Paolo VI nel pomeriggio a Bogotà Sarà accolto da una folla enorme di Francesco Rosso

Paolo VI nel pomeriggio a Bogotà Sarà accolto da una folla enorme L'ARRIVO ALL'AEROPORTO E PREVISTO PER LE 17 (ORA ITALIANA) Paolo VI nel pomeriggio a Bogotà Sarà accolto da una folla enorme Le autorità calcolano che almeno un milione di persone faranno ala lungo i 15 km dall'aeroporto alla cattedrale - Imponente il servizio d'ordine - I fatti di Praga avranno il loro peso durante i lavori della conferenza episcopale - Forse attenueranno gli entusiasmi di quella parte del clero che guarda con simpatia ai movimenti comunisti - Domani il Papa avrà un incontro con i lavoratori della terra che verranno da tutte le parti della Colombia e dagli Stati vicini (Dal nostro inviato speciale) Bogotà, 21 agosto. Gli avvenimenti di Cecoslovacchia hanno un po' affievolito l'entusiasmo dei colombiani per l'imminente arrivo del Pontefice a Bogotà. Tutti i giornali della capitale hanno titoli sull'intera pagina ed un ampio notiziario sull'aggressione del blocco comunista e sulle reazioni che potrebbe provocare negli Stati Uniti. Alcuni giornalisti hanno domandato a mons. Giuseppe Paupini, Nunzio apostolico in Colombia, se l'occupazione della Cecoslovacchia pub modificare il programma del viaggio del Papa. Il Nunzio apostolico ha risposto di non poter dire nulla, perché ogni decisione è di esclusiva competenza del Vaticano. Ma nonostante le ombre che offuscano la scena internazionale, Bogotà si prepara a ricevere con grande solennità Paolo VI che dovrebbe giungere al grande aeroporto dell'Eldorado giovedì mattina, verso le 10, corrispondenti alle cinque pomeridiane in Italia. Il luogo dove si sta svolgendo il 39° Congresso eucaristico internazionale è un'immensa spianata alla periferia della città, fra lo scenario di altissimi picchi delle Ande. Disposto a forma di anfiteatro, il campo non ha nulla di scenografico: un tempio aperto, formato da uria cupola che poggia su colonne di cemento armato, ha una disposizione circolare e ricopre il grande altare, riparato da quinte di vetro per proteggere i celebranti dal vento che soffia dalle Ande. E' eretto su pedane di legno ricoperte da tappeti scarlatti. Un'altissima croce, anch'essa in cemento, domina il tempio e la vastità del campo disseminato di panche di legno, che può contenere oltre seicentomila persone. Scendendo dall'aereo, il Papa si recherà alla cattedrale di Bogotà in piazza Simon Bolivar per un solenne pontificale. Il complesso cerimoniale è totalmente perfezionato, ed un imponente servizio d'ordine formato da polizia ed esercito è incaricato di tenere costantemente d'occhio la gran folla. Si pensa che ci sarà oltre un milione di persone, assiepate lungo la strada che il Pontefice percorrerà in automobile a quindici chilometri l'ora, dall'aeroporto al centro di Bogotà. Ogni misura per garantire l'incolumità del Pontefice è stata presa, specie dopo le dichiarazioni fatte nei giorni scorsi dai guerriglieri comunisti che hanno detto di essere decisi a farsi vivi e provocare disordini. Le giornate che il Papa trascorrerà in Colombia saranno intense, ma limitate al- l'America Latina. Il contatto più diretto con queste popolazioni, Paolo VI lo avrà venerdì mattina incontrando i contadini a Mosquera, a circa quaranta chilometri da Bogotà, dove converranno lavoratori della terra da tutta la Colombia e rappresentanze di contadini giunti da altri paesi del Sud America. Il discorso che il Pontefice rivolgerà ai « campesinos» avrà sicuramente rife¬ rimenti alle condizioni sociali in cui vivono milioni di uomini che lavorano la terra, condizioni talvolta disperate, e non è improbabile che egli faccia anche dichiarazioni che possono avere risvolti politici. Ma il discorso più atteso, è quello che Paolo VI pro¬ nuncerà venerdì mattina all'inaugurazione della conferenza episcopale latino-americana, dal quale si attendono le direttive per i lavori dell'episcopato, le posizioni che il clero dovrà assumere in futuro nello svolgimento della sua missione fra popolazioni che aumentano con impressionante rapidità. Nel 1900 vivevano in Sud America 63 milioni di persone. Nel 1950 erano già 163 milioni; oggi sono 286 milioni. Con questo ritmo, nell'anno duemila i latino-americani saranno 700 milioni. Se le condizioni sono già oggi decisamente grame, diver¬ ranno tragiche in futuro. Da iqui la necessità per la Chiesa di trovare una via di uscita che non sìa l'esplosione rivoluzionaria, violenta, tinta di comunismo, che gruppi di sacerdoti estremisti predicano come inevitabile, anzi, augurabile. Gli scontri fra le varie ten- denze del clero saranno più evidenti durante la conferenza episcopale che si terrà dal 25 agosto al 7 settembre a Medellin, a circa trecento chilometri dalla capitale, in una vallata dove è primavera eterna, dove fioriscono le più belle varietà di orchidee, il fiore nazionale della Colombia. Ma già affiorano dalle dichiarazioni che i partecipanti alla conferenza fanno giungendo a Bogotà: ognuno ha una tendenza propria, conservatrice, riformista, o rivoluzionaria, che afferma di voler sostenere ad oltranza. Ma da oggi, anche le dichiarazioni dei delegati si sono fatte più caute, gli avvenimenti di Cecoslovacchia hanno evidentemente influito sulle posizioni dei vescovi e dei cardinali, e chi sa quali sviluppi potranno imporre alla conferenza episcopale e favoriranno forse le tendenze moderate. GU attacchi più o meno velati agli Stati Uniti contenuti nel programma di lavoro saranno certo attenuati se non trascurati durante la conferenza. Il personaggio che maggiormente accende l'interesse degli osservatori è l'arcivescovo brasiliano di Recite e Olinda, Helder Camara, ma proprio per la curiosità eccessiva che lo circonda forse egli non verrà a Bogotà. Dato per sicuro giorni addietro, il suo arrivo è oggi messo in dubbio. Si dice che non sia in buone condizioni di salute. Il mese scorso, la signora Isabel De Torres, madre del prete guerrigliero ucciso in combattimento con la polizia, Camilo Torres, scrisse a monsignor Camara invitandolo nella sua casa durante il soggiorno che il prelato avrebbe fatto a Bogotà. Monsignor Camara rispose ringraziando, ma rifiutando l'invito. « Le chiedo di comprendere i motivi che mi impediscono di accettare il suo invito » scrisse mons. Camara. Il motivo è evidente: egli non vuole prestarsi al gioco del clero estremista che predica la rivoluzione cruenta e marxista. E' sempre stato coi poveri contro le sopraffazioni dei potenti, persino contro l'America del Nord, ma lontanissimo dai metodi del comunismo. Il suo silenzio odierno può essere significativo. Francesco Rosso Paolo VI si rivolge al pellegrini cecoslovacchi durante l'udienza di ieri a Castel Gandolfo (Telefoto Ansa)