Il Papa sul controllo delle nascite «E' lecita un'onesta limitazione»

Il Papa sul controllo delle nascite «E' lecita un'onesta limitazione» Paolo WI vi&ntvca, oggi « Hotitti da Ilei Colombia Il Papa sul controllo delle nascite «E' lecita un'onesta limitazione» Rivolgendosi ai vescovi latino-americani, riuniti a Bogotà, ha detto che la sua enciclica è stata male intesa - « Essa non costituisce una via cieca verso la sovrappopolazione, non diminuisce né limita la responsabilità, né la libertà dei coniugi, né impedisce terapie legittime, né il progresso della ricerca scientìfica» - Ha ribadito l'impegno della Chiesa per la giustizia sociale, ma ha ripetuto il no al marxismo ateo, alla ribellione sistematica, allo spargimento di sangue i (Dal nostro inviato speciale) Bogotà, 24 agosto. Giornata conclusiva ed intensa del Pontefice in America Latina, giornata che influirà sui futuri sviluppi della politica sociale della Chiesa, e non soltanto in questo continente, per quanto il Papa ha detto e per le direttive che egli ha tracciato a cardinali e vescovi riuniti per la conferenza episcopale latinoamericana. In questi tre giorni di permanenza a Bogotà, Paolo VI ha ribadito concetti già noti ed espressi nelle encicliche sue e di Giovanni XXIII, ma ha voluto precisare alcuni particolari, specie sull'enciclica « Humanae vitae », che egli considera travisati, o male intesi. Ma incominciamo con la cronaca di oggi, in cui pietà cristiana, speculazione teologica, filosofìa sociale si sono fuse in quell'unità di azione peculiare della Chiesa cattolica. Di buon mattino, ancor prima delle 8, Paolo VI si è recato al barrio « Venezia », un sobborgo popolare di Bogotà, ma con case dignitose, pulite, come se ne vedono in tante metropoli industriali. Momenti di emozione intensa quando il Papa ha visitato gruppi di infermi riuniti nella sacrestia della chiesa di Santa Cecilia: si chinava sulle barelle, si inginocchiava accanto ai malati che non potevano reggersi seduti, accarezzava il capo dei bimbi donando ad ognuno una medaglia ricordo, benedicendoli. Poi, sul sagrato, ha. celebrato la Messa dinanzi ad una marea di gente. Egli ha parlato anche a quei fedeli che lo salutavano agitando candidi fazzoletti. Amore cristiano, amore della famiglia, amore per il prossimo sono stati gli argomenti dell'omelia di Paolo VI che, al termine della funzione, ha regalato alla piccola chiesa del sobborgo il calice con cui aveva celebrato la Messa. Dalla popolare borgata Venezia, il Papa si è recato nel centro di Bogotà nella cattedrale ad aprire i lavori della Conferenza episcopale latino-americana che si svolgerà nei prossimi giorni, fino al 7 settembre, a Medellin, città con un clima più temperato di quello che si respira ai 2640 metri di Bogotà. C'era molta attesa per quanto avrebbe detto il Pontefice, un'attesa alquanto polemica per le varie tendenze in cui si divide il clero sudamericano. C'erano ancora dei preti che si illudevano di ascoltare dal Pontefice di Roma parole che paressero significare un'apertura alla lotta sociale violenta, al dialogo con l'estremismo ateo e marxista: in ciò, il Papa è stato categorico nella,chiusura totale ad ogni rapporto con l'estremismo guerrigliero. Ancora ieri, mons. Germàn Guzman, che si è addossata l'eredità spirituale di Don Camilo Torres, il prete guerrigliero ucciso in combattimento nella provincia di Santander, aveva diffuso alcuni slogans tratti dal Vangelo e interpretati a modo suo: «Cristo, il mio Capo, ha detto: "Non sono venuto al mondo a portare pace, ma guerra. Solo i violenti entreranno nel regno dei Cieli"». Era una sommessa manovra per provocare la! reazione del Papa, il quale, se ha letto quelle parole, ha risposto in modo decisamente negativo. Durante l'omelia pronunciata dinanzi a cardinali e vescovi sudamericani, dopo aver citato quanto ha fatto la Chiesa per rinnovare le strutture ed attuare una più diffusa giustìzia sociale, ripetendo: « Non l'odio, né la violenza sono la