È possibile distruggere tutti i missili in arrivo?

È possibile distruggere tutti i missili in arrivo? Assicurare Ics difesu del manda libero È possibile distruggere tutti i missili in arrivo? Due sisttMÙ-radar ideati dagli Stati Uniti, il « leggero » e il « pesante » - La validità è buona, mai assoluta - Come potrebbe reagire un eventuale attaccante - L'unico «deterrent» sempre efficace: contrapporre bomba a bomba - Il disarmo nucleare Tra le dichiarazioni, che sono seguite alla invasione della Cecoslovacchia da parte dei sovietici, una ve n'è stata concernente l'adozione da parte degli Stati Uniti di un sistema « pesante » — in sostituzione di un sistema « leggero » — di difesa antimissili. Il sistema leggero era previsto contro la Cina, per il giorno che questa fosse in grado di lanciare le bomhe H contro imperialisti, revisionisti o altri, mentre quello pesante, di cui si pensava poter fare a meno in seguito alla distensione allora in corso, dovrebbe coprire gli Stati Uniti anche contro un attacco sovietico, o comunque contro un avversario più potente. La difesa con questi sistemi — va notato — è un concetto diverso dal deterrente. Il deterrente si basa sulla consapevolezza di ciascuna parte che ogni attacco nucleare avrà una immediata ritorsione nucleare; e si pensa che ciò sia bastevole a scoraggiare una iniziativa del genere: la difesa antimissili è una vera e propria difesa contro un attacco in atto. Dobbiamo precisare che questa difesa è stata presa in considerazione soltanto dall'Unione Sovietica e dagli Stati Uniti. L'Europa occidentale ne è esclusa. (D'altra parte, per l'Europa i Russi non dovrebbero scomodarsi gran che con le atomiche, iVista la bravura, da Blitzkrieg di cara memoria, con cui essi sanno far convergere le divisioni corazzate e i carri armati sugli obbiettivi previsti). Su «Missili e antimissili» abbiamo trovato un esauriente studio di R. L. Gàrwin e di H.A. Bethe, nel nuovo mensile Le Scienze (l'edizione italiana del Scientiflc American, pubblicata dal « Saggiatore » di Milano, numero di settembre). Il concetto è questo: una catena di posti radar, perimetrale rispetto al territorio da difendere (nel caso specifico, quello degli Stati Uniti) è chiamata a segnalare l'avvicinarsi dei missili nemici nel momento in cui questi spuntano all'orizzonte. Dai posti partono tempestivi allarmi, perché si levino in volo i missili intercettatori, anch'essi armati di cariche nucleari. Non è necessario che gli ordigni si scontrino: basta che gli intercettatori esplodano non lontano dalle ogive attaccanti. Tre sono i meccanismi fisici con cui le esplosioni difensive neutralizzerebbero le armi nemiche. Essi sono: l'emissione di neutroni, l'emissione di raggi X e l'onda d'urto (questa vale soltanto se l'esplosione avviene nell'atmosfera). I neutroni, penetrando entro l'ogiva avanzante, ne determinerebbero un buon numero di fissioni, la produzione di calore, la conseguente deformazione della geometria dell'ordigno, il quale non potrebbe più esplodere; J raggi X (i quali sono emessi dalle esplosioni termonucleari) produoono un intenso calore nell'oggetto colpito, con effetti analoghi a quelli precedenti: questi raggi risultano particolarmente efficaci nell'altissima atmosfera o nel vuoto, dove non sono assorbiti dall'aria; la deflagrazione o onda d'urto ha come effetto principale di rallentare e deviare la traiettoria dell'arma nemica. Naturalmente l'attaccante potrebbe escogitare accorgimenti per annullare queste difese: mandare verso i posti radar oggetti esche, come frammenti o fili metallici, palloni metallizzati, idonei a creare falsi allarmi e a far esplodere cosi i missili difensivi contro oggetti innocui, lasciando poi libero il passaggio alle ogive vere e proprie. E' possibile anohe all'attaccante farsi precedere da esplosioni nucleari nell'alta atmosfera, presso il perimetro del territorio nemico: queste esplosioni liberano un grande numero di elettroni, i quali producono vasti volumi di oscuramento alla penetrabilità dei raggi del radar: e attraverso queste zone «buie», queste nubi ionizzate, posso¬ no poi gli attaccanti far passare le armi offensive. Queste prospettive, cui accenniamo brevemente (il discorso vorrebbe molte precisazioni sulle varie tecniche), stanno a dimostrare che la difesa antimissili, mentre costa moltissimo (si va dai cinque miliardi di dollari per il sistema leggero ai quaranta miliardi per quello pesante), non assicura una protezione assoluta, anzi sembra essere, nell'opi¬ nione degli autorevoli autori sopra citati, uno scudo con larghe aperture. Ne verrebbe di concludere che l'arma atomica, ha come difesa più efficace quel « deterrente » cui sopra si è accennato. Anche questo peraltro vale fin che stanno a fronte due soli avversari. Poniamo che, dalle frontiere nord degli Stati Uniti, fra qualche anno, avanzi un missile balistico intercontinentale. Donde viene esso? Dal¬ la Russia? Dàlia Cina? O lo manda l'uno per far sì che la ritorsione cada sull'altro? La sola salvezza sta nel disarmo nucleare. Ma ciascuno che abbia seguito gli avvenimenti di- questi giorni vede come al disarmo si sia ben avviati! Chi ha mandato i carri armati in Cecoslovacchia ha messo in moto una reazione psicologica a catena che porta molto lontano. Didimo

Persone citate: Bethe