Gli azzurri Ottoz e Frinolli impressionati dagli sbalorditivi records degli americani

Gli azzurri Ottoz e Frinolli impressionati dagli sbalorditivi records degli americani Gli atleti di tutto il mondo si preparano alle Olim Gli azzurri Ottoz e Frinolli impressionati dagli sbalorditivi records degli americani L'aostano, malgrado la «concorrenza» degli specialisti Usa, punta ad una medaglia nei 110 ostacoli - Frinolli: «Nei 400 ostacoli avrò di fronte troppi campioni; la mia grande occasione l'ho persa nel 1964 a Tokio» - Berruti per la terza volta ai Giochi - Dionisi e Simeon in cattive condizioni fìsiche - Lunedì il primo gruppo dell'atletica leggera parte per il Messico (Dal nostro inviato speciale) Roma, 13 settembre. Eddy Ottoz, Roberto Frinolli, Giuseppe Gentile, Renato Dionisi, Silvano Simeon, Abdon Pamich, Livio Berruti: quando si accenna' alle possibilità degli azzurri nelle gare maschili di atletica delle prossime Olimpiadi si fanno questi nomi. Praticamente sono le stesse «. speranze » di quattro anni fa a Tokio, segno che i giovani stentano a raggiungere il livello dei veterani in questa disciplina sportiva. Le uniche novità sono Dionisi é Simeon, mentre Gentile da molte stagioni è sulla breccia anche se solo ora, a 26 anni, ha trovato la strada per sfruttare nel salto triplo e nel lungo le sue enormi possibilità, sino a poter sperare in una medaglia. Berruti è incluso nel gruppo più per rispetto alla sua fenomenale carriera (è raro che uno scattista vinca una Olimpiade, come ha fatto Livio nel '60 a Roma, e partecipi anche alle due successive), che per le reali possibilità: se soltanto arrivasse a qualificarsi per la finale anche in Messico, come gli è riuscito a Tokio, si potrebbe davvero parlare di un « miracolo sportivo ». Lunedi partirà da Roma 11 primo gruppo della squadra di atletica leggera, gli altri seguiranno il giorno 23. Il confronto con Svezia e Romania, conclusosi ieri con il doppio successo degli azzurri, ha tranquillizzato sulle condizioni di forma di alcuni dei migliori — Ottoz, Frinolli, Gentile —, ha fatto sorgere preoccupazioni per Dionisi e Simeon e per lo stesso Berruti, mentre per Pamich non resta che attendere la gara del Messico, visto che il marciatore fiumano si prepara da solo, lontano da sguardi curiosi. A parte le condizioni fisiche, le ultime settimane di vigilia sono dure soprattutto sul piano psicologico: ogni atleta di primo piano sa di essere al centro delle attenzioni ma rifiuta di accettare tanta responsabilità, ha paura di restarne schiacciato. Ed il colpo di grazia lo danno le notizie da South Lake Tahoe, la località californiana a 2 mila metri dove gli atleti americani battono primati su primati, nelle selezioni per il Messico. Frinolli, mercoledì, a Ro ma, ha vinto i 400 ostacoli in !>0"1; ieri cinque atleti ame ricani hanno corso entro i 50", ed il vincitore Vanderstok ha vinto in 48"8, record mondiale. Frinolli certo non spera nel primo posto alle Olimpiadi, ma in una medaglia sì: reagisce alle notizie dagli Usa con la frase: «De ve essere stata una gara particolare, troppi sono andati forte tutti insieme. Certo che in Messico ci sarà da tare i conti con troppi campioni La grande occasione si presenta una volta sola nella vi ta, ed io me la sono già la sciata sfuggire... ». Quando, a Tokio forse? « Si. proprio nel '64. Allora ero pronto per vincere le Olimpiadi. Ho sbagliato gara in pieno, sono finito quinto Ora vado a Città di Messico più per un impegno preso di fronte ad altri, dirigenti ed amici, che per vera convinzione. L'atletica è bella ma ha un suo periodo, quando cessa l'entusiasmo tutto cam bia. Ora sono più esperto, ma l'esperienza porta al calcolo. Le grandi imprese hanno invece sempre un po' di sregolatezza, di improvvisazione ». La sua carriera finirà quin di in Messico? « Su questo non ci sono dubbi. Il mio mestiere di insegnante di educazione fisica mi consentirà di non allontanarmi dallo sport, ma quan to ad attività agonistica è davvero finita. Ho moglie ed un figlio, un lavoro da seguire ». Così, nel modo più silen zioso possibile, Frinolli si ap presta ad uscire dal mondo dello sport. Ha conservato il volto « pulito » di ragazzo all'antica, in un gruppo di gio vani che ha fatto dei baffi della barba e dei capelli lun ghi una specie di distintivo di casta. Hanno i baffi Dioni si, Fusi, Bruno Bianchi, Ot tolina, Gentile, Ottoz (a pe riodi, alternati con una barba incolta), anche Arese che ha così l'aspetto di un vecchio contadino. Dionisi nasconde sotto l'atteggiamento spaval do molte preoccupazioni, non vuole ammettere di avere gareggiato troppo quest'anno csm (« la gamba mi fa male — dice — piuttosto che fare fiasco in Messico preferirei non andarci »); Ottolina è l'unico non fissarsi traguardi immediati: « Se continuerò ad andar bene, e se i giovani saranno sempre così fiacchi, ai campionati europei del '70 adAtene ci arrivo sicuro ». Ottoz medita il gran colpo nei 110 ostacoli (« gli americani sono sempre temibili, anche se McCullough si è dato al football professionistico, tuttavia se avessi una volta un po' di fortuita potrei arrivare ad una medaglia), ma potrebbe realizzarne un altro ancora più clamoroso: corre voce che attenda le Olimpiadi per sposarsi a Città di Messico con Liana Calvesi (figlia dell'ex allenatore federale degli ostacolisti, mentre Berìuti ammette che la sola partecipazione ai Giochi per lui è già un successo: « Se dopo la gara di Tokio mi avessero detto che avrei resistito ancora quattro anni mi sarei messo a ridire. Con questa Olimpiade chiudo anch'io, come Frinolli ». Gentile, primatista italiano di salto in lungo e salto triplo, vorrebbe arrivare in Messico soltanto alla vigilia delle gare: « I ritiri, la vita in comune, mi sfiancano. Sono un tipo indipendente ». Fa il burbero, ma in realtà è piuttosto timido: lo invidiano in molti, per i risultati sportivi e per il successo che incontra fra le giovani romane. Solo Gentile ed Ottoz sembrano avvicinarsi alle Olimpiadi sicuri delle loro possibilità ed abbastanza tranquilli. Per gli altri la vigilia è difficile, lo sport italiano ha troppo pochi campioni per lasciarli vivere in pace e non caricarli di responsabilità. Bruno Perucca 3° Bruckte20'3 \ Ùuestad20 5° 1° 4° ImdòfpbZO'l Carlos W7 Brighi 20"f Smith 19" 9 L'arrivo della fantastica gara dei 200 metri a South Lake Tahoe e le scarpette calzate dal vincitore Carlos che non sarebbero regolari; le scarpe tradizionali hanno solo sei chiodi e sono allacciate con legacci: quelle di Carlos hanno 68 punte disposte su diverse file ed una chiusura di nuovo tipo (Tel.)