Confessa il sedicenne lolle di Milano «L'ho ucciso perché volevo la sua donna»

Confessa il sedicenne lolle di Milano «L'ho ucciso perché volevo la sua donna» La tragica sparatoria di notte all'Idroscalo Confessa il sedicenne lolle di Milano «L'ho ucciso perché volevo la sua donna» L'apprendista sarà chiuso in manicomio: da tempo dava segni di squilibrio mentale; gli stessi genitori avevano chiesto il ricovero - Sabato sera, con un fucile rubato, ha fatto fuoco su due uomini che, a bordo delle loro auto, sostavano lungo una stradina buia (uno è morto, l'altro rimarrà cieco e muto) - Infine ha aggredito una donna trentanovenne, sorella di un parroco, seviziandola sotto la minaccia dell'arma (Dal nostro corrispondente) Milano, 23 settembre. L'apprendista litografo sedicenne Elio Contino — il giovane folle che sabato notte, nei pressi dell'Idroscalo di Milano, uccise a fucilate un uomo e ne ferì gravemente un altro per violentare la donna ch'era con costui — è rinchiuso nell'istituto di correzione « Beccaria » in attesa che le indagini si concludano. Le accuse mosse al ragazzo sono cinque: omicidio, tentativo di omicidio, rapina, furto, violenza carnale. Catturato poche ore dopo il fatto di sangue l'apprendista ha confessato con un sorriso manifestando chiaramente il suo squilibrio mentale: « Volevo una donna a tutti i costi — ha detto —. Non ne avevo mai conosciuto una e non mi Importava di chi era. Ho preso quel fucile e sono andato a cercarla, la prima che mi capitava... ». La lunga, dettagliata confessione di Elio Contino — nato a Rodi Garganico (Foggia) e abitante con i genitori a Segrete, in via Novegro n. 13 — è stata raccolta stamane dai funzionari della Mobile Racconta Contino: « Sabato sera, verso le 21 sono uscito di casa portando il fucile sotto l'impermeabile. E' una doppietta calibro 16, l'avevo rubata giorni fa, assieme ad alcune cartucce, ad un mio vicino di casa, il fattorino Roberto Barzaghi. Ero deciso ad avere un convegno con una donna, non ne avevo mai avuto una ». Elio Contino si è diretto ad una strada dì campagna che, dalla periferia di Segrate, si inoltra verso il Parco Forlanini. Fatti cinquecento metri ha visto una « 1100 » nera ferma, le luci di posizione accese. A bordo c'era il trentaduenne Giovanni Giuseppe Savasta, originario di Palazzolo Acreide (Siracusa), di professione interprete, sposato e padre di quattro bimbi. Quest'uomo — che di giorno conduceva una vita apparentemente irreprensibile — ogni notte accompagnava sulle buie strade di Segrate una passeggiatrice. Franca C, ventottenne, dalla quale aveva avuto anche un figlio. Ora stava attendendo che Franca tornasse dal convegno con un «cliente». Il ragazzo gli si è avvicinato cautamente e — dalla distanza di mezzo metro, attraverso il finestrino aperto — gli ha esploso una fucilata al viso, freddandolo. « Perché lo hai fatto? » gli ha chiesto il dirigente della Mobile. Elio Contino, sorridendo, ha risposto: « Avete visto Bonnie e Clyde in " Gangster story " quando sparano dall'auto in faccia a quel tipo? Neanch'io ho sbagliato il colpo. Dritto e preciso l'ho preso in pieno ». « E poi? ». « E poi quello stava giù come un manichino. L'ho lasciato andare e mi sono messo a cercare la sua donna. Ma quella non c'era... ». L'apprendista folle ha proseguito lungo la strada, ha fatto ancora cento metri e si è imbattuto in un'altra auto. Era un'« Appia » bianca, anch'essa ferma ai margini della stradina buia, le luci accese. A bordo vi era lo speditore di giornali Claudio Sabotino, trentanovenne, dimorante in via Corridoni 10, sposato e padre di una bimba. Accanto a lui era seduta una donna, Giuseppina Fossati, trentanovenne, sorella del parroco della chiesa milanese di San Pietro in Gessate. Di nuovo l'apprendista ha alzato il fucile, l'ha puntato contro l'uomo ed ha lasciato partire un colpo al viso: la « rosa » dei panettoni gli ha sfracellato parte del volto ma non lo ha ucciso. Come una furia il ragazzo ha aperto la portiera, ha afferrato la Fos sati per un braccio e l'ha trascinata fuori: « Le ho detto che ero il fratello di Cavallero. Voleva darmi della roba: l'orologio, la borsetta, i soldi. Io ho buttato via tutto e le ho detto: "Vieni con me, è te che voglio " e l'ho spinta nel prato vicino » Giuseppina Fossati, rintracciata più tardi, racconterà in preda allo choc: « Ero andata in quella strada col signor Claudio Sabotino, che io conosco perché abita vicino a me. Ci eravamo seduti sui sedili posteriori dell'auto quando abbiamo sentito due fucilate. "Ma come, ci sono i cacciatori a quest'ora? " ha esclamato il signor Sabotino. Nel tempo stesso ho sentito vicinissima una tremenda esplosione. Il signor Sabo¬ tino, che stava scendendo dall'auto, è scomparso. Subito dopo un ragazzo ha messo la testa dentro lo sportello e mi ha puntato un fucile. Non ti muovere che t'ammazzo ", ha ordinato. Credevo volesse rapinarmi e gli ho dato tutto quello che avevo. Invece mi ha fatto scendere é-m'ha costretto a sollevare il corpo sanguinante del si" gnor Sabotino e a distender-, lo sui sedili posteriori... ». La Fossati ha proseguito: « Infine mi ha detto di andare con lui e mi ha fatto passare accanto ad un'altra auto: vicino c'era un corpo steso nel fango. " Vedi, ' quello l'ho ammazzato io " mi ha spiegato. Sembrava contento. Più avanti, nel prato, ha preso dalla mia borsetta dei soldi, poi m'ha gettata a terra, m'ha strappato i vestiti e mi ha violentata gridando: "Sono il fratello di Cavallero ". Sulla traccia dei proiettili esplosi e in base alla denuncia del furto di quel fucile la polizia, in poche ore, è riuscita a rintracciare l'apprendista, g. m. Elio Contino, il sedicenne folle, ha confessato (Tel.)

Luoghi citati: Foggia, Milano, Palazzolo Acreide, Rodi Garganico, Segrate, Siracusa