La Trio, amareggiata, spiega perché ha rinunciato ai Giochi

La Trio, amareggiata, spiega perché ha rinunciato ai Giochi La Trio, amareggiata, spiega perché ha rinunciato ai Giochi «Sarei stata eliminata nelle gare di qualificazione: tanto valeva non andare in Messico» - L'atleta azzurra ha un rimpianto: «Se avessi continuato a curarmi a Torino, forse sarei guarita in tempo ed avrei lottato per una medaglia» (Dal nostro corrispondente), Roma, 1 ottobre. La definitiva rinuncia ai Giochi olimpici da parte di Maria Vittoria Trio, Giannattasio, Dionisi e Simeon priverà la rappresentativa azzurra di atletica di elementi su cui sì potevano avere molte, speranze. I quattro sonò rimasti in Italia per malanni più o meno gravi, tali comunque da impedire una buona preparazione e di conseguenza il raggiungimento di risultati apprezzabili in campo internazionale. L'assenza della Trio costituisce indubbiamente la rinuncia più dolorosa. Per la saltatrice piemontese le speranze di poter guarire in tempo per l'apertura dei Giochi sono svanite ieri dì fronte al definitivo verdetto del prof. Venerando. Quasi due mesi di cure non sono stati sufficienti a rimettere in sesto il piede sinistro dell'atleta infortunatasi VII agosto scorso a Berna nell'incontro fra l'Italia e la Svizzera. L'esuberanza e il naturale ottimismo dei suoi venttln anni sono ora smorzati dalla prima vera avversità della vita. Maria Vittoria avrebbe potuto conquistare una medaglia. Si è dedicata con passione al raggiungimento di un traguardo che rappresenta il sogno di ogni atleta. Aveva possibilità di ottenere lo scopo. Un banale incidente ha annullato di colpo ore ed ore dedicate alla preparazione, sacrifici di anni. Quasi con rabbia Maria Vittoria ricorda le tappe meravigliose che avevano convinto i tecnici, ma soprattutto lei stessa, delle sue possibilità. Nata 21 anni fa a Torino ha conseguito il diploma di segretaria d'azienda. Ben presto si accorse che il suo interesse maggiore era rivolto verso l'atletica, in particolare verso il salto in lungo. « Ho iniziato a dedicarmi a questa disciplina sportiva — racconta — nei campionati studenteschi con la Libertas di Torino, la 'società alla quale appartengo tuttora. Ottenni il primo risultato di valore lo scorso luglio a Roma nel trofeo Bruno Zauli, quando riuscii a saltare sei metri e cinquantotto. Non fu per la misura raggiunta che mi sentii raggiante di felicità. Avevo superato la polacca Kirszestein, una atleta di valore mondiale che si piazzò terza alle Olimpiadi di Tokio ». « Devo confessare — aggiunge la Trio — che da quel giorno cominciai a convincermi di poter conquistare una medaglia a Città del Messico. Ma ora sono delusa e amareggiata, sono giunta quasi ad odiare l'atletica ». Le sue pa rote sembrano trovare una conferma nel suo abbigliamento curato nei particolari; pare studiato per creare un evidente contrasto con la donna in tuta pronta a gareggiare. Ha (ili occhi molto truccati, un pesante cerone sul volto, una vistosa camicetta a fiori e gonna color nocciola. Sulle braccia nude un braccialetto di perle e un ornamento in cuoio. Tenta di recitare il ruolo di ragazza qualunque, ma in realtà è ancora innamorata dell'atletica, acdamndgm«m anche se le ha dato la più cocente delle delusioni. • Maria Vittoria non è andata ih Messico perlagioni di orgoglio: « Sarei .potuta anche.partire — prosegue — ma l'idea dL-essere eliminata nelle gare di qualificazione mi dava fastidio. Mostrando il piede ancora gonfio Maria 'Vittoria commenta quasi sussurrando: « Sono sicura che se fossi rimasta a Torino, seguendo le cure del massaggiatore della Juventus Spialtini, il mio piede sarebbe già guarito ». « Questo significa che a Roma l'hanno curata male »? « Io so soltanto che quando ero nella mia città seguivo un trattamento che aveva dato ottinU^rlsultati. « ùr^ condizioni normali, -pensa che avrebbe potuto davvero conquistare una medaglia? ». « SI, avrei avuto .buone probabilità. Siamo in sei o sette a saltare una misura pressoché uguale. La tedesca Becker, la norvegese Beltensen, la soviètica TaUsceva, la romena Viscopoleanu, la polacca Kirszestein, saltano intorno ai 6,50-6,60, Nessuna prevale nettamente sull'altra. Ecco perché penso che con un po' di fortuna il sogno di salire sul podio si sarebbe avverato». Mario Bianchini Maria Vittoria Trio a Roma: il piede'ainistro della saltatrice è visibilmente gonfio

Persone citate: Becker, Bruno Zauli, Dionisi, Giannattasio, Maria Vittoria Trio, Mario Bianchini Maria