forza della nostra carità », ha detto testualmente: «Tra le molte vie verso la giusta rigenerazione sociale, noi non possiamo accogliere né il marxismo ateo né la ribellione sistematica, né tanto meno lo spargimento di sangue e l'anarchia. Distinguiamo le nostre responsabilità da quelle di coloro che, al contrario, fanno della violenza un nobile ideale, un eroismo glorioso, una teologia compiacente ». Cardinali e vescovi che si apprestano a discutere a Medellfn sui metodi per attuare le riforme sociali, non possono ignorare queste direttive, se vogliono rimanere nella Chiesa: altrimenti dovranno uscirne, farsi preti guerriglieri, come Camilo Torres. «Per riparare errori del passato e per guarire mali presenti non commettiamo falli nuovi » ha aggiunto Paolo VI. Il lavoro compiuto dai cattolici denuncia i suoi limiti: « esige qualcosa di nuovo e di grande. L'avvenire reclama uno sforzo, un'audacia, un sacrificio che mettono nella Cfiiesa un'ansia profonda. Siamo in un momento di riflessione totale ». L'altro tema che il Papa ha toccato è quello del controllo delle nascite. Anche per questo scottante problema, l'attesa era molto viva. Quando usci l'enciclica « Hu manae vitae », l'impressione suscitata in America Latina fu enorme, l'enciclica fu accolta come una catastrofe, il ministro degli Esteri colombiano Germàn Zea Hernàndez pronunciò dure parole contro la incomprensione della Chiesa per i gravi problemi demografici che affliggono il Sudamerica, e per protesta diede le dimissioni. In un programma di lavoro elaborato per servire come guida alla Conferenza episcopale, i compilatori mettevano in primo piano la terrificante esplosione demografica del Sudamerica concludendo che senza il controllo delle nascite nessuna riforma sociale era possibile. Qualcuno citava la frase di Johnson: «Rendono di più cinque dollari investiti nella pianificazione della famiglia, che non mille nelle riforme sociali». Dinanzi a così gravi problemi, dalle reazioni generate in Sudamerica dall'enciclica, si direbbe che ne sia derivato un addolcimento della primitiva chiusura agli anticoncettivi. Già ieri sera, il generale dei gesuiti Pedro Arrupe, il cosiddetto « Papa nero », dichiarando la imperiosa necessità di radicali riforme delle strutture sociali, a proposito della pillola ha detto: « Il Sommo Pontefice non lui parlato ex cathedra e basta studiare bene l'enciclica per comprenderla ». L'enciclica « Humanae vitae » non ha valore di dogma, ed in un certo senso lo ha confermato il Papa nell'omelia all'episcopato sudamericano: « Abbiamo pensato di dire una buona parola a difesa dell'onestà dell'amore e della dignità della famiglia con la nostra recente enciclica. La grande maggioranza della Chiesa l'ha accolta favorevolmente, con fiduciosa obbedienza. Essa non costituisce una via cieca verso la sovrappopolazione, non diminuisce né la responsabilità, né la libertà dei coniugi ai quali non vieta una onesta e ragionevole limitazione delle nascite, né impedisce le terapie legittime, né il progresso della ricerca scientifica». Parole che possono essere considerate una mezza concessione a paesi, come la Colombia, che, pur essendo cattolicissima, non vieta la vendita degli anticoncettivi, e che offriranno argomento di molte discussioni alla Conferenza episcopale. Nel pomeriggio, il Papa ha inaugurato la nuova sede permanente della Conferenza episcopale sudamericana e più tardi, poco prima di partire, ha assistito ad una fun¬ zione nel Campo eucaristico dove sono stati celebrati numerosi matrimoni. Al termine della cerimonia appariva affaticato, gli effetti dell'altezza si facevano sentire. Alle 6, salutato dalle autorità civili, militari e religiose, Paolo VI è partito da Bogotà diretto a Roma concludendo un viaggio che lascerà segni profondi sulla vita religiosa del Sudamerica. F ancesco Rosso Il contadino peruviano Pablo Noa Mamani, arrivato a Bogotà con la sua famiglia per vedere il Papa, bacia l'anello del Pontefice (Tel. Ansa)