A 79 anni uccide la moglie a coltellate che gli dà con malgarbo un fazzoletto

A 79 anni uccide la moglie a coltellate che gli dà con malgarbo un fazzoletto Improvvisa tragedia conclude un lungo periodo di piccoli litigi A 79 anni uccide la moglie a coltellate che gli dà con malgarbo un fazzoletto Alla Madonna di Campagna davanti alla nuora sordomuta e a tre nipoti terrorizzati - Si erano sposati due anni fa, ma convivevano da 38 anni e avevano avuto undici figli - Dopo il delitto l'uxoricida tenta di gettarsi dal balcone, ma i fili della biancheria lo trattengono - La confessione in questura: «Figli e nipoti rovinavano la nostra esistenza. E lei li difendeva Non potevo più sopportare una vita simile. Ora è finita» Improvvisa tragedia a mezzogiorno alla Madonna di Campagna. Un uomo di 79 anni ha ucciso la moglie con dieci coltellate, poi ha tentato di suicidarsi gettandosi dal secondo piano. I fili della biancheria lo hanno sai- vato, un vicino è accorso e lo ha trattenuto fino all'arrivo della polizia. L'uxoricida è Vincenzo Albanese, ex commerciante di vino ed olio di Cerignola. La vittima è Maria Trivisano, GÌ anni. Si sono sposati due anni fa, ma avevano avuto 11 figli in una relazione durata 38 anni. Vivevano In via Brin 13, In due stanze e cucina al secondo piano dove si erano sistemati con un figlio di 17 anni, Giuseppe. Ma giunsero altri figli e nipoti nella casa, in tutto otto persone. L'alloggio era stretto. Cominciarono i litigi ed anche tra i due coniugi venne meno l'armonia. La crisi di furia omicida è stata originata da un piccolo contrattempo. E' quasi mezzogiorno, in casa ci sono una nuora sordomuta, Maria Morra, 27 anni, moglie di Francesco, e tre nipoti, di 3, 6 e 10 anni, che sono venuti dai nonni, due con il padre e uno con la madre. La donna cucina, l'uomo va In camera da letto e cerca un fazzoletto. Non lo trova e Inveisce: « In questa casa per me non c'è mai niente ». La moglie lo segue, fruga nel cassettone, prende il fazzoletto e glielo getta con malgarbo. Vincenzo Albanese esplode come una furia; grida e minaccia davanti al nipotini terrorizzati. La nuora non comprende il motivo di quell'agitazione. Poi all'improvviso l'uomo prende un coltello da cucina e si scaglia sulla donna, la colpisce con furia al capo, alle braccia con le quali cerca di difendersi, al corpo. Il sangue gli sprizza addosso, lorda le pareti. I bambini terrorizzati invocano aluto, accorre la nuora. In quel momento Vincenzo Albanese si ferma, guarda come Inebetito la scena, getta 11 coltello e corre al balcone. Lo scavalca, la moglie si trascina dietro di lui e cerca di trattenerlo. Perde le forze, 1 nipoti le si fanno Intorno per soccorrerla. Intanto l'uxoricida cerca di liberarsi dal fili della biancheria che lo hanno Imprigionato. Lo vede, dal balcone prospiciente, Pietro Montagna, 32 anni, via Chiesa della Salute 4. Scende in strada, ferma due passanti, Giovanni Ferrara, 36 anni, via Mondrone 18, e Sergio Cresto, via Livorno 4 ed entrano nell'alloggio. Il Montagna trattiene 11 pensionato ormai privo di forze, gli altri due avvolgono la donna In una coperta e la portano al Maria Vittoria. Morirà dopo pochi minuti. Imbrattato di sangue l'uxoricida viene portato dal Montagna in un bar sotto casa. SI telefona alla polizia, gli fanno bere un caffè. Nel locale irrompe un giovane, è il figlio Francesco, si getta sul padre, cerca di strozzarlo: « Maledetto, hai ucciso mia madre ». LI dividono a forza e In quell'Istante arrivano il dott. Montesano, capo della Mobile e il brigadiere Plsacreta. Portano l'Albanese in questura. Respira con affanno, è macchiato del sangue della moglie, le mani sono scosse da un tremito convulso. Dice, con voce sommessa, interrompendosi a tratti: « E' finita, non poteva più andare avanti così ». Racconta al dott. Montesano la sua storia. « Ci siamo conosciuti 38 anni fa. Ero sposato, commerciavo, guadagnavo bene. Volevo avere tanti flgli, ma mia moglie, Maria Di Bari, non poteva averne. Quando il medico me lo ha detto, credetti di impazzire. Poi mi so?io consolato con lei. Era una brava donna, ci volevamo bene. Abbiamo avuto undici figli, mia moglie lo sapeva, ma non poteva impedirmi di farmi una famiglia ». Tre figli muoiono, gli altri si trasferiscono al Nord con la madre. Vanno ad abitare In via Cecchl 64 Nel '64 muore la moglie e l'Albanese viene a Torino. Prosegue nel suo racconto. Interrotto da frequenti crisi: <r Ci siamo sposati il 28 maggio 1966. testimoni due nostri figli che ora avrei potuto riconoscere. Siamo andati ad abitare con il ragazzo minore, Giuseppe, 17 anni, in via Benedetto Brin 13. Speravo di trascorrere in pace i miei ultimi anni di vita, qualche soldo l'avevo da parte, potevo integrare la pensione. Invece si è scatenato l'inferno. Non avevo un momento di tregua, i figli mangiavano il mio pane e bevevano il mio vino, Vincenzo, per dispetto, non lasciava mai libero il bagno. Non potevo riposare un istante. E mia moglie sempre a dar ragione a loro, mai una volta che abbia preso le mie difese ». Racconta la sua storia quasi con calma, ma è come se fosse assente. Quando viene Interrogato sul delitto dice di non ricordare, di essere stato colto da una furia tremenda. Poi si riprende: n Ora è finita. Trascorrerò in carcere i miei ultimi anni ». Gli domandano se ha deciso di nominarsi un avvocato di fiducia, ma guarda come inebetito chi glielo chiede. Il sostituto procuratore della Repubblica, dottor Bonu, gli ha nominato difensore d'ufficio l'aw. Minnl. Vincenzo Albanese, 79 anni: sul suo vestito il sangue della moglie uccisa - La vittima e una delle figlie

Luoghi citati: Cerignola, Torino