Dalla Capri dei "personaggi,, a quella dei turisti di massa

Dalla Capri dei "personaggi,, a quella dei turisti di massa Ha eambiato volto risola cara agli imperatori romani Dalla Capri dei "personaggi,, a quella dei turisti di massa « E' uno dei posti più belli del mondo » dice il vice-sindaco per spiegare l'ininterrotto afflusso di visitatori - Dalle viuzze del centro alla Grotta Azzurra - Le comunicazioni con il continente e i problemi dell'acqua e del porto Nostro servizio particolare Capri, lunedi mattina. Ma è vero che Capri è finita? E cosa vuol dira che un'isola è finita, a meno che Faraglioni e ville non siano sprofondati in mare per via di terremoti o nubifragi? Quando la sentenza viene applicata a Capri, sì intende però una condanna a morte sociale. Chi la pronuncia sono pigri principi Ruspoli, che preferiscono fare il bagno nella piscina del Quisisana, piuttosto che nelle acque celesti dei Faraglioni. O che dichiarano superiori tra tutte le orribili spiagge di Nassau. O sono altri che si lamentano della defezione di quei pochi nomi che gonfiavano una volta le notizie dei rotocalchi pettegoli. In verità quella Capri di personaggi è cambiata, com'è cambiato il turismo in genere. Che non 3iano più poche persone a viaggiare, lo sanno tutti. I grandi al- berghì, i viaggi lunghi sono fortunatamente alla portata di un maggior numero di persone. Inoltre Capri, il cui solo nome era una volta sinonimo dì vizio e spaventava le famiglie per bene, oggi ospita bambine e pargoli, capì di governo e persino « first ladies » che avanzano sulla terrazza del Quisisana elargendo carezze a trovatelli e cani randagi. Ancora prima, nella stai epoca d'oro, agli inizi del secolo, erano pochissimi i personaggi di Capri. Romantici decadenti come Jacques de Fersen, bellissimo poeta francese che componeva poche e preziose poesie dalla sua villa densa di statue e cristalli. Axel Munthe, scrittore-dottore romantico e svedese, annidiato a San Michele, una specie di Vittoriale ad Anacapri, oggi meta di centinaia di turisti ansanti, che possono ammirare le scarsissime rarità della magione. O lo scrittore inglese Norman Douglas. O Oscar Wilde. Ed a loro si mischiavano a Capri Massimo Gorki e, per un breve periodo, Isaac Babel. E persino Lenin, che venne arrestato per scherzo da un barbiere caprese, ancora vivente. E, personaggio dei personaggi, Tiberio, proprietario ed ideatore di Villa Iovis, alla quale si accede dopo mezz'ora di passeggiata tra gelsomini e ibiscus, e dalla quale, in totale solitudine perché i turisti rifiutano di camminare, si ammira uno dei più spettacolari panorami del mondo. E ci si aggira tra le rovine di un palazzo fiero ed isolato, dal quale l'imperatore governava un mondo. Ritroviamo alcuni di questi personaggi nella paganità dell'atmosfera e nel romantico cimitero protestante a picco sul mare, verso Marina Grande. Un secondogenito del duca di Richmond sulla sua tomba — un altare romano — annuncia addirittura che «I morti non esistono ». Tra questi eroi pagani che venivano a Capri per estetismo e solitudine, l'unico vivo è oggi Roger Peyrefitte. Annidiato in una villa il cui accesso è possibile solo mediante quaranta minuti di salita à piedi, lo scrittore francese parla, passando da un inglese fiorito ad un italiano cantante ad un francese famoso, di Capri, di mirto e lauro, della dea Diana, della luna nascente, del suo ultimo libro «Gli Americani». Ma se molti accorrevano a Capri -per vedere e mischiarsi ai « personaggi », perché vengono ora? «Perché è uno dei posti più belli del mondo » dice Federico Marcello, vicesindaco e barman di un grande albergo. « Ci vengo da diciotto anni — dice il commediografo Giuseppe Patroni Griffi. — Capri è ancora il paese che sì salva. Mare divino, pulito, non ci sono fogne, petroliere, non ci sono juke-box, televisori, automobili. Una volta la piazzetta era un salotto, si incontravano tutti. Oggi i vecchi amici sono spariti, ma ci