L'auto sbanda in curva vola in aria ed esplode

L'auto sbanda in curva vola in aria ed esplode Mei Gran Premio dì Francia L'auto sbanda in curva vola in aria ed esplode L'incidente è accaduto al terzo giro, sotto la pioggia - Schlesser è rimasto imprigionato nei rottami in fiamme - Cinque spettatori leggermente ustionati da frammenti di metallo - La vettura del francese era una Honda di nuovo tipo - Surtees, dopo averla collaudata in Inghilterra, aveva detto: « Non è a posto, farla correre è una pazzia » Nostra servizio particolare Rouen, lunedi mattina. Tragico esordio a Rouen, nel Gran Premio di Francia, della nuova Honda monoposto di Formula 7: la vettura si è capovolta al terzo giro ed è esplosa. Il pilota, il francese Jo Schlesser, di 40 anni, è morto bruciato nel rogo e cinque spettatori sono rimasti lievemente ustionati dal frammenti incandescenti proiettati per aria dalla macchina giapponese. L'incidente è accaduto quasi all'imbocco della curva chiamata « Sei fratelli », al termine del rettilineo su cui sono poste le tribune e il traguardo del circuito, lungo 6532 metri. Si è visto la bianca Honda sbandare sulla pista dal fondo in cemento, reso viscido dalla pioggia. Schlesser ha tentato invano di correggere la traiettoria della sua monoposto, che è andata ad urtare con estrema violenza (la velocità doveva aggirarsi sui 200 km orari) contro il terrapieno di protezione del pubblico, sulla sinistra del tracciato. La Honda è rimbalzata al centro della pista, si è capovolta due-tre volte, poi i serbatoi di carburante e la carrozzeria al magnesio sono esplosi, trasformando la vettura in una bomba dirompente. Per un caso miracoloso, 1 danni per il pubblico, che si affollava ai margini del circuito, sono stati assai limitati. I vigili del fuoco in servizio alla curva dei « Sei fratelli » hano cercato di avvicinarsi ai rottami della Honda, ma sono stati respinti dalle fiamme, che avvolgevano i resti della macchina innalzandosi sino a dieci metri di altezza. Dopo circa cinque minuti, un gruppo di pompieri indossanti le speciali tute di amianto è finalmente riuscito ad accostarsi al rogo e ad estrarre dalle lamiere il corpo carbonizzato dei povero Schlesser. Alcuni tecnici che hanno assistito all'incidente ritengono che la pioggia, che era di una certa intensità al momento della sciagura, e il terreno bagnato della pista non abbiano influito in maniera rilevante sullo sbandamento improvviso della Honda di Schlesser. « In quel punto — ha detto un testimone. — il tracciato è in lieve discesa. La macchina ha strisciato con il fondo sul cemento, ha compiuto come un pìccolo balzo, e le ruote hanno perso aderenza. Tra l'altro, nel colpo e relativo contraccolpo, può darsi che si sia rotta una sospensione ». La notizia della morte di Jo Schlesser si è diffusa come un lampo tra il pubblico, anche se gli organizzatori hanno a lungo mantenuto un incomprensibile silenzio sull'incidente. Si è accesa subito una vivace polemica sulle condizioni della vettura protagonista della tragedia. La monoposto, denominata « Ra 302 », era al suo esordio in gara. John Surtees, il pilota collaudatore della Casa giapponese, aveva testualmente dichiarato nel corso delle prove: « La macchina non è a posto, farla correre a Rouen è una pazzia ». Parole chiare, terribili alla luce di quanto è avvenuto ieri sul circuito. La monoposto, azionata da un motore otto cilindri raffreddato ad aria, pesava 503 kg, appena tre sopra il limite minimo stabilito dal regolamento sportivo per la Formula 1. Era arrivata dal Giappone una settimana fa. Surtees l'aveva provata sulla pista di Silverstone, in Inghilterra, dove la Honda ha il centro europeo per le competizioni. L'ex-campione del mondo aveva guidato per una ventina di giri, dichiarando che la macchina si comportava abbastanza bene, ma che necessitava di un ulteriore periodo di « tests » e di collaudo. A questo punto era intervenuto il signor Soichiro Honda, capo della grande industria giapponese e tenace assertore delle competizioni. Honda ordinò al direttore tecnico della scuderia, Nakamura, di far egualmente scendere in pista la vettura, affidandone la guida a Jo Schlesser. I motivi di questa decisione sono di natura prettamente commerciale. Il Gran Premio si svolgeva in Francia, e Schlesser era francese, Un successo, o un esordio positivo, avrebbe contribuito al lancio della nuova utilitaria della Honda, la « Mini 360 », Cosi, la nuova otto cilin dri era stata affidata a Schlesser, uno dei beniamini degli appassionati di automobilismo in Francia. Molti ritengono che neanche questa scelta sia stata troppo felice. Schlesser aveva 40 anni, un'età non certo giovane per un pilota di Formula 1, e per di più non aveva molta espe rienza di queste monoposto così delicate, in cui si corre sul filo di un delicatissimo equilibrio. Nelle prove, per esempio, Schlesser aveva compiuto un testa-coda senza conseguenze, in seguito al quale si era fermato per regolare le sospensioni posteriori. Una decisione sbagliata, dunque, sta probabilmente alla base di questo ennesimo tragico incidente. E' certo che se l'automobilismo sportivo vorrà continuare, dovrà soprattutto guardarsi dai «nemici » che ha al suo interno: tecnici che redigono regolamenti che sembrano fatti apposta per incitare 1 costruttori a realizzare non macchine, ma, come disse Ferrari, «bare circondate di benzina», costruttori che sono disposti a tutto pur di ottenere un successo reclamizzabile, piloti impreparati o con eccessiva « grinta ». r. s.

Persone citate: John Surtees, Mei, Nakamura, Soichiro Honda, Surtees

Luoghi citati: Francia, Giappone, Inghilterra, Silverstone