Per anni impedì con minacce le nozze di una bella giovane

Per anni impedì con minacce le nozze di una bella giovane In Tribunale il «don Rodrigo» di Napoli Per anni impedì con minacce le nozze di una bella giovane Imputati anche due suoi amici che gli fecero da «bravi» (Dal nostro corrispondente) Napoli, 23 settembre. (a. I.) Catello Di Somma, il cosiddetto « don Rodrigo » di Castellammare di Stabia, è comparso oggi davanti ai giudici del Tribunale penale accusato di violenza privata, minacce e sequestro di persona. Sono anche imputati, per concorso negli stessi reati del Di Somma, Giuseppe Boccia e Giuseppe Mosca, i quali avrebbero fatto da « bravi », cioè aiutarono il Di Somma nella vicenda che coinvolse due giovani fidanzati di Castellammare, Ilena Lazzarini e Giovanni Aprea. La vicenda risale al 1943: Maria Ricciardi, rimasta vedova e con una figlia, Ilena Lazzarini, andò a convivere con il Di Somma, il quale le aveva offerto una sistemazione tranquilla e sicura. La Lazzarini, una bella ragazza molto corteggiata, nel 1965 si fidanzò con un giovane del luogo, Umberto Barca; .ma il Di Somma riuscì a farli separare. L'anno suc¬ cessivo, la giovane si innamorò di Giovanni Aprea e decise di sposarlo. Per ottenere il consenso alle nozze si rivolse alla madre e ai nonni materni, scavalcando il Di Somma il quale, invece, si riteneva suo padrino. L'uomo, allora, aiutato dal Boccia e dal Mosca, cominciò a perseguitare i due giovani, minacciandoli — secondo l'accusa — di morte se si fossero sposati di nascosto. Si trattò per la Lazzarini e l'Aprea di un lungo periodo di paura e di terrore, fin quando essi non denunciarono il « don Rodrigo » ai carabinieri. I militi, dopo le indagini, arrestarono il Di Somma, il quale è ancora detenuto nel carcere di Poggioreale. I due giovani si sono potuti così sposare, nell'agosto scorso Il « padrino » della Lazzarini ha negato oggi in tribunale tutti gli addebiti ed in particolare di aver svolto opera intimidatrice contro Raffaele Aprea, padre di Gio¬ vanni Aprea, costringendolo a salire su un'auto dopo averlo schiaffeggiato e minacciato persino di morte. Anche gli altri due imputati si sono mantenuti sulla negativa, ma sono stati smentiti poco dopo da una delle parti lese, Ileana Lazzarini. La ragazza, oggi signora Aprea, ha dichiarato che il Di Somma, con l'appoggio degli altri due, l'aveva costretta ad interrompere prima il fidanzamento con Umberto Barca e poi aveva tentato di fare la stessa cosa con l'Aprea. La Lazzarini, in seguito alla continua opera intimidatrice del novello don Rodrigo, fu anche costretta a separarsi dal secondo fidanzato per cinque mesi ed a rifugiarsi dai nonni. E' stata infine ascoltata Maria Ricciardi, madre della ragazza e amante del Di Somma. La donna ha detto che il Di Somma « non aveva verso la figlia un comportamento molto paterno ». Il processo è stato quindi rinviato al 30 settembre.

Luoghi citati: Castellammare, Castellammare Di Stabia, Mosca, Napoli