Turisti italiani fuggiti da Praga «All'alba in città tuonava il cannone» di Massimo Conti

Turisti italiani fuggiti da Praga «All'alba in città tuonava il cannone» Testi monian raccolte al confine tedesco Turisti italiani fuggiti da Praga «All'alba in città tuonava il cannone» Sono di Reggio Emilia - Raccontano: «Devono esserci stati morti e feriti. Nella capitale si parlava di molti uccisi» E aggiungono: « Il popolo è tutto per Dubcek. I giovani manifestano in piazza per la libertà, i vecchi piangono» - I turisti italiani a Praga sono ospiti della nostra ambasciata - Al confine continua l'afflusso di auto straniere (Dal nostro inviato speciale) Waidhaus (al confine tra Germania Occidentale e Cecoslovacchia), 22 agosto. « Alle 5,30 di stamane, dopo una notte inquieta, a Praga ha preso a tuonare il cannone. In precedenza s'erano susseguite sparatorie; a più riprese abbiamo sentito le mitragliatrici. Devono esserci stati parecchi morti, stanotte a Praga. In città si dice che le vittime siano duecento ». Parla il signor Eligio Bezzi, di Reggio Emilia, che ho potuto avvicinare stasera al posto di frontiera di Waidhaus, appena uscito dalla Cecoslovacchia. Il signor Bezzi, che viaggiava a bordo di una Volkswagen col suo amico Marco Scalabrini (i due giovani si trovavano a Praga in vacanza) sembrava molto toccato dagli eventi cecoslovacchi: « Abbiamo visto i russi in azione dinanzi al Museo nazionale e nei pressi di Radio Praga. Davanti alla sede della radio c'erano sette od otto autocarri distrutti dalle fiamme, tram rovesciati. La strada rigurgitava di gente che dimostrava contro i sovietici. Ad un certo punto ì carri russi si sono mossi verso la folla minacciosa spingendo gruppi di persone contro i muri ». Il signor Bezzi non sa se in quella circostanza vi siano stati morti o feriti. Può affermare soltanto, per averle viste con i propri occhi, che tre persone sono rimaste uccise davanti alla sede del partito comunista cecoslovacco in un altro punto della città. A Praga si vedono in giro, per lo più, soldati sovietici. I soldati cèchi srno consegnati in caserma. « La popolazione è tutta con Dubcek. I giovani scendono in piazza a dimostrare per la libertà. I vecchi piangono ». I signori Bezzi e Scalabrini mi hanno riferito ancora di aver incontrato a Praga turisti italiani; e che i connazionali « hanno trovato rifugio nell'ambasciata d'Italia ». Lungo la strada che da Praga porta alla frontiera di Waidhaus in Germania, i due italiani hpnno osservato concentramenti di truppe e carri sovietici. Al posto di frontiera sono giunte durante la giornata di oggi centinaia di turisti dì ogni paese, per lo più olandesi e tedeschi che erano stati sorpresi a Praga dai tragici eventi: « Siamattina, — mi ha confermato un giovane americano, giunto anch'egli da Praga — abbiamo sentito sparare in città. Abbiamo osservato anche degli incendi. Alle sparatorie si alternano dimostrazioni di giovani. Sono piccoli gruppi ma sembrano gente ben risoluta ». Mentre scriviamo, il flusso delle automobili dalla Cecoslovacchia continua ininterrotto. Poco fa ho visto arrivare un gruppo di turisti olandesi: « Carri armati dappertutto... Per quella gente dev'essere una cosa terribile... ». E' passato anche un camion carico di tubi di acciaio di retto in Olanda. L'autista portava sul petto un bandierina cecoslovacca abbrunata. Sull'autocarro erano appiccicati dei volantini « Fuori i russi! Viva Smrkowsky » (il presidente del Parlamento arrestato dai sovietici insieme con Dubcek). Anche i soldati cèchi sembrano ostili ai sovietici, a giudicare da quanto accade qui alla frontiera. Alle dieci di stamane tre soldati cèchi si sono portati sotto la bandiera che segna il confine ed hanno ammainato il vessillo fino a mezz'asta: segno di lutto per la tragedia che incombe sul loro paese. Al confine di Waidhaus, la principale frontiera fra la Germania e la Cecoslovacchia, c'è tuttora un movimento intenso di soldati e poliziotti americani con camionette, autocarri, elicotteri. Anche la polizia tedesca di frontiera è presente in forze: sulla strada che porta al confine in prossimità di Wernberg ho osservato carri armati. Giornalisti e fotografi di molti paesi assediano il posto di blocco in mezzo al¬ la foresta di abeti interrogando tutti coloro che escono dalla Cecoslovacchia. L'ultima notizia riferita da un cecoslovacco di passaggio è che i sostenitori di Dubcek hanno dato un ultimatum di ventiquattro ore per il ritiro delle truppe dalla Cecoslovacchia. Allo scadere dell'ultimatum comincerebbe un grande sciopero generale. Mentre nel pomeriggio osservavo, con i miei colleghi, il posto di blocco, sono stato testimone di un episodio drammatico. Un soldato cecoslovacco ha tentato di scappare oltre la sbarra di confine, ma il tentativo è fallito. Il soldato, armato di mitra, stava parlando con dei suoi commilitoni quando a un certo punto si è messo a correre verso il territorio tedesco. A cinque metri dalla sbarra, il soldato è inciampato rotolando in una piccola forra. Due suoi compagni gli sono saltati addosso trascinandolo via. Massimo Conti

Persone citate: Bezzi, Dubcek, Eligio Bezzi, Scalabrini