Studiosi di tutto il mondo rendono omaggio al Guarini

Studiosi di tutto il mondo rendono omaggio al Guarini Inaugurato II congresso a Torino Studiosi di tutto il mondo rendono omaggio al Guarini Tra le relazioni di altissimo livello, quella dell'americano Wittkower - La complessa personalità dell'architetto Con un tono che preferiamo dire austero piuttosto che solenne, come conviene al severo argomento, s'è inaugurato ieri mattina a Torino il convegno internazionale di studi su Guarino Guarini nel grandioso salone dell'Accademia delle Scienze, promotrice di questo importante raduno culturale, presenti con le autorità cittadine i più insigni studiosi torinesi di architettura e un pubblico foltissimo. Salutando i congressisti venuti da varie parti del mondo, il prof. Carlo Ferrari, presidente dell'Accademia, ha ricordato come la sede più appropriata del convegno sia appunto il palazzo progettato fra il 1678 e il '79 dal Guarini, quale «Collegio dei nobili », concesso nel 1787 dal re Vittorio Amedeo III al glorioso istituto che, fondato nel 1757 dal Lagrange, dal Cigna e dal Saluzzo, fu luce di scienza per l'Europa già nel Settecento;'e ha ringraziato il socio Vittorio Viale per l'idea- zione e l'organizzazione del congresso. A sua volta l'aw. Andrea Gugllelmlnetti ha dato il benvenuto di Torino agli ospiti; e poiché questo è stato — ci sembra — il suo primo pubblico discorso di sindaco, lo consideriamo come un augurio per la cultura torinese. S'è quindi aperto 11 convegno con l'orazione, dal titolo « Introduzione al Guarini », del prof. Rudolf Wittkower, docente nella Columbia University di New York, il più illustre studioso americano dell'arte italiana rinascimentale e barocca, già animatore del famoso Istituto Warburg a Londra dopo aver lasciato la Germania all'avvento del nazismo. Con un'erudizione pari all'ampiezza della visione critica, egli ha anzitutto sottolineato (rifacendosi al giudizio del neoclassico Milizia, che confinava il sommo architetto modenese « tra i pazzarelli ») quanto sia « giovane », per cosi dire, la rinomanza mondiale del Guarini, ancora intorno al 1920 pressoché sconosciuto fuori d'Italia, quando cominciò ad occuparsene il Michel, poco più tardi seguito dal Brinckmann, dall'Olivero, dallo Chevalley, dall'Argan; e quanto sia perciò opportuna l'analisi attuale, in questo 1968, della sua straordinaria opera di architetto, matematico, filosofo, teologo (egli tenne alti uffici nell'ordine religioso dei Teatini), letterato e persino astronomo che nel Placito Philosophica difese « alquanto sorprendentemente — come già scrisse il Wittkower — in un periodo così tardo, l'universo geometrico contro Copernico e Galileo ». Un'opera che se fosse stata interrotta dalla morte, invece che nel 1683, vent'anni prima, quasi sarebbe oggi dimenticata, anche perché le fabbriche guariniane di Messina e di Parigi andarono distrutte. Ma nel 1666 il teatino è a Torino, e qui coi suoi edifici — ha affermato l'oratore — trasforma una capitale ambiziosa ma ancor provinciale in una città architettonicamente europea. Qui il trattatista del Modo di misurare le fabbriche, della Fortificazione, dei Disegni, dell'Architettura Civile, dimostra che per lui teoria e pratica si compenetrano meravigliosamente; qui la sua appassionata fantasia si manifesta con una genialità costruttiva che sfugge a qualsiasi classificazione; e nel rifiorire dell'architettura europea dell'ultimo quarto del Seicento (si pensi anche all'inglese Wren che per qualche aspetto può essergli accostato), il Guarini spregiudicato e polemico si pone eccelso protagonista. Sotto la presidenza del prof. Giuseppe Grosso ha poi iniziato la serie delle relazioni il prof. Paolo Portoghesi, fin dal 1956 studioso acutissimo del Guarini (esemplare il suo volumetto pubblicato dalla Electa Editrice), con un'ampia e splendida lezione, accompagnata da convincenti proiezioni, sulla « Attualità del Guarini »; prospettando il senso della storia (ogni generazione ha una sua verità) che nutrì la mente del grande architetto, il quale proprio per questa sua posizione intellettuale va considerato un antesignano della critica moderna. E anticipatore sorprendente, come ideatore e come tecnico, di fatti architettonici posteriori di due secoli e più: e bastino, quali esempi, i raffronti proposti dal Portoghesi con moduli struttivi del Gaudi e del Nervi. Sono seguite nel pomeriggio relazioni di altissimo interesse, su cui piacerebbe diffondersi se lo spazio lo consentisse: dei professori Nino Carbone ri (« Guarini a Modena»), Franco Sorsi («Guarini a Messina»), Mario Abrate (« Introduzione storico-economica al Piemonte del Guarini »), Umberto Chierici («Guarini a Torino»); del dott. Luciano Tamburini («La chiesa dell'Immacolata Concezione a Torino»); del prof. Silvio Curto («Strutture guariniane nel Palazzo dell'Accademia delle Scienze »). Al termine del pomeriggio il soprintendente ai monumenti del Piemonte, Chierici, ha offerto ai congressisti la suggestiva visione delle cupole guariniane del S. Lorenzo e della Sindone illuminate internamente. A questo proposito va segnalato il bellissimo lavoro dell'ardi. Giovanni Torretta, fresco di stampa, Un'analisi della cappella di S. Lorenzo, coi rilievi eseguiti per la prima volta, pubblicato a cura dell'Istituto di Elementi di Architettura, della Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino. I lavori del convegno proseguiranno fittamente fino a sabato prossimo, mar. ber.