La campagna elettorale chiusa tra accese polemiche

La campagna elettorale chiusa tra accese polemiche La campagna elettorale chiusa tra accese polemiche (Nostro servizio particolare) Stoccolma, 14 settembre. Domani si vota in Svezia per il rinnovo della Camera dei deputati. Gli elettori sono 5 milioni e mezzo, 600 mila in più della precedente consultazione (per la prima volta sono ammessi alle urne i giovani che entro il 1968 compiono vent'anni); i seggi 233. I partiti in lizza sono il socialdemocratico (al potere da 36 anni), i comunisti, i liberali, i centristi, i democristiani, la destra. La campagna elettorale si è chiusa in un clima di accese polemiche. Il trono dei socialdemocratici sembra vacillare. Se si ripetesse il rovescio di cui il partito socialista fu vittima alle « amministrative » del 1966, la coalizione dei partiti « borghesi » andrebbe al potere dopo un'attesa di oltre un terzo di secolo. La Svezia seguirebbe l'esempio della Danimarca e della Norvegia: pe: la prima volta da tempo immemorabile nessun paese della Scandinavia sarebbe retto da un governo socialista o di centrosinistra. Le previsioni sono tuttavia estremamente Incerte. Gli ultimi sondaggi di opinione concedono ancora un lieve margine di vantaggio ai socialdemocratici sui partiti del centro-destra, mentre denunciano un calo del piccolo partito comunista (che ha sempre dato un benevolo appoggio al governo). Anche il pc svedese ha subito un contraccolpo in seguito alla crisi di Praga, malgrado le dure rimostranze rivolte dai suoi capi al Cremlino per l'invasione della Cecoslovacchia. La situazione è complicata dalla sorprendente dichiarazione del primo ministro uscente, Erlander, il quale ha detto che non si ritirerà se sarà sconfitto con un lieve margine. Questa presa di posizione, che ha scatenato tra gli oppositori le più vive proteste, esige un chiarimento. In Svezia il governo si regge sul voto congiunto delle due Camere, dei deputati e dei senatori. Domani gli elettori voteranno soltanto il rinnovo della Camera dei deputati, mentre il Senato manterrà l'attuale fisionomia fino al 1970, quando è prevista la sua definitiva soppressione. Ora i socialdemocratici hanno alla Camera bassa due soli voti di maggioranza, e nove al Senato: Erlander ha lasciato chiaramente intendere che una sconfìtta con un margine di seggi inferiore alla somma delle due maggioranze (11 voti) non lo costringerebbe a dimettersi. Per governare, gli basterebbe l'appoggio dei senatori. Non è dunque esclusa l'assurda possibilità che rimanga al potere un partito sconfitto alle elezioni. La tensione politica non ha avvelenato l'atmosfera quasi festaiola dei comizi, quest'anno più vivaci ed affollati del solito. I maggiori partiti non hanno lesinato sul mezzi: 1 loro candidati si sono serviti di aerei ed elicotteri per spostarsi nelle regioni più remote del paese, fino agli accampamenti nomadi dei lapponi nella tundra nordica. Spesso i comizi si concludevano con allegre merende: dagli elicotteri venivano scaricati bidoni di birra e quarti di maiali che cuochi provetti arrostivano sul posto allo spiedo. r. s.

Luoghi citati: Cecoslovacchia, Danimarca, Norvegia, Praga, Stoccolma, Svezia