Nelle due Berlino di Giorgio Fattori

Nelle due Berlino Nelle due Berlino (Ad Est calma assoluta, ad Ovest continue manifestazioni contro l'occupazione della Cecoslovacchia) (Dal nostro inviato specialej Berlino Est, 22 agosto., Davanti all'ambasciata sovietica, sulla Untcr den Lindan, una fila di piccoli pionieri con in mano mazzi di garofani rossi attende di entrare. E' un consueto gesto di amicizia verso i rappresentanti dello Stai.oguida, ma è forse simbolico che sia la sola manifestazione vista oggi a Berlino Est. Seri sera, nell'altra Berlino, diecimila dimostranti hanno protestato contro l'occupazione di Praga. A Berlino Est nessun corteo e nessun raduno a favore dell'intervento armato. Tutto procede in un'atmosfera « di incredibile calma », come ci ha sottolineato soddisfatto un funzionario della Radio Internazionale. « // popolo della Repubblica Democratica Tedesca — dice —- ha visto gli avvenimenti di Praga con distacco, come se fosse una cosa scontata ». Per i comunisti della Germania Orientale, non vi era infatti altra soluzione che una marcia su Praga. Hanno l'aria tranquilla e sicura di chi la aveva preconizzata da tempo e i giornali oggi denunciano con rincarata violenza i -« controrivoluzionari » cecoslovacchi. A Berlino Est si vedono pochissimi soldati in giro, presumibilmente le truppe sono tutte alle frontiere. Però la presenza della polizia è più notevole e sono aumentati i controlli di sicurezza. Alla sede della radio si entra soltanto con uno speciale permesso e da quello che ho visto assai difficile ad ottenere. Dovunque la vigilanza è molto attenta e in questa atmosfera di rigida disciplina non c'è posto per manifestazioni'. Solo nelle fabbriche <>b cominciato il lavoro degli attivisti di partito per spiegane le ragioni dell'occupazione: militare della Cecoslovacchia. I consigli operai, ci dicono, hanno votato all'unanimità ordini del giorno che plaudono alla distruzione della «;cricca di Dubcek ». Il quotidiano del Comitato Centrale c'cl partito comunista, la Neues Dcutschland, informa che « un fiume di telegrammi e telefonate » sono giunti ieri alla redazione per approvare con .entusiasmo l'azione sovietica. All'obbiezione che tante manifestazioni di incontenibile gioia non sono avvertibili nella vita indifferente di Berlino Est, la risposta è stata: «Non siamo né cubani né italiani. I tedeschi hanno un temperamento diverso, sanno contrariare i sentimenti ». Questo perfetto autocontrollo si manifesta anche nell'accurato isolamento dei turisti cecoslovacchi sorpresi a Berlino Est dagli avvenimenti. La gente non familiarizza con loro. « Mi evitano come- se avessi l'influenza maligna », ci ha detto una signora di Brno. Passate le prime ore di incertezza e confusione, il governo tedesco è intervenuto dando disposizioni alla Banca del commercio e dell'industria di aprire un credito eli 250 marchi ad ogni turista cecoslovacco sprovvisto di m«:zzi. E' una somma che permette all'incirca di vivere otto giorni e alcuni funzionari tedeschi', affermano con sicurezza che è un margine molto largo. « Presto a Praga sarà tutto normale, li manderemo a casa prima ». Tutti i cecoslovacchi con i quali abbiamo parlato, benché in una situazione c'ielicata, bloccati come sono nnl paese del più intransigente alleato di Mosca, esprimono apertamente un'idea molto diversa della normalità. I giudizi sui fatti di Praga sono diarissimi c se qualche poliziotte) tedesco è nei pressi mostra di non sentire. Benché tutti i sostenitori di Dubcek siano* stati ufficialmente definiti « controrivoluzionari» e pericolosi nemici della Germania F.st, l'obbiettivo è probabilmente di riconsegnare i ventimila scomodi ospiti alla frontiera ai futuri nuovi dirigenti cèchi, non immischiandosi in ;modo diretto nella faccenda. "La stessa situazione della sede diplomati ca cecoslovacca a Berlino Est è curiosa e drammatica. Ufficialmente è sempre dalla parte del governo Dubcek e quindi del tutto isolata. Stamattina era deserta, con due poliziotti all'ingresso per la normale vigilanza. Abbiamo telefonato e dopo una lunga attesa una voce frettolosa ci ha comunicato che « non c'erano novità ». In questo perfetto e disciplinato silenzio che sembra escludere, a parte i giornali, ogni accenno visibile al trionfo della linea di ' Walter Ulbricht, si inquadra anche l'estrema cautela sulle notizie militari. L'occupazione della Cecoslovacchia ha visto per la prima volta dalla fine della guerra hitleriana truppe tedesche impegnate in un'azione militare. Ma se ne parla pochissimo e nessuno sa dire quanti soldati e carri armati tedeschi abbiano puntato su Praga. « E' un segreto militare — ci spiega un funzionario comunista — ma crediamo che solo una piccola parte dell'esercito tedesco abbia partecipato alle operazioni ». E' un'opinione condivisa anche dagli osservatori occidentali. Sembra difficile, per ragióni abbastanza ovvie legate ad antichi ricordi, che i sovietici abbiano fatto entrare a Praga mol¬ ti reparti armati tedeschi. L'esercito di Pankow è stato probabilmente soprattutto impegnato a presidiare le frontiere. Nell'altra Berlino l'emozione per quanto sta accadendo a Praga è sempre intensa. Una stazione radio della città, la Rias, è ininterrottamente sintonizzata su un'emittente cecoslovacca che trasmette ancora, e un giornalista cecoslovacco a Berlino traduce per gli ascoltatori tedeschi. Altre manifestazioni a favore di Dubcek sono annunciate, in tutta là città l'attesa di notizie è febbrile. Ma il muro, con le sue reti elettrificate, i suoi campi minati, le sue minuziose e geometriche trappole di cemento, è una lunga linea grigia che smorza » spegne le emozioni. Silenzio e ordine a Berlino Est. I vecchi pensionati indugiano nella mattinata d'improvviso sole, nelle fabbriche non si è perduta un'ora di lavoro; stasera, si annuncia con molto rilievo, una compagnia bulgara rappresenterà il Boris Godtinov nel più grande teatro della città. Una giornata come le altre. Raggiunto l'obbiettivo che inseguiva da mesi, Walter Ulbricht ha voluto finora una vittoria senza bandiere. Giorgio Fattori A Waidhaus, al confine tra Cecoslovacchia e Germania di Bonn, un soldato di guardia alla frontiera viene bloccato dai compagni dopo un tentativo di fuga in Occidente. All'episodio ha assistito il nostro inviato (Tel. Ansa)

Persone citate: Boris Godtinov, Dubcek, Rias, Walter Ulbricht