Ancora nessun risultato ai colloqui di pace a Parigi

Ancora nessun risultato ai colloqui di pace a Parigi Malgrado la fiduciosa aspettativa per il diciassettesimo incontro Ancora nessun risultato ai colloqui di pace a Parigi Il capo della delegazione di Hanoi smentisce i «motivi di speranza» lasciati intravedere dagli americani - Il Nord Vietnam ripete le condizioni preliminari per un accordo e accusa gli Stati Uniti di aggravare la guerra Parigi, 14 agosto. Malgrado la fiduciosa aspettativa che aveva preceduto il 17° colloquio di pace tra nordvietnamiti e americani, anche l'incontro di oggi non ha visto alcun concreto risultato. Il capo della delegazione di Hanoi, Xuan Thuy (che era assente da un mese per malattia), ha smentito recisamente le recenti dichiarazioni di Washington secondo cui ci sarebbero stati « motivi di speranza » dopo tre mesi di trattative. Il ministro Xuan Thuy ha in particolare affermato che: I ) le « assurde proposte di reciprocità » con le quali gli americani respingono l'arresto dei bombardamenti sono la prova del loro atteggiamento mirante ad impedire ai negoziati di progredire; 2) i dirigenti americani affermano che gli Stati Uniti hanno effettuato una « deescalation », ma in realtà hanno intensificato la guerra di aggressione; 3) i dirigenti americani affermano di volere una « soluzione giusta ed onorevole » del problema vietnamita basata « sul diritto del popolo del Sud-Vietnam all'autodeterminazione », ma in realtà « vogliono costringere il popolo vietnamita a sottomettersi e ad accettare il loro regime neo-coloniale »; 4) i dirigenti di Washington hanno promesso al popolo degli Stati Uniti di fare il possibile per « disamericanizzare» la guerra del Vietnam. In verità essi stanno ingannandolo per costringerlo a subire le conseguenze sempre più pesanti della loro sbagliata politica nel Vietnam. In conclusione Xuan Thuy ha esposto ancora una volta la posizione del suo governo per una soluzione del conflitto: questa soluzione deve essere basata sui quattro punti enunciati dal primo ministro di Hanoi, Pham Van Dong, nel 1965 e sul programma politico del Fronte di liberazione sudvietnamita. Condizione essenziale per l'inizio dei negoziati è l'arresto immediato e senza condizioni dei bombardamenti americani sul Nord Vietnam. Anche l'intervento del capo della delegazione americana, Averell Harriman, è stato molto duro. Dopo avere fatto un completo elenco delle proposte presentate dalla delegazione americana dall'inizio delle « conversazioni ufficiali » di Parigi, Harriman ha accusato i nordvietnamiti di non avere fatto alcuno sforzo in vista di una soluzione del conflitto. « Voi — ha detto Harriman a Xuan Thuy — non avete fatto altro che ripeterci di sospendere i bombardamenti. Non avete proposto niente, non avete offerto niente, non avete accettato niente ». Averell Harriman ha quindi dichiarato che « il Fronte nazionale di liberazione non ha alcun diritto di imporre la propria dittatura nel Sud Vietnam, dato che il popolo sudvietnamita non vuole accettarla». Secondo il diplomatico americano la realtà nel Vietnam del Sud è la se guente: 1) il Sud Vietnam non vuole essere governato dal Nord; 2) 11 Sud Vietnam non vuole che l'esercito del Vietnam del Nord si installi sul suo territorio; 3) il popolo del Sud Vietnam vuole avere il diritto di dirigere i propri affari in pace. II capo della delegazione americana, dopo aver sottolineato che i nordvietnamiti continuano le loro infiltrazioni nel Sud e che non hanno l'intenzione di sospendere i loro attacchi terroristici, ha concluso dichiarando, rivolto a Xuan Thuy, che « gli americani sono pronti, pubblicamente o privatamente, ad esaminare ogni proposta realista suscettibile di far progredire la causa della pace ». L'odierna seduta è durata quattro ore. Lasciando il Centro delle conferenze internazionali dell'Avenue Kleber, Averell Harriman ha annunciato che la prossima riunione si svolgerà mercoledì 21 agosto, alle 10,30. Il ministro Xuan Thuy ha d'altra parte dichiarato ai giornalisti che le conversazioni, pur durando da tre mesi, non hanno ancora permesso di concludere nulla di posi tivo a causa della politica colonialista degli americani e della loro richiesta di reciprocità. (Ansa)