Una mostra sull'evoluzione della miniatura in Italia

Una mostra sull'evoluzione della miniatura in Italia A Venezia capolavori di quattro secoli Una mostra sull'evoluzione della miniatura in Italia (Nostro servìzio particolare) Venezia, 17 settembre. (mar. ber.) Per la prima volta è esposta alla « Fondazione Giorgio Cini », presso l'Istituto di storia dell'arte diretto da Giuseppe Fiocco per quel « Centro di cultura e civiltà » che continua a organizzare .nell'isola di San Giorgio manifestazioni d'eccezionale interesse, una ricchissima scelta della preziosa collezione di miniature italiane donata da Vittorio Cini alla Fondazione stessa. La scelta è stata curata da Ilaria Toesca, figlia di quel grande maestro di studi artistici che fu Pietro Toesca, ed il catalogo illustrato della mostra riproduce per ogni miniatura le schede già provviste da Pietro Toesca per una pubblicazione fuori commercio (Miniature di una collezione veneziana, 1958) della quale tutte le copie super- stiti andarono perdute nell'acqua alta del 1966; di qui la particolare importanza di questo catalogo che comprende 79 numeri. Il pregio della splendida mostra è di offrirci in sintesi quasi intera l'evoluzione della miniatura italiana, dagli esempi dell'Italia Centrale e Settentrionale dei secoli XII e XIII, ai sommi miniaturisti del Quattrocento quali Belbello da Pavia, il Marmitta da Parma, Attavante degli Attavanti, e a quei maestri nell'arte di far « ridere le carte » che derivarono il loro stile ora dall'Angelico, ora dal Baldovinetti, ora dal Ghirlandaio e da Filippino Lippi. Alle miniature ritagliate, fogli staccati dai volumi manoscritti che — come nota nell'introduzione al catalogo Ilaria Toesca — « sono purtroppo la testimonianza di una pratica tanto incivile quanto dannosa che, attraverso i secoli, ha colpito, mutilandoli, tanti e tanti codici », è aggiunta nell'esposizione, fra altre, un'operetta integra, che è l'Ufistolo donato da Ludovico il Moro a Carlo Vili re di Francia. Questo libriccino di preghiere in minuscola gotica italiana con miniature d'ornato e di figure, fu fatto eseguire dal duca di Milano per il sovrano francese forse poco prima della discesa di questo in Italia nel 1494. Le miniature, meno quelle del calendario, sono infatti di stile schiettamente lombardo e della stessa mano che aveva illustrato il Libro d'Ore di Bona Sforza che si trova al British Museum. A lungo si cercò d'individuare fra gli artisti lombardi questo squisito artefice, e finalmente per un felice ritrovamento nella Biblioteca di Varsavia ne venne fuori il nome chiaramente indicato dalla firma: Giovan Pietro Biraghi o Birago, prete milanese che ancor nel 1506 — quando già da sei anni il Moro era stato portato a Loches in Francia prigioniero del successore di Carlo VIII — era in gran favore a Milano presso Luigi XII. Così VUfizìolo si ricollega a uno dei periodi più calamitosi della storia italiana.