La grande paura dell'occupazione domina l'atmosfera della vigilia di Gigi Ghirotti

La grande paura dell'occupazione domina l'atmosfera della vigilia Scarse prenotazioni al Lido, annullati balli e cocktail» La grande paura dell'occupazione domina l'atmosfera della vigilia Per proteggere la Mostra sarebbero arrivali anche uomini dei reparti antibanditismo dalla Sardegna (Dal nostro nao spee) Venezia, 24 agosto. Due sole . bandiere sventoleranno domani sul Palazzo del Cinema, quella nazionale e quella di Venezia, il Leone ruggente, libro chiuso sotto la zampa. Libro chiuso, odor di battaglia. La contestazione s'aggira per capanni e litorali, per atri di grandi alberghi, per rii e canali; il palazzo contestato è rinserrato entro un quadrilatero di robuste transenne, vigilato da passeggianti giovanotti dal ciglio cespuglioso in atteggiamento falsamente distratto. Pare che anche uomini dei reparti antibanditismo, già operanti in Sardegna, siano stati traghettati al Lido, al fine di bloccare qualsiasi ten¬ tativo di eversione. Ma come si estrinsecherà questa da gran tempo preannunciata « occupazione pacifica » del Palazzo del Cinema? Urto frontale, tecnica del « gatto selvaggio », oppure manovra di tipo castrista, cioè rapimento dell'operatore in cabina, 6, chissà, del direttore contestato. Luigi Chiarini? Stasera, conforto alla sua burrascosa vigilia, Luigi Chiarini ha ricevuto un attestato di solidarietà del partito repubblicano, che riconosce giusta la sua posizione, attaccata concentricamente da destra 'le grandi Case produttrici hanno sabotato la Mostra ed è ,jer questo che non si vedono sventolare sul palazzo le bandiere delle varie nazionalità partecipanti: al Festival si partecipa solo su invito del Fèstivàl, indipendentemente dalla . bandiera che ciascun film batte) e da sinistra; un'opposizione, quest'ultima, che i repubblicani denunciano originata dal « vizio narcisistico proprio di certi ambienti intellettuali, in cerca di pubblicità » e dallo « snobismo ribellistico », assai inopportuno « in tempi di ben più duri drammi politici ». Le più curiose teorie sulla guerriglia circolano per Venezia: in verità, sarebbe strano, che i contestatóri, giunti a questo punto, girassero sui talloni senza dar seguito alle minacciate azioni antifestival. Che sia chiaro quel ch'essi vogliono, no: erano partiti dichiarando guerra e sterminio ai festival, ai premi e ai premiatori, ed ora si scopre che vorrebbero' invece un interminabile festival che durasse tutto l'anno e non solo. due o tre premi, ma tutti. Insomma, una settimana con sette giovedì. L'avessero detto prima! Nel Umore del peggio, la cassa piange; le prenotazioni e gli abbonamenti alle proiezioni sono paurosamente calati. Chi s'arrischia di pagare le 70 mila, le 50 mila lire occorrenti all'abbonamento con la prospettiva di non vedere film, ma d'essere colpiti da ortaggi o da bombette lacrimogene o puzzolenti? L'unico a serbare umore inalterato è Luigi Chiarini, « questo pilota d'indiscutibile magistralità » (così lo definisce il patriarca della contestazione. Cesare Zavattini) al quale il rullìo e il beccheggio della nave conferiscono salute e desiderio di ulteriore cimento. Per il resto, il panorama della vigilia si presenta ricco di pittoresche preoccupazioni: rinviato il grande ricevimento d'apertura del Festival, cancellati balli, cocktails e in trattenimenti usualmente of ferii dalle Case produttrici scombussolato e tenuto se greto fino all'ultimo il calen darlo delle proiezioni. Inaugurerà il Festival Z'onorevole Adolfo Sarti, sottosegretario al Turismo e allo Spettacolo. Non è d'obbligo lo smoking, né l'abito da gran sera per le signore. Il cast degli attori e delle attrici attesi nelle prossime due settimane splende dei nomi di Silvana Mangano, Stefania Sandreilì, Catherine Spaak, Geraldine Chaplin, Mireille Dare, Tina Aumont, Terence Stamp, Maximilian Schell, Francisco Rabal, Gian Maria Volontè, Pierre Clementi. Ma quanti verranno per davvero? Nell'interno delJPalazzo del Cinema gli apprestamenti sono terminati. Enormi sculture in legno greggio (opere di Mario Cerali) dominano l'atrio. Moquettes rinnovate, tinte splendenti, marmi tirati a lucido, nuove e bellissime sale, e un gaio tappeto vegetale davanti alla gradinata. Il Palazzo è pronto e lindo, tutto ai più alti livelli della tecnologia per mostrarci ventisei film in cui si contesta, praticamente, tutto: la famiglia, la società, l'America, l'educazione, la borghesia, il capitalismo, la religione, il sesso. Contro questo fortilizio della contestazione si aspetta l'assalto dei contestatori. Gigi Ghirotti Il regista cecoslovacco Jiri Weiss fotografato a Roma dopo la sua richiesta di asilo politico. Dovrebbe far parte della giuria del Festival (Tel. Associated Press)

Luoghi citati: America, Roma, Sardegna, Venezia