Torino è la capitale della moda e dell'industria per l'abito fatto

Torino è la capitale della moda e dell'industria per l'abito fatto Il Samia sarà aperto domani al Valentino Torino è la capitale della moda e dell'industria per l'abito fatto 540 ditte espositrici (39 il grande incontro tra i tesi 17 mila compratori straniere), 40 mila articoli, 1500 campionari per creatori e i commercianti dell'abbigliamento - Aiitaliani e mille organizzazioni di acquisto estere Dal prossimo anno il Samia avrà due nuovi Saloni Nel Palazzo delle Esposizioni al Valentino, domani alle 10, il ministro dell'Industria on. Andreotti inaugurerà il 27" Samia. La sigla riassume il programma del « Salone mercato internazionale dell'abbigliamento », sempre fedelmente osservato e ora rilanciato con vigore. Il presidente dott. Ducrey Giordano spiega- « Il Samia, felice simbolo di un mondo sema frontiere, è anzitutto luogo d'incontro tra offerta e domanda. Ma è anche centro di orientamento, tonte di consulenze e di contatti, filtro d'idee, occasione di affari ». L'importanza del 27° Samia si misura dalle cifre: 540 case espositrici, tra le quali 39 straniere (29 sono francesi, in prevalenza raggruppate nella Fédération des Industries du vétement feminin), 35 mila metri quadri di superficie. Sono attesi 17 mila compratori italiani, oltre a un migliaio di organizzazioni di acquisto estere. Il mercato più importante d'Italia, unico nel suo genere; una rassegna completa dell'abbigliamento, dal vestito « vrèt à porter » alla borsetta; dalla camicia alla cravatta; dall'oreficeria al bottone. Si calcola che gli articoli presentati all'attenzione dei commercianti siano in totale 40 mila, e 1500 i campionari per la primavera-estate '69 allestiti dalle case dei due principali settori merceologici: la confezione in tessuto per uomo, donna, ragazzo (320 ditte), la maglieria (75 ditte). Persino i neonati hanno il loro abito pronto: 21 ditte specializzate presentano le confezioni per questi clienti minimi. Sui prezzi riserbo assoluto. «Sono contenuti — ci dicono — nei livelli dello scorso anno ». L'èra delle sartine sta per finire. L'industria dell'abito fatto sostituisce alla loro inventiva il taglio autorevole dei grandi sarti, l'estro di stilisti famosi messi a disposizione di tutti e non più riservati a pochi. Il Samia ha inoltre dimostrato il sempre più diffuso impiego, per i vestiti in serie, di tessuti solidi, originali, pregiati. Anche le innumerevoli « taglie » in cui vengono ormai confezionati gli abiti e l'insostituibile comodità di trovarli pronti per ogni esigenza, hanno contribuito ad abbattere i pregiudizi verso l'abito fatto diffusi inizialmente nel nostro Paese. Oggi il 55 per cento delle donne italiane sceglie nella vasta gamma dei modelli in serie; l'anno scorso gli uomini hanno comprato 14 milioni di capi. Non sono cifre da sottovalutare, soprattutto tenendo conto che la nostra è una delle nazioni dove più modesta si mantiene la quota del bilancio familiare desti-1 nata al vestiario. La sicurezza del gusto italiano, unita all'alto grado di perfezione tecnica delle industrie nazionali dell'abbi¬ gliamento (si prevede che entro il '70 daranno lavoro a 140 mila persone) sono i fattori essenziali delle esportazioni in questo settore: merci per un valore di oltre 80 miliardi nel '66 e dopo la flessione dell'anno scorso, una buona ripresa. Il valore delle merci esportate nel primo semestre '68 ammonta a circa 51 miliardi. Dice il presidente del Samia: « La moda italiana, soprattutto maschile, fa testo all'estero. Alcuni magazzini francesi sono riforniti al 70 per cento di " pronti " italiani ». La grande produzione ha programmi a lunga scadenza. Consci del contributo del Samia nelle affermazioni dell'abbigliamento pronto ita- liano ed europeo, gli organizzatori hanno deciso che dal prossimo anno la rassegna sarà dotata di due nuove manifestazioni, una in aprile e una in novembre. « Avranno luogo nel palazzo del Bit, sotto il nome di " Moda selezione ". accoglieranno tutti i confezionisti di alta qualità e di lusso con programmi, in termini dì tempo, più ravvicinati al consumo. A questi produttori di alta classe si aggiungeranno le " seconde collezioni " delle grandi ditte, più ricche e più raffinate delle " prime " e con le quali le case più importanti usano rilanciare la propria produzione ». Torino attesta con due titoli il suo diritto a « capitale della moda » e a centro coordinatore dell'industria nazionale dell'abbigliamento: il Samia e l'Ente italiano della moda, organismo di carattere pubblico che presiede alle direttrici di sviluppo del settore. Dice il presidente dott. Emanuele Nasi: « In occasione del 27- Samia, l'Ente italiano della moda ospiterà l'assemblea annuale europea dei dettaglianti tessili e dell'abbigliamento; vi partecipe¬ ranno rappresentanti di 14 nazioni ». Fra i temi del congresso, che si aprirà domani pomeriggio all'Unione industriale, la ristrutturazione del commercio al dettaglio per migliorare il processo distributivo. « E' un problema di particolare importanza: il processo evolutivo della produzione nell'abbigliamento (valutabile per il '67 intorno ai 388 miliardi, n.d.r.) non è pari e"la nostra potenzialità distributiva ».

Persone citate: Andreotti, Ducrey Giordano, Emanuele Nasi

Luoghi citati: Italia, Torino