Firenze tramuterà Fiesole in una squallida periferia?

Firenze tramuterà Fiesole in una squallida periferia? Le grandi città divorano le bellezze dei dintorni Firenze tramuterà Fiesole in una squallida periferia? Denunciato in un convegno il piano regolatore che prevede di quadruplicare la popolazione di Fiesole - La stupenda cittadina diventerebbe in pratica un enorme «dormitorio» per gente che lavora e vive a Firenze - Le colline, le ville e i giardini di Toscana scompariranno sotto il cemento? (Dal nostro inviato speciale) Firenze, 28 settembre. Le città italiane « scompaiono » sotto la spinta di un incremento demografico non contenuto dai vecchi impianti urbani, devastati dopo la rottura di equilibri interni che avevano retto per secoli. E si ha un nuovo fenomeno di riflusso: le popolazioni cercano sfogo nelle frange periferiche, attirate da un'edilizia che si insedia in località affascinanti per ricchezza di spazi e di verde, per serenità e anche per abbondanza di testimonianze storiche e di monumenti. E' il caso di Firenze: congestionata, cerca sfogo sulle colline di Fiesole che le fanno da anfiteatro. Ma quando il moto è casuale, o male coordinato, si hanno nuove devastazioni, e si ripetono fuori città i mali tipici: distruzione delle bellezze naturali !e monumentali, congestione, traffico impos. sibila, costi economici e sociali altissimi. Il pericolo si sta profilando per Fiesole: il nuovo piano regolatore prevede case per 40 mila abitanti, contro i 12 mila attuali. Fiesole appartiene alla cultura del mondo civile, non soltanto a quella nazionale. Il progetto ha provocato un'autentica insurrezione. L'Ente provinciale per il turismo ha deciso oggi di presentare « formale opposizione » al piano regolatore, messo sotto accusa questa sera in un convegno-dibattito molto acceso, al «.Palazzo .dei Congressi » di Firenze. Partecipanti: il professor Edoardo Detti (che fu assessore ai tempi di La Pira e che guidò gli studi per il piano intercomunale di Firenze), Giovanni Ferrara, Calogero Muscarà, Maria Venturini-Ciranna, e, per «Italia Nostra», Maurilio Adriani. Le colline di Fiesole, con quelle di Settignano e dell'Impruneta, sono celebrate da sempre per i morbidi profili, per le ville e i giardini, i filari di cipressi, gli uliveti, che danno a questa parte di Toscana il più forte accento di un paesaggio colto, straordinariamente umanizzato, ricco di impronte storiche e artistiche. Fiesole ha la nobiltà del teatro e delle terme romane, dei campanili e delle torri che campeggiano su architetture offerte con improvvisi scorci, dalle stradine caratteristiche e dolci, patrimonio di artisti e di poeti, care agli abitanti che non hanno perduto il ritmo di vita di questi luoghi civilissimi. Lassù, fino a ieri, erano ancora visibili le tracce dell'antica armonia fra poderi e abitazioni, fra casa rurale e villa; l'idillio era prodotto di distillazione spontanea. Ed ora: 21 lottizzazioni, stradoni per servirle, alti indici di edificabilità in zone agricole, una popolazione aumentata, del 240 per cento d'incremento spontaneo è dello 0,57 per cento all'anno), almeno 10 mila automobili aggiunte a quelle che ogni giorno calano nell'area di lavoro fiorentina, rendendola impraticabile. Contro tali ipotesi affacciate dal piano regolatore di Fiesole, Firenze ha reagito con iniziative di alcune pattuglie, del « Circolo di cultura Firenze » e di « Italia Nostra ». E' stato pubblicato un manifesto molto duro, che accusa gli autori del piano di considerare Fiesole «terra di con quista », di aver ignorato i vincoli cimiteriali pur di far posto all'« aggressiva volgarità » di un affarismo che minaccia di distruggere la maggiore risorsa di Fiesole, quella turistica. L'architetto professor Detti, uno dei grandi urbanisti italiani, ha fatto una critica che parte da un moto di stupore: «Fiesole non è un paese sperduto, è quasi una cattedra affacciata su Firenze, abitata da artisti e da intellettuali. Come si è potuto avallare un simile piano? ». Detti ha esaminato il piano nel quadro generale dell'area fiorentina: Fiesole quadruplicata sarebbe una città-dormitorio per una parte della popolazione di Firenze, sarebbe priva di vita autonoma, e priva di collegamenti che non siano alcuni stradoni destinati ad aggravare la congestione della viabilità cittadina (Fiesole dista poco più di tre chilometri dal duomo, in linea d'aria). I critici hanno insistito: soltanto un serio coordinamento fra Firenze-Fiesole e i Comuni vicini, con netta limitazione dell'edilizia sulle colline, potrebbe evitare il disastro, tale da coinvolgere irrimediabilmente Firenze. Mario Fazio Adiztz

Persone citate: Calogero Muscarà, Edoardo Detti, Giovanni Ferrara, La Pira, Maria Venturini-ciranna, Mario Fazio, Maurilio Adriani