Tutti i dirigenti della Cgil chiamati d'urgenza a Mosca

Tutti i dirigenti della Cgil chiamati d'urgenza a Mosca Rivelazioni dell'V Avanti !» Tutti i dirigenti della Cgil chiamati d'urgenza a Mosca Il giornale socialista aggiunge che il segretario del sindacato avrebbe risposto di no alla convocazione sovietica (Dal nostro corrispondente) Roma, 9 settembre. L'Avanti! di domani riferisce con divertita ironia di un episodio piuttosto grave che riguarda i rapporti tra la Cgil e l'Unione Sovietica. E rivela l'esistenza di situazioni incredibili. « E' cosa di due giorni fa — racconta il giornale — e ci riguarda direttamente: il segretario generale dei sindacati sovietici, Aleksander Nicolaievic Sceliepin (uno dei dirigenti più influenti dell'Urss, n.d.r.) telefona alla segreteria della Cgil, a Roma, e chiede che immediatamente tutti i membri della segreteria confederale si rechino a Mosca per conferire con le segreterie dei sindacati dei cinque Paesi del Patto di Varsavia ». « Risponde — aggiunge l'Aliarci*.' — il segretario generale della Cgil, on. Novella, che ha capito l'antifona ma non vuole mostrarsi aspro verso uno dei potentati del Plenum del pcus: potrò fare io una scappata e avremo uno scambio di idee. Questa la sostanza del discorso. Ma Sceliepin insiste: no, è necessario che l'intera segreteria della Cgil venga a Mosca per incontrare subito le segreterie sindacali dei " cin¬ Mi que ". Novella allora perde un po' la pazienza e ricurda al suo collega sovietico che nella Cgil vi sono anche i socialisti, e che quindi li dovrà consultare ». L'Avanti! dice poi di ignorare quali sviluppi abbia la faccenda, ma rileva che Sceliepin si è comportato con la segreteria della Cgil « c07«e si trattasse della segreteria dei sindacati cecoslovacchi, post-occupazione, tanto per intenderci ». Anche gli esponenti comunisti di Praga — ricorda il giornale — furono invitati a Mosca per « giustificarsi », Dubcek rispose di no, 1 sovietici dovettero « ingoiare il rospo » e si rassegnarolo a trattare in territorio cecoslovacco: poi si vendicarono. E' chiaro, secondo l'Avariti! che Sceliepin, non ha gradito la presa di posizione della Cgil (di condanna esplicita dell'intervento sovietico e di solidarietà con la Ceco Slovacchia): «Sì crede di poter usare verso la maggiore confederazione sindacale italiana i metodi in uso con le cosiddette democrazie popolari. La Cgil dovrebbe mandare l'intero suo gruppo dirigente a Mosca, a tutto galoppo, davanti a una specie dì tribunale sindacale dei cinque dì Varsavia, che con gli argomenti della Pravda e del le Izvestia lo ammonirebbero a non farsi più irretire dai controrivoluzionari di Praga». E' anche chiaro, dice l'organo socialista, che Sceliepin ignora cosa sia la democrazia, ha dimenticato che i carri armati sovietici non sono giunti a Roma e non tiene conto del fatto che la Cgil non sopporta « ukase » te lefonici perché non si ritiene sottomessa a « padroni stranieri ». La Cgil farà invece il contrario di ciò che chiede il massimo dirigente sindacale dell'Urss: « Manderà tra bre ve — annuncia VAvanti! — una propria delegazione e Praga per riaffermare a quei sindacati che le truppe del Patto di Varsavia devono tornarsene a casa loro e che i lavoratori italiani, assolutamente unanimi su questo punto, continuano a conside rare l'occupazione della Ce coslovacchia un crimine do vuto a pazzia di potenza ed un grave pericolo per la pace » m. t GIULIO DE BENEDETTI DIRETTORE RE5P0NSAB1LB EDITRICE LA STAMPA Questo quotidiano e control 'alo dolio !a3 I I t i t u to A c c e r I mento Oi fi usi ori

Persone citate: Aleksander Nicolaievic Sceliepin, Dubcek