avvolgendolo in una coperta, lo trasporta nello stanzino da bagno e lo, distende nella vasca, Poi va a dormire. «Dovevo farlo — dirà poi ai carabinieri. — Voleva Impedirmi di rifarmi una vita »• Filiberto Dani Renato Rampinelti, dopo l'arresto, e la moglie Rosa da lui uccisa (Tel. Leoni)
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