Abba Eban: Israele vuole la pace con i negoziati
Abba Eban: Israele vuole la pace con i negoziati li ministro israeliano a Roma Abba Eban: Israele vuole la pace con i negoziati I confini, dice, dovranno essere fissati con trattative dirette La Giordania si oppone ad internazionalizzare Gerusalemme (Nostro servìzio particolare) Roma, 25 settembre. A Roma di passaggio, diretto a New York dove interverrà al prossimo dibattito alle Nazioni Unite, il ministro degli Esteri israeliano Abba Eban ha esposto questo pomeriggio la posizione ufficiale del sito governo nell'attuale fase della crisi mediorientale Nel corso di una affollata conferenza stampa, egli ha illustrato le prospettive di soluzione che si delineano in seguito agli atteggiamenti assunti negli ultimi tempi dai Paesi interessati. Ha ribadito la volontà di Israele di ottenere il riconoscimento pieno dalle nazioni arabe e una pace definitiva su stabili confini. Ha affermato che le nuove frontiere non saranno quelle tenute attualmente dall'esercito israeliano e che queste dovranno invece essere individuate e fissate attraverso trattative dirette. Eban ha riconosciuto l'esistenza dei p-oblemi dei profughi palestinesi, e della resistenza armata che si va sviluppando nelle zone occupato, negando però che vi sia un nesso- diretto. A suo avvi», la guerriglia nascerebbe al di là degli attuali confini per estendersi ben oltre i vecchi. L'intera questione, prescindendo da tentativi parziali sempre possibili, può trovare una composizione globale con la pace, raggiungibile esclusivamente attraverso negoziati. Abba Eban ha poi affrontato il problema della internazionalizzazione di Gerusalemme, precisando che l'argomento è stato discusso con rappresentanti della Santa Sede circa una settimana fa, ma che « tutte le proposte di soluzione in questo senso hanno trovato la viva opposizione della Giordania, nel cui territorio i Luoghi Santi si trovano». Proseguendo, Eban ha detto che l'atteggiamento dell'Unione Sovietica riguardo alla situazione in Medio Oriente non ha subito alcun radicale cambiamento rispetto al passato. Quindi ha parlato di una sorta di parallelismo tra la politica dei sovietici in Europa e nel Medio Oriente: «A parte le Nazioni del Patto di Varsavia, tra le poche altre che hanno avallato l'azione sovietica in Cecoslovacchia sono state la Rau e la Siria. Israele ne deve tenere conto ed essere pronta a difendersi in qualsiasi momento ». Ha risposto poi ad altre domande affermando che Israele è in grado di assicurarsi con i propri mezzi la sicurezza. « Non abbiamo bisogno di un aiuto militare americano né in questo momento né dopo le elezioni presidenziali di novembre », ha precisato. Abba Eban è ripartito nel tardo pomeriggio per Parigi. Nella mattinata, aveva avuto lunghi colloqui con i ministri degli Esteri, Medici, e del Commercio con l'estero, Russo. Egli ha detto di avere esaminato con il ministro degli Esteri italiano la situazione determinatasi nel Me diterraneo dopo la « guerra di giugno ». Ha sottolineato il valore dell'azione svolta dall'Italia per la soluzione della vertenza relativa alla restituzione dell'aereo della « El-Al » dirottato su Algeri, accennando, infine, alla validità di una nostra azione per la composizione della crisi arabo-israeliana. j_ z>
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