si imbatte sempre in qualcuno di impensato ». rotò Pisani, capelli biondi, proprietario di una boutique caprese spiega perché ormai vive a Capri: «E' una scelta per me. Come scusa per rimanerci ho aperto una boutique. E questo paese resiste a tutto, anche ai grandi movimenti di massa e ai turisti giornalieri ». «Tengo casa qui perché mi piace camminare. E dove lo trova lei oggi un posto dove non ci sono macchine? » dice Bob Hornstein un americano che fa su e giù tra Capri e New York. Anche Chantecler, un signore con baffoni ed occhi vivi, che ha cambiato il suo nome per distinguersi dai suoi altri 12 fratelli, ha una gioielleria per poter vivere a Capri. Chantecler è una dì quelle persone che sanno tutto e conoscono tutti a Capri, che vende gioielli a Jaqueline de Ribes ed Ingrid Bergman e va a caccia con Niarcos. « Vivo qui dal 1928. I capresi sono simpatici e a Capri passa ancora tutto il mondo ». Grace Field è nell'isola da 40 anni, ma fu solo nel 1957 che aprì la Canzone del Mare, uno stabilimento balneare con piscina, cosa che scan¬ dalizzò gli italiani, allora. « Ma sono proprio loro ad usarla. Capri è il posto più bello del mondo. Se andava bene per Tiberio, va bene anche per me ». Oggi, dopo essere stata la stella del varietà inglese ed americano, cerca « pace e quiete ». E a Capri la trova. Connessa alla terraferma da serrati servizi di aliscafi, vaporetti, elicotteri e, meravìglia delle meraviglie, anche di « alilauro », il problema di Capri è il turismo frettoloso che invade per poche ore e disturba il cliente tranquillo. E' quello il turismo che si accalca, nella Grotta Azzurra e nelle viuzze del centro. Difatti, se paragoniamo le statistiche per l'anno scorso, vediamo che il numero di visitatori della villa San Michele è stato di 177.630, quello per la Grotta Azzurra di 360.308, mentre quello per Villa Iovis — per soli residenti, dato che, come dicevamo, il percorso è lungo e deve essere fatto a piedi — è stato di 17.232 persone. Come, sempre nel '67, in agosto, gli arrivi sono stati di 209.231 persone, mentre il numero delle presenze, cioè di residenti, era di 72.914. Ma Capri è un'isola che in verità offre delizie di passeggiate, di esplorazioni, di bagni, di calma — se si evita la piazzetta — di visite à ville antiche, alla Certosa, alle chiesette barocche. Qualche manifestazione culturale, concerti organizzati dal Centro Caprese, qualche cocktail mondano. I night-club, benché ce ne sia qualcuno, sono una stonatura in un luogo dove, per legge, non si possono portare gli zoccoli, dato che farebbero troppo rumore. La visita di una giornata non darà emozioni estétiche. E' il mosaico di un assieme a creare la rarità e la gioia estetica di Capri. Come potrebbe migliorare la situazione turistica? Aldo Aprea, segretario del Centro Caprese, suggerisce manifestazioni culturali, istituzioni, centri di studio. Il vice-sindaco, manifestazioni di moda, come del resto ci sono e ci saranno. Ma i problemi scottanti sono l'acqua e il porto. I grandi yacht privati non possono attraccare. Devono restare in rada, con lo sgradevole risultato che defezionano l'isola. « Sarà pronto nel '70 » dice il vice-sindaco del nuovo porto. Ma sono in molti a dubitare. L'acqua t raccolta in pozzi e in cisterne « ma ci basta solo fino a giugno » dice Roberto Ferraro, direttore del Quisisana « il resto della stagione la compriamo da Napoli ». La vita a Capri può essere cara e a buon mercato. Alcuni ristoranti offrono il pranzo a prezzo fisso: 800 lire. E ci sono ì famosi calzolai e boutique che possono confezionare scarpe e indumenti in una sola giornata. Per 5.000 lire in alcune, per 100.000 in altre. Capri continuerà ad attrarre. Non per nulla Augusto, che la vide al suo ritorno dalla Grecia, ne fece sua proprietà, dando in cambio alla municipalità partenopea l'isola d'Ischia. Nonostante fosse un po' seccato che i capresi parlassero solo greco. Non una parola di latino. Gaia Servadio . *