Dura nota dell'«Osservatore»: "Non si può cedere all'imposizione"
Dura nota dell'«Osservatore»: "Non si può cedere all'imposizione" Polemiche a Roma per gli avvenimenti di Venezia Dura nota dell'«Osservatore»: "Non si può cedere all'imposizione" Due associazioni di autori cinematografici, l'Àaci e l'Unac, protestano' contro l'Anac, che rappresenterebbe una minoranza di registi (Nostro servizio particolare) Roma, 26 agosto. La caotica situazione creatasi a Venezia dopo la mancata apertura del XXIX Festival cinematografico ha avuto immediati contraccolpi a Roma. Due associazioni di autori del cinema, VAaci e l'Unac, protestano violentemente contro la « sopraffazione» compiuta dall'Anac che, a loro giudizio, rappresenta solo una minoranza dei cineasti. L'Osservatore Romano commenta in termini molto critici « l'arbitrario intervento di minoranze faziose », e giudica <t assurdo che alla imposizione si ceda apertamente o larvatamente dagli organi responsabili». Il governo — secondo fonti ufficiose — è in posizione di « vigile attesa» che sembra destinata a prolungarsi sino a domani, giornata decisiva per le sorti della Mostra. Soltanto in via del tutto privata viene espressa la convinzione che il governo intenda garantire un « normale » svolgimento del festival: normale nel senso che le redini del comando restino nelle mani del legittimi dirìgenti. « Se i responsabili amministrativi e politici della Biennale — ammonisce l'organo vaticano — cederanno all'imposizione si sarà accreditato un precedente di incalcolabile gravità per l'immediato divenire delle istituzioni sociali e culturali. Si può e si deve supporre che la concentrazione delle forze dell'ordine sia stata promossa a giusto titolo protettivo: ma essa non deve dare pretesto a nessuno per denunciare un preteso turbamento dell'ordine pubblico che giustificherebbe sospensioni arbitrarie della manifestazione preordinata ». Questo evidente invito pare abbia ottenuto gli effetti desiderati al ministero dello Spettacolo dove — a quanto ci risulta — la notizia ufficiale dell'avvenuta sospensione dell'apertura del festival è arrivata soltanto stamattina. L'Aaci (Associazione autori cinematografici italiani), sorta nei mesi scorsi dalla scissione dell'Anac e presieduta da P. Germi, ha inviato ai dirigenti della Biennale un telegramma in cui « deplora che le trattative e le decisioni riguardanti il Festival si siano svolte e siano state prese attraverso contatti e consultazioni avvenuti tra la direzione del Festival e i rappresentanti di un solo gruppo cinematografico ». Tale modo d'agire — secondo VAaci — « conferma l'antidemocraticità dei metodi adoperati dai responsabili della Mostra e da un gruppo di ci¬ neasti che rappresenta soltanto una minoranza di autori». Il telegramma conclude dicendo che « quanto accade può creare il pericoloso precedente del prevalere di una minoranza nelle decisioni riguardanti tutte le attività dello spettacolo ». Ancor più recisa la protesta telegrafata dall' Unac (Unione Nazionale autori cinematografici). « La sopraffazione — vi è detto — indigna gli autori e i tecnici del cinema italiano che non riscontrano negli attuali contestatori i veri esponenti del settore ». E ancora: « L'aver ceduto alle minacce di occupazione e di sabotaggio di una istituzione pubblica, violando principii inalienabili di libertà e di democrazia, è un atto di debolezza inconcepibile nei confronti delle leggi che governano la vita dei cittadini e delle loro istituzioni ». il messaggio denuncia l'Anac « che tanto violentemente sta contestando la Mostra di Venezia e che rappresenta solo una piccolissima minoranza di autori, la cui stragrande maggioranza è, invece, organizzata dalla stessa Unac e dalla Aaci». Secondo il telegramma la-minoranza dell'Anac si è «ulteriormente ridotta per" la recente uscita di registi come Nelo Risi, Gian Vittorio Baldi, Bernardo Bertolucci, Liliana Cavarti e per le dimissioni di tanti altri ». 1. f. ♦
Persone citate: Bernardo Bertolucci, Gian Vittorio Baldi, Nelo Risi, Unac
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