Esplosione in una miniera della Ruhr: 15 morti, uno italiano

Esplosione in una miniera della Ruhr: 15 morti, uno italiano LA SCIAGURA A 86Q METRI DI PROFONDITÀ Esplosione in una miniera della Ruhr: 15 morti, uno italiano Lo scoppio presso Dortmund, alle 5 del mattino - La galleria frana seppellendo diciassette uomiri: salvati solo due - Recuperati finora otto corpi (Dal nostro corrispondente) Bonn, 4 ottobre. Diciassette minatori sono rimasti sepolti stamane all'alba in una miniera di carbone a Luenen, alla periferia settentrionale di Dortmund, nel bacino della Ruhr, in cui era avvenuta un'esplosione. Soltanto due degli uomini sono stati portati in salvo, gravemente feriti. Degli altri quindici, otto sono stati ritrovati cadaveri l'uno appresso all'altro, schiacciati dal massi e dall'esplosione (tra essi un italiano), e sette sono stati dichiarati dispersi. La direzione della miniera ha detto stasera che la galleria in cui i sette sono prigionieri è crollata quasi completamente e che — salvo un miracolo — i minatori devono considerarsi morti. L'ufficio stampa ha aggiunto stasera: «Non vi è speranza». La sciagura è avvenuta verso le 5, nel pozzo « Ministro Achenbach», a 860 metri di profondità. La squadra dei 17 uomini, che avrebbe dovuto terminare il turno un'ora più tardi, stava puntellando una nuova galleria e preparando micce per la squadra che sarebbe entrata in servizio alle 6. D'im¬ provviso, per cause non ancora accertate (si pensa all'imprudente maneggio dell'esplosivo), vi è stato uno scoppio fragoroso, avvertito anche in gallerie lontane centinaia di metri. Le prime squadre di soccorso calatesi un quarto d'ora più tardi nel pozzo, non hanno trovato nessuno: la galleria nella quale lavorava la squadra era franata per una lunghezza di un'ottantina di metri. Si udivano lamenti tra 1 massi, a pochi metri di distanza. Lì, nella direzione delle voci, i soccorritóri hanno cominciato a scavare e poco dopo hanno potuto estrarre due uomini in gravi condizioni. Ciò ha fatto sperare che vi fossero altri superstiti, e i lavori sono stati accelerati. Ma invano: col passare delle ore sono stati recuperati solo cadaveri, e le speranze sono venute meno. Tra i morti, l'italiano Francesco Pittalis, di 47 anni, scapolo, da Cheremule, in provincia di Sassari. Era nella miniera da dieci anni. Tra difficoltà enormi, per tutta la giornata, squadre di soccorso si sono succedute nel pozzo per cercare di raggiungere gli uomini sepolti. Le operazioni sono state ostacolate da un continuo flusso di gas che non era possibile eliminare perché gli impianti di ventilazione si erano guastati per lo scoppio. Si è dovuto lavorare con le maschere, con estrema prudenza, per evitare un nuovo scoppio. Fuori, in una confusione indescrivibile, avvenivano le drammatiche scene che si ripetono ad ogni sciagura mineraria. I parenti angosciati dei minatori che attendono ansiosamente, mogli e figli che si accalcano disperati, a chiedere notizie e a pregare. L'elenco con 1 nomi di sette morti (l'ottavo non è stato identificato, l'esplosione l'ha reso irriconoscibile) è stato affisso in una teca davanti alla direzione della miniera, i nomi dei sette dispersi sono noti. Tra i mancanti nessun italiano: il sardo Pittalis, morto stamane, era l'ultimo nostro lavoratore rimasto nella miniera dopo le riduzioni di personale adottate negli ultimi quattro anni in seguito alla crisi dell'industria carbonifera. Quest'anno sarebbe dovuto essere per lui l'ultimo anno di permanenza nella Ruhr. t. s.

Persone citate: Francesco Pittalis, Pittalis

Luoghi citati: Bonn, Cheremule, Dortmund, Ruhr, Sassari